Firenze, presentato il riallestimento della collezione del Museo Novecento. Ecco tutte le novità


A Firenze è stata riallestita la collezione del Museo Novecento. Ecco tutte le novità e le prossime mostre.

È pronto il riallestimento della collezione del Museo Novecento di Firenze, voluto dal direttore artistico Sergio Risaliti. La raccolta permanente “Alberto Della Ragione”, intitolata all’ingegnere che la donò nel 1970 al Comune di Firenze, torna dunque accessibile al pubblico secondo una logica che ne permette una migliore fruizione, e con essa anche l’intera superficie del museo è adesso godibile dai visitatori nella sua interezza. Il riallestimento è stato condotto attraverso una riorganizzazione degli spazi in modo da permettere una fruizione a rotazione del patrimonio della collezione.

La raccolta, sistemata al secondo piano del Museo, è stata suddivisa in nove sezioni: Paesaggi, Natura Morta, L’artista e il suo mondo, Volti. Ritratti, Cavalleria, Pittura scolpita e scultura dipinta, Nudo, Gesti. Pose Sospese e Teatrini. Per ognuna di esse è stata messa a punto una selezione di opere ripensata secondo un criterio di scansione cronologica ed esposizione tematica. Inoltre, assieme alla collezione, trova collocazione nell’altana del complesso anche il Lascito Ottone Rosai. Il resto del museo è invece dedicato alle esposizioni temporanee. Sono quattro i progetti di prossima apertura: “Solo. Emilio Vedova” (26 maggio – 6 settembre), che vede al centro i lavori dell’artista veneziano appartenenti alle collezioni civiche fiorentine insieme ad una selezione di opere provenienti da altre collezioni pubbliche e private, “Tutto è natura. Luciana Majoni” (26 maggio – 6 settembre) dedicato alle fotografie dell’artista, oltre all’installazione relazionale di Massimo Nannucci “Waiting Rooms - Tappeti volanti” (26 maggio - 6 settembre), che vede protagonisti una selezione di tappeti kilim messi a disposizione da Boralevi, e all’anteprima della mostra “Eliseo Mattiacci. Gong” (26 maggio – 14 ottobre), che aprirà i battenti al Forte Belvedere il 2 giugno.

“Lo spazio espositivo al secondo piano è stato profondamente trasformato”, ha dichiarato Sergio Risaliti. “Ho inteso rinunciare all’effetto ‘camera con vista’, privilegiando l’interno (i dipinti, le sculture) all’esterno (la vista sulla piazza). Rinunciare al magnetismo del Rinascimento significa fare spazio alla scoperta, opera dopo opera, della ‘poesia’ figurativa novecentesca. Concedere il tempo necessario e quieto alla contemplazione, da cui scaturisce la comprensione. Un percorso semplice, chiaro, per temi e generi, decisamente propedeutico. Non va inoltre sottovalutato il fatto che a Firenze non esisteva uno spazio museale adeguato agli standard internazionali. Oggi, con un nuovo allestimento, miglioriamo e aggiorniamo il design degli ambienti espositivi, in un’ottica più contemporanea”.

Di seguito, un testo che illustra il percorso della collezione Alberto Della Ragione:

Con un taglio trasversale, il nuovo allestimento all’interno del Museo Novecento intende soffermarsi su alcuni aspetti fondamentali dell’arte italiana della prima metà del Novecento, delineando e approfondendo motivi e tematiche ricorrenti all’interno della raccolta donata dall’ingegnere Della Ragione alla città di Firenze nel 1970, e mettendo in luce inedite connessioni.

Quali sono gli interessi e il gusto di un collezionista come Alberto Della Ragione? Quali i temi, i soggetti, gli stili che orientano le sue scelte? Mecenate coraggioso, Della Ragione si dedica all’arte dalla fine degli anni Venti, quando, ancora diffidente nei confronti della produzione del suo tempo, acquista le prime opere ottocentesche. L’incontro con l’arte del Novecento viene suggellato dalla visita alla Quadriennale romana del 1931. Rispondendo all’istanza etica “di non passare ad occhi chiusi tra l’arte del proprio tempo, ma di dare all’opera dell’artista vivente il legittimo conforto di una tempestiva comprensione”, inizia ad offrire il proprio supporto ad artisti giovani, spesso trascurati dal mercato e dalla critica ufficiale del Regime. Da allora la sua collezione d’arte contemporanea, che già negli anni Quaranta era una delle più grandi esistenti in Italia, cresce progressivamente.

Nove le sezioni in cui Sergio Risaliti, in collaborazione con Eva Francioli, Francesca Neri e Stefania Rispoli, ha scelto di suddividere il nuovo allestimento al Museo Novecento, cadenzando il percorso su generi e temi, in modo da facilitare il visitatore nella scoperta e nella comprensione di questo importante lascito. Nella Natura Morta, genere che gode di un certo successo anche nella pittura italiana del ventesimo secolo, si trovano la magia sottesa alla pittura di Antonio Donghi e l’asciutta essenzialità di Felice Casorati, i rimandi ad esperienze personali e autobiografiche, contenuti in numerose nature morte di Mario Mafai e Renato Guttuso, che si confrontano con Giorgio Morandi e Corrado Cagli. Il Paesaggio è rappresentato all’interno della collezione grazie ad una significativa campionatura di vedute. Un viaggio nella varietà del paesaggio italiano, che vive dei contrasti tra l’asprezza delle vette montuose celebrate da Mario Sironi e le piatte marine di Carlo Carrà, e passa attraverso l’intimità dello spazio chiuso rappresentato da Antonio Donghi e i morbidi profili collinari decantati da Renato Birolli, Bruno Cassinari, Osvaldo Licini, Giorgio Morandi e Ottone Rosai. Ai paesaggi più intimi e familiari si affianca il rarefatto omaggio all’essenzialità quasi astratta del mare di Virgilio Guidi. L’Artista e il suo mondo offre uno speciale invito ad entrare in contatto con il pittore e i suoi strumenti: dallo studio del pittore di Mario Sironi, fino ai lavori di Filippo De Pisis, Felice Casorati e Carlo Levi. La consapevolezza della propria immagine e il bisogno di ricordare e di essere ricordati si intrecciano nella pratica del ritratto, così Volti. Ritratti, aperta dall’autoritratto di Mario Mafai, regala un excursus che va dall’intenso confronto tra l’idealizzante preziosità di Antonietta Raphael, all’asciutto naturalismo di Marino Marini e Giacomo Manzù. Allo stesso modo, la pittura scabra e arcaizzante di Massimo Campigli convive con le pennellate di Francesco Menzio, oltre che con la sintetica pittura di Virgilio Guidi e il purismo novecentista di Pompeo Borra. La sezione Cavalleria vede artisti come Fortunato Depero, Marino Marini e Lucio Fontana impegnati nel confronto con un tema caro alla tradizione figurativa, il cavallo, declinato secondo diversi linguaggi e sensibilità, mentre Pittura scolpita e scultura dipinta celebra quelle opere che rappresentano la fusione tra pittura e scultura, spesso portando con sé una dissolvenza del soggetto nel movimento irregolare della forma. I lavori di Corrado Cagli, Giuseppe Migneco, Carlo Levi, ma anche Ennio Morlotti, il cui espressionismo si traduce in un tratto denso e aggrumato, sono esempi di questa pittura materica, in confronto con le ceramiche pastose di Lucio Fontana. Lo studio e la raffigurazione del corpo umano sono una costante della storia dell’arte. Sebbene per molti secoli il nudo maschile abbia avuto un ruolo preponderante, in epoca moderna è soprattutto il corpo femminile ad essere al centro dell’indagine pittorica e scultorea E allora in Nudi. L’universo femminile, non potevano mancare le opere di Felice Casorati e Arturo Martini, Mario Mafai, Marino Marini e Mario Sironi. Gesti. Pose sospese, è la sezione che racchiude invece attimi celati dietro un’attesa, un momento di quiete o di agitazione, ma anche istanti in cui le idee e i propositi cercano un proprio ordine, come ricordato nelle opere di Felice Casorati, Virgilio Guidi, Roberto Melli, Ottone Rosai, Arturo Martini e Marino Marini. Infine i Teatrini, ovvero oggetti, forme e figure senza nessi apparenti che si dispiegano enigmaticamente all’interno di un dipinto dove nascono composizioni in bilico tra sogno e realtà, in cui ciascun elemento è chiamato a ‘recitare’ un ruolo. Le opere di Renato Paresce e Giuseppe Viviani ne sono un esempio, così come quelle di Giorgio De Chirico, Mario Sironi e Gino Severini o anche quelle dei futuristi Fillia ed Enrico Prampolini.

Altana: collezione permanente – Ottone Rosai

Nel 1963 un importante corpus di opere di Ottone Rosai viene donato dalla vedova Francesca Fei e dal fratello Oreste al Comune di Firenze. Il lascito si articola attorno ai due nuclei tematici dei ritratti e delle vedute. La serie dei Tondini e degli Amici, realizzate fra gli anni Quaranta e Cinquanta, è dedicata a persone care al pittore: poeti, critici e artisti, tra i quali Piero Bigongiari, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Giorgio De Chirico, che testimoniano il fecondo milieu culturale nel quale Rosai si trova ad operare. A queste si affiancano le vedute della Firenze di Rosai risalenti agli anni 1954 e 1955. Il Museo Novecento intende così rendere omaggio ad un maestro dell’arte toscana del XX secolo, la cui pittura, negli anni della maturità, si caratterizza per un originale dialogo tra aspro realismo e tecnica espressionista.

Firenze, presentato il riallestimento della collezione del Museo Novecento. Ecco tutte le novità
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