Nuovi progetti in vista per uno dei musei più importanti della Svizzera: con la riapertura degli istituti della cultura in tutto il paese, che era programmata proprio per oggi, lunedì 1° marzo, prende il via anche la trasformazione del Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra. Il museo, aperto dal 1910, è uno dei più grandi del paese, con una superficie espositiva di 7.000 metri quadri e una rilevante raccolta di 650.000 oggetti che vanno dall’archeologia all’arte moderna: dai reperti dell’antico Egitto alla collezione greca e romana, dalle opere del Rinascimento svizzero e tedesco con le opere di Konrad Witz e altri grandi pittori del Quattro e del Cinquecento, fino ai capolavori degli impressionisti, per arrivare al Novecento con Picasso, Braque, Giacometti. Il nuovo direttore, Marc-Olivier Wahler, nominato nel 2019 (anche se, complice la pandemia, finora ha lavorato a museo praticamente sempre chiuso), ha annunciato il piano che ripenserà radicalmente il suo modo di presentarsi al pubblico e avrà anche l’obiettivo di espandere l’azione del museo per una maggior integrazione dell’istituto nell’ambito della vita della città e del paese.
Il prologo sarà una mostra curata dall’artista e designer viennese Jakob Lena Knebl (che rappresenterà l’Austria alla prossima Biennale di Venezia), a cui è stato affidato il compito di allestire una mostra che comprende una selezione di opere della collezione del Musée d’Art et d’Histoire, in dialogo con alcuni prestiti. La mostra, intitolata Marcher sur l’eau (“Camminare sull’acqua”) sarà dedicata alla vita culturale di Ginevra (il nome dell’esposizione fa riferimento al lago di Ginevra, ma non solo) e, soprattutto, presenterà ai visitatori dei modi totalmente nuovi (che a molti appariranno sicuramente bizzarri e stravaganti) per leggere gli oggetti esposti: l’arco cronologico va dal Rinascimento (che sarà rappresentato da una pala del summenzionato Konrad Witz) fino al 1971, anno dell’incendio del Casinò di Montreaux, eternato dalla celeberrima canzone dei Deep Purple, Smoke on the water. La mostra aspira a essere un evento partecipativo capace di rompere le barriere tra cultura alta e bassa, tra arte e design, tra canonico e popolare. La rassegna apre il 2 marzo “trasformando”, si legge in una nota, “le sale della collezione permanente in un teatro delle possibilità storiche, rendendo alcuni dei suoi pezzi più iconici protagonisti di una mise-en-scène fantastica e sovversiva”.
Il Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra. Ph. Photodrone.pro |
Una sala del museo. Ph. Credit Finestre sull’Arte |
Una sala del museo. Ph. Credit Finestre sull’Arte |
Una sala del museo. Ph. Credit Finestre sull’Arte |
Marcher sur l’eau vedrà, per esempio, una colossale statua di Ramses II (del 1290 a.C.) riallestita in una camera da letto in stile hollywoodiano, e poi ancora alcune sculture neoclassiche della dea Venere di cui una messa dentro una doccia e un’altra cui farà da sfondo una collezione di calzature femminili dal XIX secolo in avanti, e molto altro. Il pubblico potrà poi acquistare un abito in edizione limitata che Knebl (che ha studiato moda all’Università delle Arti Applicate di Vienna) ha appositamente disegnato in occasione dell’esposizione, e che sarà disponibile nello store del museo. Per questa mostra, Knebl ha dichiarato di essersi ispirata al racconto There are more things di Jorge Luis Borges, il cui titolo è preso a prestito dall’Amleto di Shakespeare, e nel quale viene descritto un incontro improbabile con strani oggetti e creature.
“L’arte, il design e gli oggetti della vita quotidiana hanno pari posizione negli spazi che creo”, sottolinea l’artista austriaca. “Il mio obiettivo è quello di costruire spazi ibridi che seducano e consentano nuovi modi di leggere opere familiari, per creare una presentazione che trasgredisca le norme del museo. Marcher sur l’eau è anche un riferimento al momento in cui proviamo qualcosa per la prima volta: funzionerà o no? Saremo capaci di camminare sull’acqua?”.
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud |
Allestimenti della mostra Marcher sur l’eau. Ph. Credit Julien Gremaud |
La direzione dell’istituto ginevrino ha già fatto sapere che Marcher sur l’eau costituisce un esempio del modus operandi che il Musée d’Art et d’Histoire seguirà sotto la direzione di Wahler. Wahler arriva a Ginevra dopo diverse esperienze che hanno riguardato soprattutto il campo dell’arte contemporanea: curatore, storico dell’arte e critico nato nel 1964 a Neuchâtel, Wahler ha cominciato la sua carriera al Musée Cantonal des Beaux-Arts di Losanna nel 1992, per approdare l’anno successivo al MAMCO (Musée d’Art Moderne et Contemporain) di Ginevra, prima di diventare co-fondatore e direttore del CAN - Centre d’art Neuchâtel nel 1995; dopodiché è stato direttore dell’Istituto Svizzero di New York dal 2000 al 2006, direttore e capo curatore del Palais de Tokyo di Parigi dal 2006 al 2012 e infine direttore del Michigan State University Broad Museum dal 2016 al 2019. “Non siamo semplicemente un museo d’arte, né un museo di storia”, dice Wahler. “Come ben spiega il nostro nome, siamo una fusione d’entrambi: un museo del patrimonio collettivo e della memoria, dove le persone possono incontrare oggetti e storie che le aiutino a comprendere il mondo attorno a noi. Il nostro obiettivo è di tirare fuori il meglio delle nostre collezioni per raccontare storie coinvolgenti e sorprendenti”.
Per descrivere i programmi espositivi che si terranno al Musée d’Art et d’Histoire, Wahler adopera l’espressione “laboratorio di idee”: l’obiettivo delle mostre sarà quello di ripensare il modo in cui il pubblico si relaziona al museo, oltre che di ripensare al modo di presentare gli stessi oggetti che l’istituto conserva e le storie che racconta. Ogni sei mesi, l’istituto ospiterà all’incirca dieci nuove mostre di diverse dimensioni (che ricadranno nelle categorie “XL”, “L”, “M”, “S” e “XS”, come le taglie di un vestito): le mostre più grandi (“XL” e “L”) vedranno la presenza di un curatore esterno che porterà la sua visione all’interno del museo (nel primo semetre) e un approfondimento su uno specifico aspetto della collezione (nel secondo semestre). Saranno due le mostre di questo tipo ogni anno. Le mostre “M” saranno invece quattro e saranno sguardi su elementi della raccolta permanente, mentre i dodici appuntamenti di tipo “S” porteranno all’attenzione del pubblico due oggetti scelti dal direttore. Infine, ci saranno eventi settimanali (“XS”) che si terranno tutti i giovedì: si andrà dalle inaugurazioni alle conferenze passando per le performance.
Marc-Olivier Wahler |
Il nuovo logo del museo |
Per sottolineare il nuovo corso, il Musée d’Art et d’Histoire ha lanciato un nuovo sito web e una nuova identità visiva che, negl’intenti del museo, riflette la sua ambizione di portare la storia nel contesto della contemporaneità. La grafica è stata disegnata dallo studio Hubertus Design di Zurigo: il nuovo logo del museo prende la forma di una linea semplice e ininterrotta che traccia i contorni dell’acronimo del museo, “MAH”. La linea intende richiamare un’iscrizione cuneiforme, una costellazione dello zodiaco, un processo di trasformazione nel tempo e nello spazio. “È sia linguaggio che simbolo”, spiega Jonas Voegeli, direttore di Hubertus Design. “E in quanto tale, ricade nell’ambito di due categorie diverse: una parola e un segno, con le rispettive qualità iconografiche”. Oltre al logo, lo studio ha disegnato anche uno speciale font, “MAH-Sans”, col quale verranno scritti pannelli e materiale informativo del museo.
Infine, il museo ha deciso di espandersi fuori dalla città. Il Musée d’Art et d’Histoire ha dato infatti il via alla pianificazione di un campus museale con spazi per mostre, conferenze e altro, per dare al museo e alla città nuovi spazi. Nel corso dell’anno verrà lanciato il concorso internazionale che dovrà selezionare lo studio d’architettura a cui sarà affidato il compito di progettare il piano di espansione. “Il nostro obiettivo”, conclude Wahler, “è quello di consegnare un museo riconosciuto a livello internazionale e in linea con gli standard più alti della nostra professione. Un museo che sia distintamente radicato nella città di Ginevra, e che veda se stesso come un’ancora per la città e una risorsa per i suoi cittadini”.