Il Musja, sede museale privata nata poco meno di un anno fa a Roma per custodire l’ampia collezione di circa 2500 opere tra pitture, sculture, design e arredi, del fondatore Ovidio Jacorossi, si vede costretto a chiudere a causa dell’emergenza sanitaria.
Il museo aveva l’obiettivo di combinare una collezione permanente del Novecento con allestimenti temporanei di arte contemporanea, contribuendo all’offerta culturale e artistica di Roma con una programmazione di respiro internazionale.
Custode di un prezioso patrimonio, la famiglia Jacorossi ha deciso nel 2017 di compiere un importante intervento di restauro nell’edificio scelto per ospitare la collezione: un edificio nel cuore di Roma, sulle antiche rovine del Teatro di Pompeo. È nato da qui Musia, laboratorio di sperimentazione multidisciplinare, successivamente divenuto Musja, museo innovativo e aperto al dialogo con il pubblico.
Tuttavia, in una nota dello stesso direttore Ovidio Maria Jacorossi si legge ora che “le misure restrittive dovute all’emergenza sanitaria da Covid-19 non hanno consentito al museo di riaprire le sue porte. I limiti agli accessi e le numerose prescrizioni sanitarie non combaciano infatti né con le caratteristiche di una mostra ricca di grande installazioni site-specific né con la particolarissima struttura dello spazio”. “Purtroppo l’esperienza di Musja termina qui” aggiunge Jacorossi. “Per quanto motivati a rimboccarci le maniche e desiderosi di contribuire alla ripartenza del settore culturale, per una piccola realtà privata come la nostra, il momento non è dei più felici”.
Nell’immagine, l’allestimento di Musja. Ph.Credit Musja
Il Musja di Roma costretto a chiudere per sempre per le restrizioni dell'emergenza sanitaria |