GAM Torino, nuovo allestimento collezione '900. Centrale l'opera d'arte


“Il primato dell’opera” è il nuovo allestimento delle collezioni permanenti del Novecento alla GAM di Torino.

Nuovo allestimento per le collezioni permanenti del Novecento della GAM di Torino: il nuovo percorso espositivo, a cura di Riccardo Passoni, intende restituire centralità all’opera d’arte, ponendole reciprocamente a confronto. 

Suddivise in diciannove spazi, i capolavori sono esposti secondo una logica storico-artistica che segue le principali correnti artistiche che si sono succedute nel Novecento e con un’attenzione particolare alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Dalla volontà di restituire il valore di alcuni artisti, è stato scelto di dedicare sale personali a questi ultimi. 

La prima sala è dedicata a Giorgio De Chirico, che ha generato un nuovo modo di pensare l’opera d’arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico, a Giorgio Morandi, che ha sviluppato un culto della forma e delle sue illimitate varianti, in una sorta di disciplina concettuale, con una continuità mentale e temporale che permette di presentare, all’inizio del percorso, anche le sue tarde Nature morte; ed infine a Filippo de Pisis, che ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra impressionismo e Informale.

Le sale successive ripercorrono alcune fasi fondamentali della storia dell’arte rappresentate dai capolavori della collezione: dalle avanguardie storiche con le opere di Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, Max Ernst, Paul Klee e Francis Picabia, alle proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma.

Segue poi la sezione dedicata all’astrattismo italiano, con artisti come Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l’arte dopo il 1945 tra figurativo e astratto e mostrano le acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, dove protagonisti sono Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida.

La GAM custodisce anche significativi esempi delle ricerche sperimentali, degli anni dell’Informale: da Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio Morlotti e Vasco Bendini. L’Informale più radicale di Emilio Vedova ed esempi di arte torinese coinvolta in queste dinamiche con Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini. 

Il New Dada e la Pop Art italiana e straniera, rappresentati da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol, cederà il passo a un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio al Museo sperimentale di arte contemporanea, che arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d’Arte Moderna, composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare le opzioni linguistiche di taglio innovativo e sperimentale, il nuovo allestimento culmina nell’Arte Povera: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio.

Sale personali sono dedicate a Felice Casorati, Arturo Martini, Alberto Burri, Lucio Fontana.
A Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per aver indicato l’esigenza di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell’arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma.

Nell’immagine, il nuovo allestimento della collezione del Novecento alla GAM di Torino, Il primato dell’opera. Ph.Credit Robino

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