Un luogo di cultura non solo per la conservazione e l’esposizione delle opere, ma anche per la trasmissione del sapere: con questo obiettivo le Gallerie degli Uffizi inaugurano la Cattedra Uffizi, un progetto che porta nel museo fiorentino un vero e proprio corso accademico, libero e aperto a tutti. Annunciato dal direttore Simone Verde, il programma prende ufficialmente il via il 28 febbraio, con una serie di dodici lezioni affidate a Fabrizio Paolucci, curatore delle Antichità Classiche delle Gallerie. Le conferenze si svolgeranno ogni giovedì nell’Auditorium Antonio Paolucci, alle 17:15, e proseguiranno fino al 6 giugno. Ogni incontro, della durata di 45 minuti, sarà anche reso disponibile online sul sito e sulla pagina Facebook del museo, per consentire una fruizione più ampia dei contenuti. Il primo ciclo di lezioni sarà dedicato al tema Conservare e divulgare l’Antico. Il collezionismo di statuaria classica a Firenze dal XV al XX secolo: principi, vicende e criteri espositivi. Un viaggio nella storia del collezionismo, dalle spolia medievali alla nascita delle raccolte rinascimentali, dal restauro delle sculture antiche all’epoca dei Medici fino ai metodi ottocenteschi della critica dell’arte classica.
“Le Gallerie sono un luogo di ricerca scientifica e trasmissione del sapere e dei saperi”, dichiara il direttore degli Uffizi, Simone Verde, “lo testimonia questa nuova iniziativa, pensata sia all’insegna dell’approfondimento che della divulgazione. I musei hanno, tra le loro funzioni sociali più importanti e vitali, quella di essere naturalmente spazi di elaborazione culturale: e gli Uffizi intendono assolvere a questo compito in maniera sistematica come richiesto dalla loro missione pubblica fondamentale”.
La prima lezione esaminerà il valore attribuito ai marmi antichi nel Medioevo, considerati reliquie della grandezza romana e spesso riutilizzati in nuovi contesti architettonici. Con il Rinascimento, il focus si sposterà sulla nascita delle prime raccolte di statuaria, dove l’arte classica non viene più vista come semplice materiale di recupero, ma come modello estetico e culturale. Il corso approfondirà il contributo dell’Umanesimo fiorentino nel riscoprire la Grecia classica e il ruolo fondamentale della famiglia Medici nella formazione delle prime grandi collezioni. Un’attenzione particolare verrà dedicata al fenomeno del restauro delle statue antiche, pratica diffusa tra XV e XVI secolo, che spesso trasformava frammenti di sculture in nuove opere ibride, secondo il gusto dell’epoca.
Nel XVII e XVIII secolo, l’antiquaria europea si evolve, tra ricerca meticolosa e ambizioni enciclopediche, mentre a Firenze i Granduchi di Toscana arricchiscono il patrimonio scultoreo, consolidando il museo mediceo di scultura, che da Palazzo Pitti confluirà negli Uffizi. Le lezioni esamineranno anche l’influenza dell’Illuminismo nella concezione moderna del museo come istituzione pubblica e scientifica, per arrivare all’Ottocento, quando l’archeologia si afferma come disciplina accademica e impone nuovi criteri di catalogazione e studio delle collezioni. Infine, verranno analizzati i cambiamenti di percezione della statuaria antica nel Novecento, con il declino del collezionismo storico e l’affermazione di nuove metodologie di studio, come la Kopienkritik e la Meisterforschung, sviluppate in Germania per individuare gli originali dai loro multipli.
La Cattedra Uffizi non si fermerà al primo semestre. Il direttore Simone Verde ha già annunciato i nomi di due autorevoli studiosi che guideranno i cicli successivi: il filosofo Giorgio Agamben e lo storico Franco Cardini.
L’iniziativa segna un importante passo nella direzione di un museo che non si limita a custodire il proprio patrimonio, ma si propone come un centro di ricerca, divulgazione e formazione, aperto alla comunità e al dibattito accademico. Un modello che richiama l’idea del museo illuminista come luogo di educazione e accesso al sapere, adattandola alle esigenze del pubblico contemporaneo.