Il Giardino di Boboli si prepara a un ambizioso progetto di restauro e riqualificazione che coinvolgerà diverse aree chiave, con l’obiettivo di restituire splendore a uno dei luoghi più iconici di Firenze. Con uno stanziamento complessivo di oltre 15 milioni di euro da parte delle Gallerie degli Uffizi, sono in fase di avvio i bandi di gara gestiti dalla Soprintendenza di Pisa e Livorno, con la quale il complesso museale ha sottoscritto una apposita convenzione. Vediamo nello specifico cosa riguarderanno i maxi lavori di restauro.
L’Anfiteatro del Giardino tornerà ad accogliere spettacoli come un tempo, mantenendo al contempo la sua valenza architettonica e artistica. Il piano di restauro, del valore complessivo di 5.150.000 euro, è sostenuto in larga parte dalla mecenate statunitense Veronika Atkins, che ha contribuito con 4,5 milioni di euro. I lavori, della durata prevista di dieci mesi, si concentreranno sul ripristino delle gradonate (incluse le scale di accesso), delle balaustre, delle 24 edicole con statue e urne, e del parterre. Saranno inoltre restaurati la vasca e l’obelisco, così come i percorsi circostanti e la rampa di accesso dall’ingresso Nord-Est di Palazzo Pitti.
Oltre al restauro scultoreo, strutturale e vegetale, è prevista la realizzazione di un sistema idrico antincendio per garantire la sicurezza nelle aree destinate ad attività di pubblico spettacolo, come l’Anfiteatro nei pressi del Palazzo e il Prato delle Colonne vicino a Porta Romana. Anche per questo ulteriore progetto è stata indetta una procedura di gara.
Le monumentali fontane del Nettuno e dell’Isola, dopo decenni di inattività, torneranno a funzionare grazie a un restauro del valore di 7.665.000 euro. I lavori, che dureranno circa due anni e mezzo, includono il ripristino degli antichi giochi d’acqua, con ben 100 meccanismi di zampillo originali. Il progetto prevede anche interventi sui bacini idrici, sulle aree circostanti e sulle infrastrutture necessarie all’approvvigionamento dell’acqua e la manutenzione dei parterre che circondano gli invasi d’acqua. Inoltre, sarà ottimizzata la gestione delle risorse idriche con la costruzione di due nuovi pozzi artesiani, i cui lavori sono già iniziati.
Un’altra parte del progetto riguarda il patrimonio vegetale del giardino, con un investimento di 865mila euro. Gli interventi mirano a ricostituire il tessuto verde originale, colmando le lacune e ricostruendo il disegno paesaggistico storico. Saranno interessate siepi, filari di alberi, prati e altre componenti vegetali che il tempo ha deteriorato. Infine, per migliorare la sicurezza e la fruibilità del Giardino, è in elaborazione un piano per riqualificare i percorsi pedonali e carrabili. L’intervento, che include il Viale dei Cipressi per un costo di 600mila euro, ridurrà le necessità di manutenzione e renderà i percorsi più adatti alle esigenze moderne.
“Dopo mesi di lavoro parte finalmente il rilancio del Giardino di Boboli, con una fitta serie di interventi, architettonici, strutturali e di restauro, sia monumentale che vegetale, che ricostituiranno il volto originario del cuore verde del centro di Firenze. La nostra stella polare è, come sempre, quella ricomposizione storica e collezionistica a 360 gradi dell’inestimabile patrimonio culturale del complesso che vede tra l’altro, nell’imminente apertura universale del Corridoio Vasariano la nascita per la prima volta nella storia di un ponte connettivo, permanente e aperto a tutti, tra le varie anime della cittadella medicea”, ha dichiarato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde.
“Di fronte a interventi di così eccezionale rilevanza e per progetti così accuratamente redatti, è stato immediato sottoscrivere con Simone Verde una convenzione per la gestione delle procedure di appalto, così da mettere a disposizione delle Gallerie degli Uffizi l’elevata professionalità e l’ormai consolidata esperienza del personale della Soprintendenza di Pisa. Infatti, dal 1 luglio 2023 il nuovo codice dei contratti pubblici ha reso obbligatoria la qualificazione delle stazioni appaltanti, e dunque per importi superiori a 500.000 euro solo gli enti che si sono qualificati, come la Soprintendenza di Pisa, possono indire le procedure di aggiudicazione”, ha affermato il Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno Valerio Tesi. “Insomma, con Simone Verde si è stabilita una efficace collaborazione, che collega lungo le sponde dell’Arno i palazzi medicei di Firenze e Pisa”.
Realizzata su commissione di Cosimo I de’ Medici, la Fontana del Nettuno fu progettata dallo scultore Stoldo Lorenzi agli inizi del 1566. Originariamente, la fontana aveva una struttura a tazza sorretta da Tritoni e Nereidi in marmo, con la figura bronzea del Nettuno ispirata al carro dello stesso dio realizzato da Lorenzi per la mascherata della Genealogia degli Dei. Nel 1596, la fontana fu spostata nel Prato di Madama (denominato così perché vi si affacciavano le finestre dell’appartamento di Cristina di Lorena), che si estendeva a nord del Palazzo nella zona verso Santa Felicita, ma la sua posizione cambiò nuovamente nel 1634-36, in seguito alla distruzione di questa parte del giardino legata agli ampliamenti della fabbrica di Pitti. Giulio Parigi e Giovan Battista Pieratti riposizionarono la fontana al centro del Vivaio Quadro, integrandola con uno scoglio in muratura decorato con formazioni calcaree e spugne fossili provenienti dal Monte Morello. Pieratti aggiunse inoltre i delfini e la valva marmorea, mentre il Nettuno, le Naiadi e i Tritoni vennero restaurati dallo scultore Bartolomeo Cennini sotto la supervisione di Pietro Tacca.
La Vasca dell’Isola, elemento centrale del progetto di ampliamento di Boboli voluto da Cosimo II, si ispira al tema mitologico del Bagno di Venere e all’isola di Citera. Concepita da Giulio Parigi, la vasca comprendeva nove fontane monumentali, parte di un complesso gioco d’acqua progettato per incantare i visitatori. Secondo ricerche storiche e archivistiche, i giochi d’acqua cessarono di funzionare già in epoca sabauda, tornando brevemente in attività nel 1948 per un allestimento scenografico curato da Giorgio Strehler durante una rappresentazione de La Tempesta di Shakespeare. Il progetto di restauro attuale mira a restituire alla Vasca dell’Isola la sua bellezza originaria e la piena funzionalità, rendendola nuovamente uno dei fulcri spettacolari del giardino.
Progettato dal Tribolo per Eleonora di Toledo, l’Anfiteatro di Boboli nacque come architettura vegetale, un ’Anfiteatro di Verzura’ che costituiva l’ingegnosa trasformazione della cava di pietra forte da cui era stato estratto il materiale per la costruzione di Palazzo Pitti. Nell’ambito dell’ampliamento del Palazzo, Cosimo II decise di trasformare l’anfiteatro in un anfiteatro in muratura, anche se i lavori subirono interruzioni alla sua morte nel 1621. Ripresi nel 1630 da Ferdinando II con Giulio Parigi alla guida, l’Anfiteatro assunse un aspetto simile a quello attuale, documentato da numerose incisioni che testimoniano gli allestimenti per feste e caroselli. Dopo la rappresentazione tenutasi nel 1739 per l’arrivo del Granduca Francesco Stefano di Lorena, la platea venne trasformata in un giardino formale e l’Anfiteatro perse la sua funzione di luogo per gli spettacoli e le strutture architettoniche andarono incontro ad un progressivo degrado. A metà del ‘700 tutte le fabbriche granducali furono interessate da interventi, compreso le gradonate dell’Anfiteatro. Inoltre, venne costruito un ampio viale carrozzabile per collegare l’Anfiteatro più agevolmente al Cortile di Bacco (1764-65). Il progetto comportò una modifica sostanziale per l’Anfiteatro: il terreno, risultante dai poderosi sbancamenti necessari a far posto alla nuova architettura, venne riversato nella platea, innalzandone il livello, la balaustra che chiudeva il teatro verso il palazzo fu demolita e l’estetica che aveva caratterizzato questa parte del giardino in epoca barocca fu stravolta. Con l’arrivo di Pietro Leopoldo nel 1765 il teatro divenne ambientazione perfetta per le feste campestri, allora molto in voga, che il Granduca volle in alcuni casi aprire al pubblico. Nel 1790, sotto Pietro Leopoldo su progetto di Niccolò Gaspero Paoletti, venne inserito al centro della platea l’obelisco egizio, databile al XIII secolo a.C. portato a Roma al tempo dell’Impero e proveniente dalle collezione di Villa Medici a Roma. Nel 1818 sotto Ferdinando III, vennero inserite, su progetto di Giuseppe Cacialli, le urne in terracotta dipinte alternandole alle statue. Nel 1840, sotto Leopoldo II su progetto di Pasquale Poccianti, fu inserita la vasca in granito rosso (probabilmente appartenuta alle Terme Alessandrine di Campo Marzio) alla base dell’obelisco egizio. Il tramonto del Granducato segnò anche la fine delle celebrazioni di corte e, dopo l’ultima grande festa voluta da Leopoldo II nel 1839 con le scenografie del Poccianti, l’Anfiteatro si avviò ad ospitare altri tipi di spettacoli: nel 1906 si svolse lo storico concerto di Pietro Mascagni, al quale nei decenni successivi fecero seguito eventi di stampo patriottico, festività legate alla tradizione popolare fiorentina, oltre a numerose edizioni del Maggio Musicale Fiorentino fino al 1997.