Il Museo Nazionale dell’Arte Digitale ha finalmente la sua prima direttrice: è Ilaria Bonacossa, storica dell’arte, negli ultimi anni legata alla fiera d’arte contemporanea Artissima di Torino. È stata nominata ieri assieme ai cinque nuovi direttori dei musei autonomi, vincendo la concorrenza, nella terna finale, di Giulia Bini e Simone Arcagni. Una direttrice per un museo... che non c’è.
Il Ministero della Cultura presenta infatti il Museo Nazionale dell’Arte Digitale come un istituto che “sarà dedicato alla produzione e presentazione di contenuti digitali, svolgendo un ruolo strategico nello scenario culturale contemporaneo, sempre più digitalizzato, connesso e globalizzato, in cui la stessa nozione di opera e di pubblico va inevitabilmente evolvendo”. Tuttavia, come rilevavamo su queste pagine a fine settembre, il museo, la cui nascita è stata annunciata il 24 giugno scorso, è al momento un oggetto misterioso, dal momento che non se ne conosce il progetto, non è dato sapere quali opere conterrà e come sarà organizzato, e neppure come interagirà con la sua sede, l’ex Albergo Diurno Venezia di piazza Oberdan, gioiello dell’Art Déco in condizioni di semiabbandono da un decennio. È auspicabile che nei prossimi giorni il progetto possa essere meglio presentato a pubblico e addetti ai lavori.
Ilaria Bonacossa, milanese, classe 1973, avrà dunque il compito di dare forma al museo. Storica dell’arte contemporanea, Ilaria Bonacossa, dopo gli studi classici al Liceo Tito Livio di Milano, si è laureata in storia dell’arte contemporanea alla Statale di Milano con una tesi sui pittori italiani negli archivi Goupil di Bordeaux, e ha poi frequentato dal 1998 al 2002 la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte sempre alla Statale di Milano. Per lei anche un Master in Studi Curatoriali di Arte Contemporanea al Bard College di New York, ottenuto col massimo dei voti.
Proprio al Bard College, Bonacossa ha curato la sua prima mostra, Leggerezza. An alternative History of Italian art, tenutasi nel 2001. Ha curato diverse mostre, tra cui personali di Tomás Saraceno, Marzia Migliora, Flavio Favelli, Kees Goudswaard, Ian Kiaer e molti altri. A lavorato presso diverse strutture: dopo i tirocini da Christie’s e al Guggenheim di New York, è stata per due anni alla galleria Luhring Augustine di Londra per poi diventare assistente curatrice alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, della quale è poi diventata curatrice e coordinatrice nel 2005. Nel frattempo ha collaborato all’organizzazione di numerose manifestazioni internazionali. Dopo l’esperienza torinese, dal 2012 al 2017 è stata Direttrice artistica del Museo Villa Croce a Genova e dal 2014 è curatrice delle installazioni permanenti d’arte contemporanea di Antinori Art Projects. Nel 2013 ha curato il Padiglione Islandese alla Biennale di Venezia e ancora prima, nel 2007, era stata membro per la Giuria per il Leone d’Oro. È stata anche membro del comitato tecnico per le acquisizioni di FRAC Provenza-Alpi Costa Azzurra a Marsiglia, del comitato direttivo del PAC di Milano e direttore del programma internazionale Artist’s Pension Trust. Nel 2017 infine la nomina come direttrice di Artissima, che ha guidato fino al 2021. Dal 2006 inoltre è stata contributor per l’arte contemporanea della rivista Mousse, e ha firmato anche alcuni contributi per Finestre sull’Arte, sia sull’online sia sul cartaceo.
Nell’immagine: Ilaria Bonacossa. Foto di Giorgio Perottino
Chi è Ilaria Bonacossa, nuova direttrice del Museo dell'Arte Digitale, il museo che non c'è |