È stato svelato stamattina il progetto per la ricostruzione dell’arena del Colosseo. Il bando per l’affidamento della progettazione e della realizzazione del nuovo piano dell’arena dell’Anfiteatro Flavio era stato pubblicato il 22 dicembre 2020 con scadenza 1° febbraio 2021, e si è concluso con la selezione, da parte della commissione aggiudicatrice sorteggiata da Invitalia e composta da Salvatore Acampora, Alessandro Viscogliosi, Stefano Pampanin, Michel Gras e Giuseppe Scarpelli, del progetto presentato da Milan Ingegneria S.p.A. Il progetto è stato illustrato stamani durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il ministro della cultura, Dario Franceschini, la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo e dall’ingegnere Massimiliano Milan in rappresentanza dell’azienda vincitrice del progetto.
Con la vittoria del bando da parte del gruppo di lavoro composto da Milan Ingegneria e altri partner (la scietà Labics Srl, l’architetto Fabio Fumagalli, le società Croma e Consilium - Studio di Ingegneria, con la consulenza del professor Heinz Best per gli aspetti archeologici), prende dunque ufficialmente avvio la fase operativa del progetto: obiettivi della ricostruzione, restituire l’immagine originaria del monumento e del suo funzionamento come complessa macchina scenica, ripristinare la lettura integrale del monumento permettendo al pubblico di comprenderne l’uso, proteggere le strutture ipogee e, infine, anche diventare sede di eventi che, ha annunciato il ministro Franceschini, saranno selezionati e rispettosi del monumento. Costo dell’operazione: 18,5 milioni di euro.
Rendering della nuova arena del Colosseo |
In antico, l’arena del Colosseo era costituita da un tavolato ligneo cosparso di sabbia. Un primo progetto risalente agli anni dell’inaugurazione, nell’80 d.C., prevedeva che il tavolato poggiasse sulle strutture in legno, così da permettere celermente lo smontaggio. Con Domiziano (81-96 d.C.) i sotterranei vennero costruiti in muratura, con una serie di corridoi e un passaggio centrale corrispondente all’asse maggiore. Da questo momento in poi si realizzò un complesso sistema sotterraneo altamente tecnologico (quello che oggi si vede al centro del monumento) dal quale, grazie a botole, montacarichi, piattaforme mobili e macchinari, venivano fatti salire uomini, scenografie e belve sul piano dell’Arena.
Nel 1996, la Soprintendenza Archeologica di Roma, nell’ambito delle misure di valorizzazione previste nel quadro di lavori del Giubileo del 2000, avviò con l’Istituto Archeologico Germanico una serie di ricerche legate agli aspetti strutturali e architettonici del Monumento, e da tali studi derivò, tra il 1998 e 2000, la ricostruzione parziale del piano dell’arena, ovvero lo spicchio che si vede nel lato orientale del monumento. L’attuale ricostruzione si estende per complessivi 650 metri quadri circa. Nel corso degli ultimi vent’anni non si sono fermati gli studi e le ricerche archeologiche così come quelle sul microclima dei sotterranei, sulla risposta sismica, sulla stabilità delle fondazioni, oltre che sulla consistenza strutturale dei setti murari degli ipogei.
L’idea di ricostruire l’arena del Colosseo nasce il 2 novembre 2014, quando Dario Franceschini rilancia l’idea dell’archeologo Daniele Manacorda di restituire al Colosseo la sua arena. Il 1° settembre 2015 l’arena del Colosseo viene inserita tra i “Grandi Progetti Beni Culturali” con un finanziamento di 18,5 milioni di euro, quindi, dal 2015 al 2020 si sono svolti numerosi studi e indagini per definire le modalità di realizzazione dell’intervento, che hanno portato al bando di gara appena conclusosi. La nuova arena dell’Anfiteatro Falvio, così come previsto dal Documento di Indirizzo alla Progettazione (DIP) elaborato dagli architetti, archeologi, restauratori e strutturisti del Parco Archeologico del Colosseo (Federica Rinaldi, Barbara Nazzaro, Angelica Puglia, con l’apporto esterno dell’ingegner Stefano Podestà dell’Università di Genova e con il coordinamento del responsabile del procedimento unico, Cristina Colettini), sarà leggera, reversibile e sostenibile, come spiegato stamani durante la conferenza stampa. Il progetto vincitore è stato realizzato sulla base del DIP e redatto ai sensi del Codice dei Contratti.
Com’era l’arena del Colosseo nell’Ottocento (foto Alinari) |
Il Colosseo oggi |
Il piano dell’arena, che avrà un’estensione di 3.000 metri quadri, sarà costituito da pannelli mobili in carbonio ricoperti di legno di Accoya, ottenuto con un particolare processo, attraverso un trattamento all’acido acetilenico, che ne aumenta resistenza e durabilità: la scelta è dettata da ragioni di sostenibilità, per evitare l’abbattimento di specie pregiate (il legno arriverà infatti esclusivamente da colture sostenibili). Inoltre, il legno così trattato consentirà di avere un piano dell’arena molto più leggero rispetto all’originale, oltre che più resistente agli attacchi di agenti biologici. Alcune porzioni del piano saranno costruite con pannelli mobili che, grazie a rotazione e traslazione, garantiranno flessibilità e renderanno possibile l’apertura delle strutture ipogee per illuminazione naturale. Per quanto riguarda la conservazione, 24 unità di ventilazione meccanica distribuite lungo il perimetro controlleranno la temperatura e l’umidità degli ambienti ipogei: in 30 minuti sarà così garantito il ricambio completo dell’intero volume d’aria. Il piano proteggerà le strutture sottostanti dagli agenti atmosferici, riducendo il carico idrico con un sistema di raccolta e recupero dell’acqua piovana che alimenterà i bagni pubblici del monumento.
Per garantire il controllo in temperatura e umidità verrà installato un sistema di monitoraggio continuo, che lavorerà anche in sinergia con l’apertura delle lamelle: pertanto, se ci sarà la necessità di dare ventilazione naturale o di controllare le variazioni di temperatura e umidità, sarà possibile operare un controllo in parallelo con la ventilazione meccanica al fine di riuscire a garantire sempre la situazione ambientale ottimale per le strutture archeologiche. Inoltre, la struttura della nuova arena sarà completamente isolata, sia chimicamente sia fisicamente, dalle murature esistenti e dalle strutture archeologiche. Fisicamente, per impedire alle forze orizzontali di eventuali sismi e alle forze dinamiche del calpestio delle persone di trasmettere tali forze alle murature. Il nuovo piano dell’area non avrà ancoraggi profondi in modo da garantire la massima reversibilità.
Quanto alle tempistiche di realizzazione, queste sono state illustrate dalla direttrice Russo: i lavori saranno avviati a conclusione del procedimento di gara tenuto conto di tutti i passaggi. Questo potrà avvenire alla fine del 2021 (al più tardi nei primi mesi del 2022), per avere il piano dell’arena realizzato nel 2023.
Rendering della nuova arena del Colosseo |
“Ricordo bene che nel 2014”, dichiara il ministro Dario Franceschini, “lessi un articolo molto stimolante e intelligente dell’archeologo Daniele Manacorda, che si poneva il problema del perché non ci fosse più l’arena del Colosseo e sosteneva, per me in modo molto convincente, che i sotterranei vanno visti da sotto, e che privare i visitatori della vista del Colosseo dal centro non aveva molto significato. Del resto, i visitatori di tutto il mondo fino a fine Ottocento, come dimostra una bellissima foto Alinari, avevano potuto vedere la maestosità del Colosseo dal centro. Credo che anche questo lavoro consentirà di vedere i sotterranei capendo la macchina scenica straordinaria e unica che stava storicamente sotto l’Arena, e quindi questo aumenterà la fruibilità del Colosseo. Sarà possibile vedere dal centro la maestosità del monumento, sarà possibile visitare i sotterranei, sarà possibile anche fare alcuni eventi, come già avvenuto in questi nello spicchio già ricostruito: saranno eventi culturali di grande livello, nessuno pensa che diventerà un luogo di spettacolo (chi ha voluto far polemica ha detto questo). Ciò non toglie che alcuni eventi di portata internazionale, totalmente rispettosi della tutela, si potranno fare. Il 29 luglio pomeriggio, quando tutti i ministri della cultura del G20 inaugureranno la sessione del G20 della cultura, lo faranno dall’arena del Colosseo, in quello spicchio che è già ricostruito. Il Colosseo è il simbolo dell’Italia in tutto il mondo, e credo che questo intervento, che farà sicuramente discutere come è naturale che sia (ha fatto discutere gli archeologi anche tra di loro, e farà discutere perché parliamo del monumento italiano più conosciuto nel mondo), avrà grande valore: è un intervento che coniuga sostenibilità, miglioramento della tutela, un’innovazione tecnologica molto importante. L’arena è irreversibile, si potrà aprire e si potrà chiudere, quindi renderà davvero la visita del Colosseo ancora più stimolante e importante. È una grande sfida per l’Italia: nel 2023 potremmo vedere lo splendore del Colosseo finalmente di nuovo con la sua arena”.
“Oggi è un giorno di grande importanza per il parco archeologico del Colosseo e più in generale per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano”, ha detto la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo. “Presentiamo infatti l’idea progettuale per la realizzazione dell’Arena del Colosseo con la quale viene riannodato il filo del tempo, restituendo finalmente al pubblico la stessa visione che si aveva in antico dal palcoscenico del monumento. Ora guardiamo al futuro: la volontà di voler ristabilire la lettura integrale del monumento senza prescindere dall’apparato scenico sottostante e di tenere in evidenza le esigenze di tutela e conservazione del monumento hanno portato al risultato che oggi presentiamo. Il nuovo piano dell’Arena del Colosseo risponde appieno alle linee di indirizzo proposte dal parco del Colosseo: tutela e conservazione con impiego di scelte strutturali costruttive altamente tecnologiche finalizzate all’ecosostenibilità a lungo termine. La struttura è leggera e richiama sia nella forma che nel funzionamento il piano originario dell’arena all’epoca degli imperatori Flavi”.
“L’obiettivo principale del progetto”, afferma l’ingegner Massimiliano Milan, “è stata la tutela e la conservazione del monumento e degli spazi ipogei. Questo obiettivo è stato raggiunto grazie alla bellissima visione architettonica di Labics, alla profonda conoscenza della conservazione dei beni monumentali dell’architetto Fabio Fumagalli e al supporto tecnico e scientifico Consilium, Croma e dell’ingegner Best. Siamo onorati di prestare la nostra competenza e il nostro impegno a questo prestigioso e stimolante progetto. Le murature originariamente supportavano un piano in legno dove avvenivano tutti gli spettacoli all’interno del Colosseo: per questo motivo abbiamo scelto di impostare il nuovo piano dell’Arena alla quota originaria dell’età Flavia. Questo rende rende possibile la completa integrazione, sia formale che funzionale, del nuovo piano. Inoltre, le lamelle hanno un contenuto altamente tecnologico. Esse, ruotando e traslando, garantiscono la massima flessibilità sia nelle configurazioni che si possono ottenere (hanno una grande importanza anche dal punto di vista filologico), sia per la gestione degli spazi al di sopra dell’arena. Inoltre, sarà possibile, con una configurazione totalmente aperta, vedere gli spazi ipogei, che erano lo scrigno della complessa macchina scenica degli spettacoli del Colosseo. Quando si lavora su un bene monumentale la reversibilità è importante: in particolare, sul Colosseo, le nuove strutture non avranno ancoraggi meccanici profondi, e quindi la struttura sarà completamente reversibile. Ciò significa che se tra trenta, cinquanta o cento anni ci sarà la volontà o la necessità di rimuoverla, si potrà ripristinare il monumento esattamente com’è oggi”.