Sarà presentato il 30 agosto il nuovo Museo della Fisica “Giovanni Poleni” dell’Università di Padova, dedicato al fisico Giovanni Poleni (Venezia, 1683 - Padova, 1761), stimato da Eulero, Newton, Leibnitz e Cassini, membro delle principali accademie europee, autore di innumerevoli contributi scientifici (all’Università di Padova gli furono nel tempo affidate ben cinque cattedre nelle discipline dell’astronomia, della filosofia naturale, della matematica, della fisica e della nautica).
La storia del museo è molto antica e affonda le radici nella creazione, proprio da parte di Poleni, del Gabinetto della Fisica dell’Università di Padova, nel 1739: il gabinetto raccoglieva alcuni oggetti che dovevano servire a illustrare con esempi pratici i contenuti delle lezioni di fisica sperimentale che Poleni teneva nell’ateneo veneto. Il gabinetto raccoglieva ben quattrocento strumenti ed era uno dei più ricchi d’europa del suo genere: un centinaio di questi sono arrivati fino ai giorni nostri e costituiscono il nucleo centrale del museo, che si è poi arricchito nel corso di tre secoli. Il museo odierno risale invece alla sistemazione della collezione avvenuta negli anni Settanta grazie al contributo di Gian Antonio Salandin, allora docente al Dipartimento di Fisica, che studiò e mise in salvo la collezione di strumenti di fisica dell’Uniersità di Padova che, nel 1937, da Palazzo del Bo era stata trasferita nell’edificio di via Marzolo divenuto sede dell’allora Istituto di Fisica (e tuttora sede del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Galileo Galilei”). La raccolta oggi include circa settecento pezzi esposti, più altri conservati nei depositi.
Il nuovo Museo “Giovanni Poleni” dell’Università di Padova, che rappresenta un’evoluzione e un’aggiornamento del Museo di Storia della Fisica, si pone adesso come una sorta di “viaggio nel tempo”, dal Gabinetto di Fisica avviato a Padova da Giovanni Poleni nel 1739, fino alle ultime ricerche nel campo della Fisica. Quella che l’università ha messo a punto per la propria collezione di fisica è una presentazione che intende essere coinvolgente ed emozionante, e volta a mettere in risalto non solo le tante storie collegate ai vari strumenti, ma anche la bellezza di molti oggetti, che vengono esposti quasi come opere d’arte. L’idea è di portare il visitatore nel cuore del Gabinetto di Fisica di Padova, dal Settecento in poi, fino a presentare il lavoro dei fisici di oggi in una piccola sezione temporanea dove via via saranno esposti strumenti del XXI secolo. Per l’inaugurazione, sarà esposto un pezzo di CMS, uno dei rivelatori dell’LHC del CERN di Ginevra.
Saranno proprio gli oggetti i protagonisti assoluti del Museo “Giovanni Poleni”: ognuno di loro narra molteplici storie che il nuovo allestimento vuole portare alla luce. Tra i moltissimi oggetti in esposizione: lo strumento usato da Poleni nella verifica della statica e nel restauro della cupola di San Pietro in Vaticano, i termometri firmati da Angelo Bellani, il modello di battipalo con cui fu ricostruito a metà del Settecento il palladiano ponte di Bassano, uno ottocentesco di macchina a vapore pensato per la manifattura di tabacchi di Venezia, una delle prime cellule fotovoltaiche inventata e realizzata da Augusto Righi nel 1888, una straordinaria raccolta di radiografie realizzate da Giuseppe Vicentini tra il 16-18 gennaio 1896 solo due settimane dopo l’invenzione dei Raggi X, strumenti per studiare i raggi cosmici e tanti altri quali microscopi, galvanometri, strumenti per lo studio della rifazione e delle leggi della Fisica.
Nella foto: dettaglio della sfera armillare del XVI secolo conservata nel museo.
A Padova apre il nuovo Museo della Fisica, dedicato a Giovanni Poleni |