Esperimento top secret per le Cappelle Medicee: team ha liberato batteri mangia-sporco sui marmi


Un team tutto al femminile ha liberato in gran segreto batteri mangia-sporco che hanno ripulito le sculture di Michelangelo nella Sacrestia Nuova.

Batteri mangia-sporco hanno ripulito in gran segreto le meravigliose sculture di Michelangelo delle Cappelle Medicee: lo scorso autunno infatti, approfittando degli orari ridotti causa pandemia, un team di scienziati e restauratori ha compiuto un esperimento innovativo, liberando particolari batteri mangiatori di sporcizia sui marmi. Lo ha rivelato un articolo del New York Times

Il team tutto al femminile è formato da Donata Magrini, Anna Rosa Sprocati, Daniela Manna, Paola D’Agostino, Monica Bietti e Marina Vincenti, e il batterio in questione è il Serratia ficaria SH7, impiegato come arma biologica per divorare secoli di macchie depositate sui marmi della cappella. Macchie ostinate erano rimaste nonostante i restauri che avevano rimosso la maggior parte della sporcizia e quindi si è reso necessario un ulteriore intervento, un esperimento “top secret”, come l’ha definito una delle restauratrici Daniela Manna. “SH7 ha mangiato Alessandro”, ha detto Monica Bietti, ex direttrice del Museo delle Cappelle Medicee, riferendosi ad Alessandro de’ Medici, al quale, secondo un’ipotesi, si fa risalire la causa delle macchie, poiché sepolto nella tomba non adeguatamente eviscerato, provocando macchie profonde e deformazioni sul marmo. 

L’esperimento è partito già nel novembre 2019, quando il Museo delle Cappelle Medicee ha portato nella sua sede il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il quale ha effettuato la spettroscopia a infrarossi, rivelando calcite, silicato e altri resti organici sulle statue e sulle tombe. Da questa scoperta, la biologa dell’Agenzia nazionale italiana per le nuove tecnologie Anna Rosa Sprocati ha condotto una scelta, su quasi mille ceppi, dei batteri più adatti: alcuni di quasi “mangiavano” fosfati e proteine, ma anche il marmo. Su una piccola porzione di superficie marmorea dietro l’altare sono stati infine testati gli otto ceppi più “divoratori”. 

La prima tomba a essere testata dai batteri è stata quella di Giuliano, duca di Nemours, in particolare la statua levigatissima della Notte, e il risultato è stato sorprendente. Poi è stata la volta della tomba di Lorenzo, duca di Urbino. I batteri hanno fatto un ottimo lavoro di pulizia e ora la Sacrestia Nuova risplende grazie a un intervento biologico e non aggressivo. 

Ph. Credit Andrea Jemolo

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