Il Castello di Cardiff, uno dei monumenti più celebri del Galles, è un singolare concentrato di storia, dove Medioevo e Ottocento convivono armoniosamente. Oggi nella sua parte principale si presenta come una straordinaria residenza neogotica di epoca vittoriana, ma questo non significa che la sua storia sia così recente (anche perché è ancora in piedi il suo iconico mastio medievale): le origini del Castello vanno infatti rintracciate duemila anni fa. La storia comincia nel I secolo avanti Cristo, quando i romani, arrivati in Britannia, difensero l’area su cui sorge l’odierna città con una serie di fortificazioni per proteggere l’entroterra dalle incursioni dei pirati: si trattava del primo insediamento nella zona dove oggi si trova il castello. Terminata la dominazione dei romani e caduto in disuso il sistema di fortificazioni, il Castello di Cardiff fu ricostruito nell’XI secolo dai Normanni. I Normanni tennero il Castello fino al 1216: durante quest’epoca fu aggiunto il mastio, quando nel castello risiedeva Robert Fitzhamon, cavaliere al servizio di re Guglielmo il Conquistatore. E sempre in quest’epoca, attorno al Castello si sviluppò il primo nucleo della Cardiff medievale.
Nel 1216, alla scomparsa di Guglielmo di Gloucester, il signore che nel frattempo era divenuto feudatario del Castello, il maniero passò alla famiglia De Clares per via ereditaria: i De Clares ressero il castello per un secolo, fino all’estinzione della famiglia avvenuta nel 1314, anno in cui re Edoardo II assegnò il feudo di Cardiff al suo favorito, Ugo Despenser il giovane. Quando la famiglia Despenser cadde in disgrazia a seguito del tradimento di Ugo, che cospirò contro la corona inglese e pertanto fu condannato a morte, il castello, pur rimanendo di proprietà della famiglia, venne retto de facto dal governatore della regione. Nel 1416 il Castello di Cardiff passò per vie ereditarie ai Beauchamp e da questi, nel 1449 ai Neville, che lo ressero durante la guerra delle Due Rose. Passato dunque ai Tudor, nel 1551 fu acquistato da William Herbert, conte di Pembroke: la famiglia ne detenne la proprietà per due secoli, ma nel Seicento il Castello non era abitato e cadde in rovina. Fu poi anche occupato durante gli anni della guerra civile e nel 1776, pesantemente alterato, diventò proprietà dei marchesi di Bute, che avviarono importanti lavori di restauro e ristrutturazione.
I Bute trasformarono Cardiff nel più grande porto mondiale di esportazione del carbone, e fecero fortuna grazie alle loro attività commerciali: si pensi che John, terzo marchese di Bute, nel 1860 era considerato l’uomo più ricco del mondo. Fu proprio John Bute, nel 1866, a incaricare l’architetto William Burges (Londra, 1827 - 1881) della trasformazione del Castello in una magnifica residenza neogotica. Furono aggiunte le torri gotiche che vediamo ancora oggi, vennero progettati gli opulentissimi interni con pitture murali, vetrate, marmi, dorature, apparati scultorei in legno. Una delle particolarità del Castello consiste nel fatto che John Bute volle inserirvi delle stanze a tema: ecco dunque camere italiane o arabe, giardini mediterranei, sale gotiche, e così via. Sia Bute che Burges scomparvero prima che il lavoro venisse portato a termine, e le operazioni furono dunque completate da John IV. Non era però terminato l’antico ruolo strategico del Castello: durante la seconda guerra mondiale, infatti, il Castello di Cardiff fu utilizzato per l’ultima volta come struttura difensiva. Mentre gli aerei della Luftwaffe bombardavano la città, sotto le mura del castello furono creati dei rifugi antiaereo che diedero riparo a circa duemila abitanti (oggi sono visitabili). Infine, nel 1947, dopo la scomparsa del quarto marchese di Bute, il Castello fu ceduto allo Stato, ed è oggi un museo visitabile.
Il mastio medievale del Castello di Cardiff. Foto Castello di Cardiff |
La residenza neogotica. Foto Castello di Cardiff |
Il soffitto della Camera Araba. Foto Castello di Cardiff |
La Banqueting Hall. Foto Castello di Cardiff |
Le mura esterne. Foto Castello di Cardiff |
Vista dall’alto. Foto Città di Cardiff |
Non tutto ciò che di antico c’era nel Castello, tuttavia, è andato perduto. Ci sono ancora importanti resti del forte romano, scoperti nel 1888, quando il terzo marchese di Bute decise di costruire una torre: gli scavi archeologici condotti successivamente hanno appurato di scoprire che le pareti in cui gli operai del marchese si erano imbattuti erano i resti delle mura del forte romano, oggi visibili nel Centro Visitatori del Castello. Inoltre, è sopravvissuto anche il mastio normanno, il più importante del Galles: oggi ci si può salire sopra, attraverso un’ascesa con 50 ripidi gradini, e godere dall’alto della vista della città. Non sono invece medievali le possenti mura all’ingresso: si tratta, in questo caso, di una ricostruzione che risale ai lavori di epoca vittoriana (i camminamenti delle mura sono comunque percorribili).
La parte più nota del Castello sono comunque gli appartamenti ottocenteschi. Il terzo marchese di Bute nutriva un forte fascino per il passato medievale, condiviso dall’architetto William Burgess, e i due poterono così dare libero sfogo alla loro immaginifica fantasia. Dallo studio di Lord Bute, decorato come fosse una cappella gotica, si passa alla spettacolare Camera araba del 1881, con il suo incredibile soffitto in legno decorato a foglia d’oro che imita le nicchie muqarnas delle moschee arabe (si tratta delle decrazioni con tante nicchie sovrapposte). La Banqueting Hall, ovvero la sala dei banchetti, è la più antica del Castello: la struttura è ancora quella del XV secolo, ma i particolarissimi affreschi furono realizzati nell’Ottocento a imitazione di quelli che si possono ammirare negli edifici medievali. L’unica sala del Castello che risale ai lavori settecenteschi, ovvero ai primi anni in cui i Bute abitarono nel maniero, è la Drawing Room, piccolo salotto un tempo sontuosamente arredato (gran parte di ciò che era al suo interno fu rimosso quando la famiglia donò nel 1947 il castello alla città). Infine, nella parte più antica si trova anche una Biblioteca, in quella che era la grande aula quattrocentesca del Castello.
Tutte le parti del castello sono racchiuse nel grande quadrilatero delle mura: oltrepassato l’ingresso, si vedrà la residenza vittoriana sul lato sinitro e il mastio medievale sull’angolo di fondo, rialzato sopra un terrapieno. La parte destra è invece occupata interamente dalla “Public Square”, un prato che è frequente meta di svago da parte degli abitanti di Cardiff anche perché, al contrario del resto del castello, in questo caso si tratta di un’area a libero accesso, ed è dunque particolarmente apprezzata anche perché offre servizi e strutture per poter pranzare nel verde o passare un momento della giornata a rilassarsi. Il Castello si promuove inoltre come sede di eventi e cerimonie, senza nascondere questa sua vocazione ma, anzi, incoraggiandola. Insomma, il luogo dove un tempo probabilmente si combatterono scontri cruenti è oggi luogo di cultura, di incontri e di felicità.