A Palazzo Madama torna a essere esposta al pubblico, dal 21 dicembre 2022, nella sala dedicata del secondo piano, la collezione di tessuti e moda, con oltre cinquanta opere della collezione. Quest’ultima comprende circa 4mila manufatti ed è tra le più importanti d’Italia. L’allestimento, che riproporrà a rotazione nuove opere della raccolta, cambierà periodicamente, al fine di preservare la corretta conservazione dei beni.
Ai frammenti copti in lino e lana lavorata ad arazzo, i più antichi del museo, provenienti da Antinoe, città del Medio Egitto fondata dall’imperatore Adriano, seguiranno i tessuti medievali, che documentano la magnifica produzione delle manifatture seriche del bacino mediterraneo e dei primi importanti centri manifatturieri italiani. Per molti secoli la produzione e la lavorazione della seta sono stati un segreto ben protetto dalla Cina, filtrato poi attraverso l’Asia centrale e l’Iran sasanide. Solo alla fine del VI secolo l’industria della seta si è insediata nel Mediterraneo orientale bizantino e si è estesa poi verso occidente, seguendo l’espansione islamica. Le preziose stoffe di seta sono giunte quindi nell’Europa cristiana quali doni diplomatici e sono entrate nei palazzi imperiali e papali e nei tesori delle cattedrali a protezione delle sacre reliquie. Tra il XII e il XIII secolo la tessitura della seta ha inizio finalmente in Italia, in particolare a Venezia, a Lucca e a Firenze. I velluti italiani operati, lavorati con filati d’oro e d’argento, sono i tessuti più richiesti da ogni corte del Rinascimento. Ne sono esposti a Palazzo Madama due esemplari di notevole qualità: un telo cremisi veneziano tagliato a due altezze, storicamente detto alto-basso, e un ampio frammento di velluto di seta rossa e oro filato dal caratteristico disegno tardo quattrocentesco dei fiori di cardo, già parte di una veste liturgica.
Tre importanti manufatti illustrano l’arte del ricamo nel Cinquecento: la tovaglia con la raffigurazione dei Quattro Continenti, attribuita alla ricamatrice milanese Caterina Cantoni, divenuta famosa tra i contemporanei per la raffinata tecnica del ricamo a doppio diritto e professionista, i cui lavori erano contesi dalle corti di tutta Europa; una tovaglia lavorata in Italia, ma in ambito domestico, decorata da poetici motti d’amore e da un repertorio di fini disegni policromi di putti, delfini, manufede, leoni rampanti; infine, un ricamo che raffigura la parabola delle Vergini sagge e delle Vergini folli, ricamate in seta su fondo in lana con gli abiti delle donne della Svizzera tedesca della fine del Cinquecento.
Teli da arredo e stoffe da abbigliamento sono affiancati nelle vetrine storiche della sala e raccontano il cambiamento del gusto decorativo nei secoli, con un particolare focus sull’abbigliamento e sullo stile del Settecento, quando i motivi bizarre, a pizzo, a isolotti, a meandri si susseguono rapidamente, seguendo la moda dettata da Parigi e dalle manifatture lionesi.
Tra questi tessuti, esposti nelle sale del Museo Civico tra gli ultimi decenni del XIX e i primi del XX secolo, numerosi furono riprodotti in quegli anni da manifatture tessili italiane, in particolare dalla manifattura torinese Guglielmo Ghidini. Fondata nel 1865, vent’anni più tardi la Guglielmo Ghidini, Fabbrica di seterie e broccati d’oro, aveva stabilimento alla Barriera di Casale e dava lavoro a oltre trecento operai. Nel nuovo allestimento, Palazzo Madama espone alcune delle stoffe che riproducono modelli della sua collezione, per ricordare il ruolo che il Museo Civico, museo d’arte applicata all’industria, svolse realmente nei confronti delle attività produttive della città.
Dalla collezione di abiti e accessori di moda è esposta una scelta di capi, che spazia dal XVII secolo agli anni Venti del Novecento. Alcuni di essi sono stati oggetto di restauro e di studio in anni recenti. La riapertura della sala è occasione per vedere un giuppone ricamato con i nodi di Casa Savoia, unico capo seicentesco, oggi conservato, riferibile con certezza al casato, un’andrienne confezionata con un ricchissimo lampasso lionese precedente alla metà del Settecento, un abito femminile in stile Impero in leggerissima garza di seta e due vestiti in stile Charleston di sartoria milanese. Per la prima volta è esposto anche un banyan, veste da casa maschile, in seta dipinta in Cina e confezionata in Europa nel terzo quarto del Settecento. È presentato con un habit in velluto miniatura ricamato a fiori e diversi accessori maschili in una vetrina ambientata.
Al tema del riuso ci avvicina invece un abito degli ultimi anni dello stesso secolo, che fu oggetto di un riadattamento per adeguarsi alle nuove esigenze di una neo-mamma ed essere comodo per l’allattamento.
Immagine: Telo. Svizzera, Sciaffusa (1580-1600; tela e diagonale di lana ricamati in lana e in filato dorato). Dono Maria Luigia Visconti Venosta 1889; Torino, Palazzo Madama
Torino, gli antichi tessuti della collezione di Palazzo Madama tornano esposti nella nuova sala dedicata |