Genova, Palazzo Ducale. Un gioiello nel cuore della città


Palazzo Ducale, simbolo di Genova, da palazzo pubblico è oggi un importante centro culturale e luogo di importanti mostre.

Situato nel cuore di Genova troviamo Palazzo Ducale. Il palazzo, con la sua lunga storia, può considerarsi uno dei simboli della città, di cui ha ospitato per secoli le istituzioni politiche. Oggi, sede dell’omonima Fondazione (Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura), ospita nei suoi spazi mostre d’arte, ma anche cicli di incontri, rassegne, convegni e attività didattiche rivolte anche ai più piccoli, accogliendo inoltre la sede dell’Archivio Storico del Comune.

Il palazzo nacque quando i capitani del popolo Oberto Spinola e Corrado Doria, rendendosi conto della necessità di dare una sede ufficiale al governo cittadino che era solito riunirsi nelle dimore dei vari membri, acquistarono intorno al 1290 il Palazzo di proprietà dei Doria, che si affacciava sull’odierna via Tommaso Reggio, e Palazzo Fieschi, di proprietà degli eredi di Alberto Fieschi, nobile esiliato nel 1272 per essersi ribellato alla Repubblica. Dall’accorpamento tra i vari edifici sorse il “Palazzo degli Abati” (così detto perché sede dell’“abate del popolo”, all’epoca massimo rappresentante del popolo), andando a costituire il primo nucleo intorno al quale si sarebbe sviluppato poi l’edificio. L’epiteto ‘’ducale’’ venne assunto dal palazzo a partire dal 1339, quando divenne sede del primo doge genovese, Simon Boccanegra.

La ricerca di maggiore spazio portò, tra XIV e XV secolo, a un primo ampliamento del nucleo medievale, ma fu nel XVI secolo che si ebbero notevoli trasformazioni; con il consolidarsi della Repubblica si decise infatti di dare a questa importante istituzione una sede che rispecchiasse la sua importanza e prestigio. Questo ambizioso obiettivo venne raggiunto dall’architetto comasco Andrea Cerisola detto il Vannone, al quale nel 1590 vennero affidati i lavori. Il nuovo palazzo in stile manierista aveva un aspetto maestoso e solenne, e grazie all’ampliamento della “cortina’’, un corpo dell’edificio destinato ad ospitare le guarnigioni che chiudeva a sud la piazza, divenne possibile difendere meglio il complesso, che assunse le sembianze di un palazzo-fortezza. Nel 1777 un grande incendio interessò buona parte di Palazzo Ducale, e della ricostruzione delle parti danneggiate si occupò, dopo aver vinto un concorso, uno dei più affermati architetti neoclassicisti in Italia settentrionale, Simone Cantoni.

Facciata di Palazzo Ducale. Foto: Palazzo Ducale
Facciata di Palazzo Ducale. Foto: Palazzo Ducale
Veduta aerea. Foto: Palazzo Ducale
Veduta aerea. Foto: Palazzo Ducale

Nell’arco del XX secolo il palazzo ha subito numerosi rinnovamenti; negli anni Trenta, sotto la direzione del pittore Orlando Grosso, all’epoca Direttore dell’Ufficio di Belle Arti del Comune di Genova, si effettuò un recupero delle tracce medievali del palazzo, che portò però alla perdita di alcuni interventi seicenteschi, e la completa ristrutturazione della facciata su piazza De Ferrari. Fu invece l’architetto Giovanni Spalla, a cui venne affidato il lungo restauro cominciato negli anni Ottanta del Novecento, ad effettuare un importante recupero dell’architettura cinquecentesca del Vannone, armonizzando tra loro le strutture appartenenti a secoli diversi, valorizzandole.

L’ingresso principale di Palazzo Ducale si trova sulla facciata rivolta su Piazza Matteotti, realizzata da Cantoni tra il 1778 e il 1783. In stile neoclassico, realizzata con marmi chiari e stucchi lucidi, è scandita su tre livelli, di cui i primi due ospitano coppie di colonne rispettivamente in stile dorico e ionico, mentre nel terzo troviamo nelle nicchie collocate tra lesene, che ospitano statue sormontante da gruppi scultorei realizzate da Nicolò Traverso e Francesco Ravaschio, due scultori genovesi.

La facciata su piazza De Ferrari è stata invece disegnata dal Grosso, e si presenta scandita su due registri caratterizzati entrambi da una decorazione pittorica composta da colonne e altri elementi architettonici dipinti, e da grandi finestre sormontante da finestrelle.

Entrando dall’entrata principale si incontra il grandioso atrio voltato realizzato dal Vannone, affiancato da due cortili porticati. È possibile, grazie alla “Strada Appesa’’, una rampa di acciaio in forma elicoidale progettata da Giovanni Spalla, spostarsi sui vari livelli del palazzo, da quelli inferiori fino alla torre. I due piani inferiori all’atrio ospitano rispettivamente la Sala della Cisterna Maggiore, che prende il nome dal suo uso passato come cisterna per raccogliere l’acqua piovana del cortile sovrastante, e la Sala del Munizioniere, che fungeva da magazzino, adesso adibita a spazio espositivo per mostre temporanee e festival.

Dall’atrio si raggiunge il piano nobile salendo lo scalone monumentale, opera dal Vannone, che ospita sul ballatoio in cima alla prima rampa le statue di Andrea Doria e Giovanni Andrea Doria realizzate da fra’ Giovannangelo Montorsoli e Taddeo Carlone. Originariamente realizzate per le la scalinata d’ingresso su piazza Matteotti, sono state spostate all’interno per motivi di conservazione. Lo scalone si divide in due rampe contrapposte, e arrivati fino alla cima della rampa di destra è possibile ammirare lo Stemma della Repubblica di Genova, commissionato al pittore sarzanese Domenico Fiasella, autore anche dell’affresco che rappresenta la Vergine e i santi Giovanni Battista, Giorgio e Bernardo che intercedono presso la Trinità per la città di Genova (1625-1630 circa), visibile dalla sommità della rampa di sinistra. Salendo la rampa di ponente si arriva all’Appartamento del Doge, composto da un complesso di stanze poste in successione e dall’adiacente Cappella dogale. La quarta sala, detta “Sala del Doge”, è la più riccamente decorata, con stucco lustro in bianco che risalta sui fondi realizzati in giallo e verde pallidi. Nei sovrapporta della sala erano presenti quattro tele, oggi a Palazzo Tursi, raffiguranti le quattro virtù cardinali, la Fortezza (1630 circa), di Andrea Ansaldo, la Giustizia (1620 circa) e la Temperanza di Giovanni Andrea de Ferrari, e la Prudenza (1630 circa) di Domenico Fiasella. Le tele, realizzate in principio per la Sala del Maggior consiglio, fungevano da monito, memorandum delle qualità fondamentali che una buona Repubblica doveva far proprie.

Sala del Maggior Consiglio. Foto: G. Cavalieri
Sala del Maggior Consiglio. Foto: G. Cavalieri
Sala del Minor Consiglio. Foto: Palazzo Ducale
Sala del Minor Consiglio. Foto: Palazzo Ducale
Sala del Munizioniere. Foto: Palazzo Ducale
Sala del Munizioniere. Foto: Palazzo Ducale
Torre Grimaldina. Foto: Palazzo Ducale
Torre Grimaldina. Foto: Palazzo Ducale
Il cortile di Palazzo Ducale
Il cortile di Palazzo Ducale

Fa parte dell’appartamento anche la barocca Cappella del Doge, gioiello del palazzo, affrescata da Giovanni Battista Carlone tra il 1653 e il 1655. L’intero ciclo decorativo riflette la necessità di legittimare la trasformazione di Genova in monarchia, la cui corona era stata assegnata alla Vergine Maria; per questo motivo l’artista sceglie di rappresentare nei suoi affreschi non solo santi, ma anche eroi cittadini, scegliendo episodi che sottolineano il ruolo importante di Genova nella difesa della fede cristiana nel mondo. Si osserva infatti La presa di Gerusalemme da parte di Guglielmo Embriaco, avvenuta nella prima crociata, mentre sul lato opposto si trova L’arrivo a Genova delle ceneri del Battista, consegnate da Embriaco al vescovo di Genova. Sulla parete di fondo, all’interno di un quadro riportato, troviamo Cristoforo Colombo che pianta la croce nel nuovo mondo; l’illustre genovese è rappresentato come difensor fidei, mentre assume il ruolo di evangelizzatore del Nuovo Mondo. Sulla volta è rappresentata Maria Regina di Genova: la Vergine, invocata dai santi Giorgio, Giovanni Battista, Lorenzo e Bernardo, protettori della città, mentre viene incoronata come protettrice di Genova mentre mostra il bambin Gesù, che sorregge un cartiglio con scritto “Et rege eos”, volto proprio ad indicare il mandato di governo affidato a Maria. La Vergine è protagonista anche della statua realizzata da Francesco Maria Schiaffino nel 1729, posta al centro dell’altare realizzato da Giulio De Ferrari, in sostituzione della pala di Giovan Battista Paggi, raffigurante la Madonna con il bambino tra i santi Giorgio e Giovanni Battista, andata perduta.

Ai lati dell’altare si trova il Massacro dei Giustiniani di Chio per mano dei Turchi Ottomani (1566) e a sinistra, la Creazione dell’Ordine tridentino dei Chierici Regolari Minori da parte del padre genovese Giovanni Agostino Adorno (1588), affiancati da sculture in bronzo che rappresentano i primi evangelizzatori della Liguria, sopra dei quali sono rappresentanti episodi fondanti per la chiesa genovese. Nel cuore del palazzo è situato il Salone del Maggior Consiglio, che ospitava, oltre alle riunioni del consiglio della Repubblica e del Doge, anche balli e feste. La sala, che oggi è possibile vedere dopo il restauro settecentesco di Cantoni, è coperta da una volta a botte ed è riccamente ornata con stucchi, marmi e dorature. Ai lati dell’ingresso si trovano le statue in gesso realizzate da Andrea Casaregi rappresentanti l’allegoria della Concordia e della Pace, mentre le statue della Giustizia e della Fortezza che affiancavano l’ormai distrutto trono del Doge sono opera di Nicolò Traverso e Francesco Ravaschio. L’ affresco originario della volta, realizzato da Giandomenico Tiepolo e raffigurante La Liguria e le glorie della famiglia Giustiniani (1783-1785), è andato perduto ed è stato sostituito nel 1875 con quello che si può vedere oggi, di Giuseppe Isola, con l’Allegoria del commercio dei Liguri. L’apparato decorativo si compone di altre opere, come La battaglia della Meloria di Giovanni David, che si trova sopra l’ingresso principale della sala, mentre sulla parete opposta si ammira Il Doge Leonardo Montaldo restituisce la libertà al Re di Cipro, Jacopo da Lusignano, opera di Emanuele Tagliafichi.

La Cappella del Doge di Palazzo Ducale. Veduta verso la parete di fondo. Foto: Alessandro Pasquali - Danae Project
Il soffitto della Cappella del Doge. Foto: Alessandro Pasquali - Danae Project
Il soffitto della Cappella del Doge. Foto: Alessandro Pasquali - Danae Project
Francesco Maria Schiaffino, Madonna Regina di Genova (1729; marmo; Genova, Palazzo Ducale, Cappella del Doge)
Francesco Maria Schiaffino, Madonna Regina di Genova (1729; marmo; Genova, Palazzo Ducale, Cappella del Doge)

Il nome della sala adiacente, la Sala del Minor consiglio, deriva dalla sua funzione: ospitava infatti le riunioni del Minor Consiglio della Repubblica con il Doge, che risiedeva nello spazio delimitato dalla balaustra in marmo realizzata da Carlo Barabino. Dopo i danni subiti nell’incendio del 1777, l’elaborazione del programma decorativo della sala venne affidata da Cantoni a Carlo Giuseppe Ratti, che affronta nella sala anche temi già proposti nelle altre sale del palazzo. Sopra l’ingresso e sulla parete di fronte si trovano rappresentati Lo sbarco di Colombo nelle Indie e L’arrivo a Genova delle Ceneri del Battista. Tra le tele con le Allegorie delle virtù del buon governo, troviamo delle statue in stucco di uomini illustri della Repubblica, realizzata da Nicolò Traverso, Andrea Casaregi e Francesco Maria Ravaschio. Alzando gli occhi al soffitto è infine possibile ammirare L’apoteosi della Repubblica con l’allegoria della Divina Sapienza, opera del Ratti, ma realizzata guardando a un bozzetto di Domenico Piola. Lasciando il piano nobile e salendo grazie alla Strada Appesa è possibile visitare le carceri del palazzo. La medievale Torre Grimaldina, costruita secondo alcuni tra il 1298 e il 1307 mentre secondo altri già presente nell’antico Palazzo Fieschi, ha svolto infatti fino agli anni Trenta del Novecento la funzione di carcere, dove sono stati detenuti anche “ospiti” illustri come il musicista Niccolò Paganini (arrestato per aver sedotto e rapito una minorenne) e il patriota Jacopo Ruffini (accusato di tramare contro il Regno di Sardegna: morì suicida in carcere), oltre che il pittore Domenico Fiasella (per aver ferito una persona durante una lite). L’aspetto con cui si presenta la torre attualmente è successivo al restauro del Grosso, che cercò di riportare la torre al suo aspetto medievale. Ancora oggi uno dei simboli della città, la torre si sviluppa su sette piani ed ospita all’ultimo la cella campanaria, costruita nel 1539, da dove i rintocchi della campana suonavano in svariate occasioni, sia nei momenti drammatici, come per avvisare la popolazione in caso di allarme, per convocare le magistrature, oppure anche in occasione di festeggiamenti, oltre che per salutare solennemente le personalità importanti che facevano visita dal doge.

Il palazzo ha ospitato negli anni importanti eventi, dalla prima mostra del 1992 Due Mondi a confronto, in occasione dei 500 anni dalla scoperta dell’America, alle riunioni del G8 nel 2001. Tra le sale di Palazzo Ducale sono state allestite mostre di grande richiamo, da quella su Anton van Dyck nel 1997, alla mostra antologica Steve McCurry. Viaggio intorno all’uomo nel 2012, alle più recenti La forma della Meraviglia, sul barocco genovese, e l’apprezzatissima mostra su Monet Monet Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi. Per informazioni sugli orari e sulle tariffe dei biglietti per le mostre in corso è possibile consultare il sito. Data la sua collocazione nel centro della città Palazzo Ducale è facilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo di trasporto; si trova infatti a circa 15 minuti sia dalla stazione Genova Principe che da Genova Brignole, mentre sia con l’autobus che con la metropolitana è possibile scendere alla fermata in piazza De Ferrari. Per chi arriva in auto è possibile controllare la situazione in tempo reale dei parcheggi limitrofi a Palazzo Ducale attraverso il MobilityPoint del Comune di Genova, zona “Centro”.


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