Napoli, 160 reperti del Museo Archeologico Nazionale vanno in trasferta in Giappone


Un anno di tour in Giappone per 160 reperti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: in base a un accordo, a gennaio 2022 partirà una mostra, in tre tappe, dedicata a Pompei e alla sua storia, con gli oggetti del MANN. 

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli se ne va in trasferta in Giappone: ben 160 reperti del grande museo partenopeo, a partire dal 14 gennaio, prenderanno infatti la via del Sol Levante per una grande mostra su Pompei in più tappe, la prima delle quali si terrà al Museo Nazionale di Tokyo, il più antico istituto museale giapponese, specializzato in antichità nipponiche e, più in generale, asiatiche (e per il quale la mostra del MANN sarà la prima grande rassegna post-pandemia). Dell’evento si discute da tempo, e c’era stata anche una polemica nata a seguito dell’ipotesi di far partire per la capitale nipponica anche il celeberrimo Mosaico di Alessandro. Il complesso restauro dell’opera, che terminerà entro il 31 dicembre 2022, è stato infatti finanziato da alcuni soggetti giapponesi: The Asahi Shimbun, NHK, NHK Promotion e The Asahi Shimbun. Il mosaico però rimarrà in Italia.

La mostra giapponese durerà fino a dicembre 2022: dopo la prima tappa di Tokyo, che terminerà il 3 aprile, l’esposizione girerà a Kyoto (presso il Kyoto City Kyocera Museum of Art), e a Fukuoka, al Kyushu National Museum. Intitolata Pompeii, la mostra racconterà i legami tra le radici storiche dell’Occidente e dell’Oriente, “infrangendo” la specializzazione tematica e geografica dell’Istituto. Il progetto nasce nel 2019 quando il MANN ha siglato una Convenzione Quadro con il Tokyo National Museum, con lo scopo di valorizzare, con una grande mostra nel paese del Sol Levante, la conoscenza della cultura delle antiche città vesuviane. In seguito, in base anche alla politica di promozione delle relazioni internazionali messa in atto dal Ministero della Cultura, si è sviluppato il progetto scientifico della mostra che ha previsto, tra l’altro, la cooperazione del Ministero della Cultura Giapponese, dei Musei di Tokyo, Fukuoka e Kyoto, dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo e della Fondazione Italia Giappone. L’esposizione è organizzata dal quotidiano The Asahi Shimbun e dalla NHK, NHK Promotions Inc (Nippon Hoso Kyokai - Japan Broadcasting Corporation).

Come detto sopra, The Asahi Shimbun è tra i finanziatori del restauro del Mosaico di Alessandro, attività che si avvale della collaborazione anche dell’Istituto Superiore per il Restauro del MIC: alla prima fase di messa in sicurezza dell’opera, seguirà, nei prossimi mesi, la movimentazione del manufatto, per analizzare direttamente lo stato di conservazione del supporto originario, al momento non accessibile, e definirne compiutamente gli interventi da eseguire. Il restauro sarà concluso entro il 31 dicembre 2022 ed i lavori saranno condotti in un cantiere aperto ai visitatori.

Il percorso della mostra sarà articolato in cinque sezioni: la prima, introduttiva, sarà sull’eruzione del Vesuvio e il seppellimento di Pompei, la seconda sulla città di Pompei (architettura pubblica e religione), la terza sulla società pompeiana, la quarta sarà centrata sull’economia della città, e la quinta offrirà una panoramica sulla storia degli scavi (di Ercolano, Pompei, Stabiae e Somma Vesuviana) dalle origini fino a oggi. Filo conduttore dell’allestimento, curato, tra gli altri, dal Direttore del MANN, Paolo Giulierini, e da Masanori Aoyagi, Commissario per le attività culturali in Giappone, è il legame tra le città (Pompei, Ercolano, Tokyo, Kagoshima) ed i vulcani. La mostra partirà dal 79 d.C. e dal seppellimento di Pompei, per ripercorrere, quasi a ritroso, quei cicli di distruzioni e successive ricostruzioni che le comunità civili hanno messo in atto sin dall’antichità. In mostra saranno visibili al Tokyo National Museum, fino al 3 aprile 2022, contesti archeologici dalle Case del Fauno, del Citarista e del Poeta Tragico. Inoltre, anche grazie al lavoro di scavo nei depositi, svelando suppellettili (bronzi e vetri), sculture ed affreschi che decoravano domus e edifici pubblici romani, la rassegna darà testimonianza della cultura materiale che caratterizzava l’area vesuviana nel suo complesso. Per la mostra è stata realizzata ad hoc anche una ricostruzione delle pareti della Villa di Cicerone a Pompei, grazie alla combinazione di frammenti di decorazioni parietali, come i famosi satiri funamboli: il progetto è stato firmato dall’archeologa Rosaria Ciardiello e dai fotografi Luciano e Marco Pedicini.

“Con il Giappone”, dichiara Paolo Giulierini, “abbiamo intrapreso un importante viaggio culturale, iniziato ormai due anni fa; l’arte crea ponti tra i popoli e gli esiti finali di questa operazione, che ritengo possa forse essere la più importante nei rapporti tra Giappone ed Italia, sono costituiti da due obiettivi: il restauro del Mosaico di Alessandro, possibile anche grazie al generoso contributo di The Asahi Shimbun, e la realizzazione della grande mostra su Pompei, organizzata da The Asahi Shimbun e NHK. Questa mostra porta in Giappone reperti provenienti da contesti noti ed intende approfondire settori fondamentali della vita della celebre città vesuviana: passando dalla scoperta, che è stata la fortuna dell’archeologia occidentale, si giunge all’analisi della dimensione quotidiana, che avvicina le sensibilità di popoli, lontani nel tempo e nello spazio, ma pur sempre legati dalla necessità di fronteggiare le avversità della natura”.

Immagine: ricostruzione di una parete della villa di Cicerone. Foto di Pedicini Fotografi

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Napoli, 160 reperti del Museo Archeologico Nazionale vanno in trasferta in Giappone


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