Non c’è limite all’ignoranza: il Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara ha trovato nella propria cassetta, al rientro dalle ferie, una lettera con insulti antisemiti e una foto di un campo di sterminio. La lettera è affrancata ma priva di timbri, dunque è stata portata a mano al museo tra il 22 dicembre e il 6 gennaio, periodo in cui il museo era completamente chiuso, anche per il personale. La Digos sta indagando sulla vicenda: saranno esaminate le telecamere di sorveglianza per risalire agli autori del gesto ignobile.
“Abbiamo immediatamente sporto denuncia alle autorità competenti e abbiamo massima fiducia nell’attività investigativa tuttora in corso”, si legge in una nota del MEIS. “Continueremo a perseguire la missione culturale ed educativa del museo senza farci impressionare o intimidire da tali atti”. Ferma condanna anche dal sindaco di Ferrara, Alan Fabbri (Lega): “Piena solidarietà al Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, bersaglio di offese e minacce. Non sarà la violenza a prevalere, ma la costanza e l’impegno di chi lavora ogni giorno per conservare e tramandare la memoria di ciò che è stato. Grazie quindi al direttore Amedeo Spagnoletto e a tutto il personale del Meis per la preziosa missione che portano avanti, grazie alla Digos per il lavoro investigativo sulle tracce dei responsabili e a tutte le forze dell’ordine impegnate nei servizi di protezione e sicurezza. Siamo al loro fianco. Il Meis è un patrimonio nazionale che non a caso ha sede a Ferrara. La storia della nostra città, infatti, si intreccia fortemente alla cultura ebraica, e ne è arricchita. Ed è impegno della nostra Amministrazione tutelare, promuovere e valorizzare questo patrimonio. I deliri antisemiti contenuti nella lettera, di qualsiasi matrice siano, non possono essere né tollerati né sottovalutati e devono avere pesanti conseguenze per i responsabili. È ora di mettere definitivamente fine a episodi di questo tipo”.
Parole di disprezzo nei confronti del gesto anche da parte del presidente della regione, Stefano Bonaccini (Pd), e dell’assessore alla cultura, Mauro Felicori. “Sdegno. È quello che proviamo, prima di tutto come persone. E poi come rappresentanti delle Istituzioni. Di fronte a gesti come questi è importante stringerci a chi, in questo caso il Museo dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara, è fatto bersaglio di farneticazioni inqualificabili. L’antisemitismo è stato un dramma immane, una ferita per l’intera umanità, e bisogna essere fermi nel non sottovalutare e nel condannare gesti che si rifanno ad una delle pagine più buie della storia. Bisogna dire basta all’odio e a chi alimenta un clima di rabbia, di chiusura, di scontro. Il Museo dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara arricchisce, con le proprie testimonianze e la memoria della Shoah, il patrimonio storico della nostra regione, costituendone anche una importante parte identitaria. La cultura è un potente antidoto anche per smaltire le scorie del secolo scorso. Noi ci crediamo, le istituzioni sono impegnate su questo obiettivo comune. E non ci sarà spazio per l’odio e per l’intolleranza”.
È poi arrivata anche la dura condanna del ministro dei beni culturali Dario Franceschini: “Ferma e risoluta condanna del gesto antisemita indirizzato al Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara. Un atto vile e spregevole, che colpisce un’istituzione culturale voluta per ricordare le sofferenze, le persecuzioni e le atrocità subite dalla comunità ebraica italiana a causa delle infami leggi razziali”.
Nella foto: la sede del MEIS di Ferrara.
Vile gesto contro il Museo dell'Ebraismo di Ferrara: recapitata lettera con insulti antisemiti |