A Perugia la Galleria Nazionale dell’Umbria chiude e riaprirà i battenti nella primavera del 2022 per consentire il progetto di riallestimento del percorso espositivo del museo umbro. L’ultimo riallestimento della Galleria Nazionale dell’Umbria, eseguito in due fasi tra il 2002 (terzo piano) e il 2006 (secondo piano), ne ha configurato l’attuale volto con esiti certamente apprezzabili per eleganza e coerenza delle soluzioni. Adesso, il progetto di riallestimento, firmato da Daria Ripa di Meana e Bruno Salvatici, del valore di 5 milioni di euro e la cui esecuzione è affidata al consorzio Ganosis di Benevento, ha fornito l’occasione per rivedere la selezione delle opere e i criteri del loro ordinamento lungo il percorso espositivo.
L’intento perseguito fin da subito dalla direzione è stato quello di lavorare per trasformare la Galleria in un museo del terzo millennio, fedele alla sua storia e alla sua identità, ma all’avanguardia per quanto riguarda la conservazione del patrimonio, la sicurezza dei beni e delle persone, la sostenibilità ambientale, la comunicazione interna ed esterna, l’interdisciplinarità e l’internazionalità della ricerca. Il riallestimento, che come detto, vedrà la luce nella primavera 2022, offrirà al visitatore un percorso più semplice e intuitivo, al servizio di un ordinamento museale cronologico, con alcuni inserti di opere recentemente acquisite o richiamate dai depositi. A integrazione della visita il progetto multimediale curato da Magister Art, pensato allo scopo di fornire approfondimenti e angolazioni inedite su una selezione del patrimonio esposto. Le novità cominceranno già dall’atrio di Palazzo dei Priori con il nuovo bookshop ampliato nelle dimensioni oltre che nelle funzioni, e con una nuova illuminazione che ne valorizzerà l’architettura, le volte, i costoloni e le finestre a ogiva, tutte testimonianze inequivocabili dell’origine medioevale dell’edificio.
Le novità non finiscono qui. I lavori creeranno un laboratorio di restauro, un’aula didattica attrezzata e una biblioteca di Storia dell’arte, con oltre 25.000 volumi, che sarà possibile aprire al pubblico grazie all’aiuto del sindaco del Comune di Perugia Andrea Romizi che ha concesso alla Galleria l’utilizzo della Sala del Grifo e del Leone e della sala che si affaccia su Piazza IV Novembre. Anche l’aspetto “green” non verrà tralasciato. Il nuovo sistema di illuminazione, ad alto contenuto tecnologico, sarà dotato di rilevatori di presenza che permetteranno di tarare automaticamente l’intensità luminosa; in assenza di visitatori le luci saranno regolate al minimo, permettendo così un notevole risparmio energetico. Un restyling del sito e il lancio del progetto La Galleria digitale, attraverso il quale sarà possibile accedere liberamente a tutto il materiale d’archivio cartaceo e fotografico della Galleria, compreso quello relativo ai restauri, completeranno l’offerta.
Esterno del museo. Foto di Finestre sull’Arte |
La Galleria, che conserva in prevalenza dipinti di soggetto sacro databili tra il XIII e il XVIII secolo. Questa tipologia di collezione mal si adatta a criteri espositivi non improntati al “tradizionale” ordine cronologico ed è infatti la cronologia a scandire anche nel nuovo allestimento la disposizione delle opere, con rinnovato rigore e con soluzioni museografiche che introducono sostanziali novità rispetto al passato. Una di queste è rappresentata dalla scelta di esporre in dialogo tra loro manufatti di tecniche differenti, eliminando le distinzioni legate alla materia e dando conto della ricchezza di una raccolta che annovera avori, oreficerie, medaglie, ceramiche, ferri, tessuti. Il fine ultimo è quello di favorire l’analisi di alcuni passaggi fondamentali della storia dell’arte, meglio comprensibili tenendo conto dell’interazione e del reciproco influsso fra diverse lavorazioni.
L’esposizione seguirà il fil rouge dell’evoluzione degli stili fra il Medioevo e il Novecento, con ogni sala che ne racconterà uno spaccato: la rivoluzione giottesca, la fioritura del gotico a Siena, la breve ma intensa stagione tardogotica e così via fino a un’ulteriore, grande novità. Per la prima volta, infatti, la Galleria Nazionale dell’Umbria si apre al contemporaneo, ospitando lavori dei tre più significativi artisti umbri del Novecento: Gerardo Dottori, Alberto Burri e Leoncillo, nomi internazionali ma intimamente legati alla regione d’origine. Tra i principali esiti della riprogettazione, la creazione di due sale monografiche dedicate al più grande maestro umbro, Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come il Perugino, di cui il museo conserva il maggior numero di opere, capaci di rappresentarne la carriera dagli esordi fino alla morte. Questi capolavori, prima distribuiti in sette diversi ambienti, vengono riuniti in due ampi spazi, uno al terzo piano, dedicato alle imprese giovanili e della prima maturità, l’altro al piano inferiore, destinato alle prove più significative degli ultimi venti anni di attività.
Sala del museo. Foto di Finestre sull’Arte |
Uno degli aspetti fondamentali del progetto per il nuovo allestimento della Galleria Nazionale dell’Umbria è quello conservativo, concepito per agevolare la manutenzione e il controllo delle opere e rispettare le idonee condizioni ambientali. A ciò si aggiunge la volontà di incrementare la sicurezza, attraverso la progettazione di basi anti-sismiche e l’elaborazione di un disaster plan. La collezione museale è prevalentemente composta da dipinti su tavola, che richiedono particolare attenzione a livello di conservazione e prevenzione dei rischi. Per il monitoraggio delle condizioni termo-igrometriche è stato ottimizzato il numero di sensori per il rilevamento, prevedendo un doppio cablaggio per il collegamento alla rete e l’alimentazione, che garantirà la sicurezza e la registrazione dei dati senza interruzioni. Per il filtraggio della luce solare proveniente dalle numerose e ampie trifore che caratterizzano il Palazzo dei Priori e che si è deciso di non schermare (per mantenere il dialogo degli spazi interni con il paesaggio e la città), verranno posizionate delle apposite pellicole per l’eliminazione delle radiazioni UV (< 99%) e IR (< 97%), responsabili del degrado fotochimico di alcuni dei materiali più delicati. Si interverrà anche per ridurre l’esposizione energetica annuale (lux/h annui che irraggiano le opere) attraverso la temporizzazione dell’impianto di illuminazione, basato sul rilevamento della presenza dei visitatori all’interno delle sale con sensori di prossimità. Il particolato atmosferico inquinante è un altro dei fattori di degrado al quale sono sottoposte le opere ed è per questo che si provvederà alla posa di tappeti a filamento continuo in PVC in grado di catturare le polveri in maniera efficace. Sempre per il controllo degli agenti inquinanti, sono stati selezionati i materiali per le basi, le vetrine, i rivestimenti e le vernici, che non rilasciano VOC o sostanze che possano interagire con i materiali costruttivi dell’opera oltre a prevedere l’installazione di opportuni sensori per il rivelamento della presenza di composti organici volatili e PM10. Particolare attenzione è stata posta nella progettazione delle basi e dei supporti espositivi delle opere, per i quali sono stati scelti materiali leggeri, ma resistenti (tubolari di alluminio modulari), concepiti per ogni singola opera. Per quelle di maggiore peso e dimensioni, per le quali fino ad oggi era particolarmente complessa la manutenzione, considerata l’impossibilità di intervenire sul retro, tali strutture state pensate per poter essere scostate dalla parete, garantendo allo stesso tempo la necessaria sicurezza nella fase di movimentazione grazie a vincoli a pantografo. La modularità delle strutture consente inoltre l’agevole sostituzione delle opere in caso di prestito o di manutenzione/restauro. Si è poi scelto di ancorare le basi e le vetrine alle pareti tramite agganci semimobili che permetteranno al bene di non subire troppe oscillazioni in caso di evento sismico. Per le strutture non ancorabili a muro sono state progettate basi antisismiche rispondenti alle nuove tecnologie messe in atto in questo campo. Il nuovo allestimento è stato corredato da un Piano d’Emergenza delle opere (disaster plan) che tiene conto delle nuove normative in materia e delle linee guida dettate dall’ICCROM e dall’ICOM, corredato anche da indicazioni sullo smontaggio delle opere e un piccolo “manuale” di pronto intervento da mettere in atto nel caso in cui l’opera avesse subìto dei danni. In caso di calamità o emergenza, per le opere previste dal disaster plan, dei sistemi di “sgancio rapido” permetteranno di prelevare l’opera nel minor tempo possibile. La Galleria Nazionale dell’Umbria sarà uno dei primi musei statali a dotarsi di un tale piano d’Emergenza.
Sul fronte della sicurezza sismica, a seguito di una convenzione siglata nel 2019 tra la Galleria Nazionale dell’Umbria e il Comune di Perugia, è in corso di perfezionamento un intervento, finanziato dal Ministero della Cultura e gestito, in qualità di stazione appaltante ausiliaria, dal Comune di Perugia, per la riduzione della vulnerabilità sismica di palazzo dei Priori. A tal fine sono stati effettuati i rilievi geometrici, le indagini sui materiali e le verifiche di vulnerabilità sismica dell’intero aggregato edilizio propedeutici alla progettazione delle opere strutturali che andranno a integrare i lavori di consolidamento già realizzati sul palazzo a seguito del sisma del 1997, in linea con le più recenti normative per la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale. Al momento è in corso la preparazione, da parte del Comune di Perugia, della gara a procedura aperta per l’affidamento del servizio di progettazione degli interventi di miglioramento sismico del complesso immobiliare.
Attuale allestimento. Foto Galleria Nazionale dell’Umbria |
Secondo la Galleria, l’obiettivo primario della comunicazione del nuovo percorso allestitivo sarà la piena leggibilità: riprogettare gli spazi e i percorsi significa anche perseguire alcuni obiettivi strategici, come la piena accessibilità, fisica e intellettuale, e una comunicazione coesa e coerente. La Galleria aspira a potenziare quel ruolo centrale di narratrice e, al contempo, spettatrice e attrice nella qualificazione del territorio, dell’identità e della storia di quest’ultimo, in termini di educazione, di benessere sociale e di sviluppo. Al fine di concretizzare queste vocazioni, il nuovo allestimento (accompagnato da un progetto coerente di comunicazione culturale) intende rivalutare le aspettative del pubblico, configurarsi come un costante laboratorio, coniugare un chiaro e preciso itinerario espositivo con percorsi individuali liberi.
Pertanto, nell’ideare e riprogettare i percorsi comunicativi si terrà conto dei flussi, ossia i movimenti (di persone e cose) attraverso gli spazi, ma anche attraverso il tempo, e verranno valutati i centri di interesse e le ipotetiche ‘strettoie’ (con conseguenti affollamenti e soste, tenendo conto delle barriere e dei dislivelli). Un nuovo e originale concept architettonico-espositivo, nel rispetto della leggibilità dell’architettura del contenitore, permetterà al visitatore di comprendere la stratificazione dell’edificio, interessato dalla dinamica inclusione ed esclusione: il continuo scambio tra dentro e fuori, infatti, è una peculiarità estetica del percorso di visita, che andrà potenziato come strumento di narrazione della personalità della struttura medesima e del suo rapporto, manifesto e non, con l’antico. I nuovi allestimenti, fa sapere il museo, dovranno rivolgersi a tutte le fasce di pubblico, prevedendo specifici e diversificati livelli di lettura e interazione: dovranno essere adottate tutte le più moderne tecniche di presentazione, di mediazione culturale e linguistica, di scenografia al fine di intercettare l’attenzione del visitatore e rendere così duratura e soddisfacente l’esperienza, nonché di offrire occasioni di autonomia di visione e di interpretazione in una contemperanza feconda di suggerimento guidato e di libertà critica. La possibilità di scegliere e di selezionare potrebbe, infatti, essere un modo per ovviare alla noia e alla distrazione.
Essendo il museo il luogo principe del riconoscimento dell’identità, della storia e della memoria, le opere si presenteranno nella loro singolarità e nella loro preziosa capacità di documentare ed evocare complessi artistici, produttivi e sociali. In quest’ottica, la dimensione museografica ed estetica privilegiata sarà la polifonia, da declinarsi sia in un discorso paratattico (relazione per cui due o più elementi si collegano tra loro, pur mantenendo autonomia semantica e sintattica) sia in una prospettiva ipotattica (rapporto gerarchico e di subordinazione che si stabilisce tra due o più elementi). Configurandosi, come tutti gli altri istituti museali, come una forma di comunicazione non verbale, le opere e, in questo caso, l’edificio diventano le sue parole. È per questa ragione che la mediazione scritta, tutta redatta in comunicazione aumentativa e alternativa, dovrà migliorare la ricezione e la comprensione del messaggio primario, coordinandosi con il concept museografico e allestitivo, tramite l’immagine resa.
Attuale allestimento. Foto Galleria Nazionale dell’Umbria |
Grazie a un nuovo accordo con il Comune di Perugia, che ha concesso alla Galleria Nazionale dell’Umbria alcuni ambienti al piano terra del Palazzo dei Priori prospicienti Piazza IV novembre (la cosiddetta sala “del Grifo e del Leone” e ambienti limitrofi), del museo rinnovato farà parte integrante anche la nuova biblioteca. Inserendosi di fatto nel circuito già nutrito di biblioteche pubbliche e private della città, la GNU amplierà considerevolmente il proprio ruolo culturale offrendo un contributo specialistico sia sotto il profilo del patrimonio librario che dei servizi; nella nuova biblioteca si potranno trovare, infatti, risorse e informazioni riferite prevalentemente al settore storico-artistico, del restauro, della conservazione e tutela dei beni culturali. Concepito e arredato secondo gli standard più aggiornati al termine un’attenta rifunzionalizzazione degli ambienti e degli impianti progettata dal personale interno, questo nuovo spazio culturale sarà aperto a studiosi, studenti e appassionati d’arte in modo da garantire l’accesso e la fruizione dei servizi anche ai cittadini svantaggiati o diversamente abili, verso i quali il museo da tempo ha predisposto attività bibliotecarie e percorsi museali specificatamente dedicati (Museo, spazio della memoria, rivolto a persone con Alzheimer e Liberi d’Arte, rivolto alla popolazione carceraria del territorio perugino). L’attivazione di un servizio di reference consentirà, inoltre, di soddisfare bisogni, aspettative ed esigenze degli utenti.
Con il suo patrimonio bibliografico, dotato di oltre 25.000 volumi e opuscoli, costantemente incremento grazie a donazioni, scambi e acquisti (Tax Credit Librerie 2020), la Biblioteca partecipa al progetto OPAC SBN e fa parte del Polo Bibliotecario Umbro (opac.umbriacultura.it), il che le consente di garantire l’accessibilità ai cataloghi anche attraverso la rete. Il valore aggiunto della Biblioteca, infine, è certamente costituito dal suo Archivio Storico, uno dei nuclei fondanti del vasto progetto de La Galleria Digitale.
Dal 2017 è stato attivato il progetto La Galleria Digitale con la volontà di rendere fruibile e consultabile il patrimonio culturale anche grazie alla digitalizzazione di tutte le consistenze fisiche presenti nel museo, dai documenti d’archivio alle fotografie storiche, passando per i testi inerenti la collezione ormai fuori catalogo oltre che inserendo gli oggetti multimediali legati alle attività realizzate negli ultimi anni. Una necessità che si lega alla volontà della Galleria di promuovere e valorizzare il proprio patrimonio rivolgendosi al più ampio bacino d’utenza possibile, in modo che il percorso di visita possa iniziare ancor prima che l’utente si trovi fisicamente dentro le sale del museo, permettendogli così di scoprire, conoscere e approfondire la collezione anche “da remoto”. Fino a oggi sono stati digitalizzati oltre 200.000 file che consentono di collegare ogni singola risorsa digitale alla relativa opera d’arte della collezione, in modo da costruire un database unico consultabile online. Dalla scheda di ogni singola opera sarà quindi possibile accedere a una serie di funzionalità collegate, tra cui sezioni tematiche, ingrandimenti di dettagli, documenti storici e inventariali fino a oggi non liberamente accessibili, descrizioni testuali e audioguide, collegamenti con ulteriori pagine, pulsanti di condivisione sui principali social e geolocalizzazione della provenienza originaria e della collocazione attuale in Galleria. La valorizzazione e la fruizione culturale del museo cambieranno quindi radicalmente la loro forma, per trasformarsi in un’esperienza “su misura” in cui l’utente svolgerà un ruolo sempre più centrale, avendo la possibilità di personalizzare l’esplorazione cognitiva della collezione in base ai propri interessi. Sarà quindi possibile conoscere e scoprire materiale storico e conservativo finora difficilmente consultabile, agevolando così anche la ricerca da parte degli studiosi.
Inoltre, nel ripensare il sito internet, in linea con tutti i criteri estetici, museografici e comunicativi, la Galleria metterà al centro la user exeperience, attraverso l’importanza attribuita al fruitore finale. Il sito sarà uno strumento aperto, passibile di modifiche sulla base dei feedback degli utenti. I criteri che hanno ispirato il restyling, dopo una fase di ricerca e di analisi, sono stati la volontà di comprendere cosa e come comunicare, anche mediante un processo di snellimento finalizzato alla piena usabilità; l’idea di costruire uno strumento nell’ottica di un sentiero percorribile, con gradi diversi di focalizzazione; la volontà di utilizzare il sito internet per reperire dati sui pubblici, effettivi, potenziali e non potenziali, e per organizzare una targettizzazione volta al miglioramento del racconto museale e dell’offerta culturale. All’interno del nuovo sito sarà presente un catalogo generale delle opere, in costante aggiornamento sulla base di ricerche e nuovi studi; ci saranno poi approfondimenti sulle opere, su percorsi tematici (tra i quali fiore all’occhiello sarà quello musicale con pillole audio nelle quali viene riprodotto, grazie a strumenti musicali antichi, il suono di quelli dipinti), sul rapporto con il territorio e con le committenze, e un collegamento per la consultazione dell’archivio digitale.
Quanto all’attività editoriale, nel corso dei mesi in cui si andranno a realizzare i lavori di riallestimento del museo e l’accesso agli spazi sarà quindi interdetto ai “non addetti ai lavori”, le attività rivolte al pubblico della Galleria si concentreranno verso settori paralleli che di norma sarebbero accessori alla visita ma che invece, ora, diverranno centrali per garantire l’interazione con gli utenti. Tra queste attività l’editoria nel corso dei prossimi mesi costituirà una delle occasioni per mantenere vivo il dialogo con il mondo degli studiosi e degli appassionati d’arte, dando conto già prima della riapertura delle molte ricerche e studi su cui si baserà il nuovo ordinamento. L’elenco di queste pubblicazioni e il loro timing di uscita è assai serrato e consentirà di divulgare un ampio spettro di temi di ricerca scientifica, che sono stati premessa imprescindibile per la progettazione del nuovo ordinamento dell’esposizione permanente.