Confindustria promuove il Parco Archeologico di Paestum: il sito campano, infatti, in tre anni è riuscito a raccogliere, per le proprie attività, ben 300.000 euro di fondi privati, di cui solo 170.000 euro nell’ultimo anno. Ieri sera, il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha incontrato a Salerno gli imprenditori che sostengono il sito (parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO), esprimendo parole di apprezzamento per l’operato del Parco: “Confindustria”, ha commentato Boccia, “ha una visione larga dell’industria che ha sì un cuore manifatturiero, ma è anche delle costruzioni, dei servizi, del turismo e della cultura. L’accordo dell’Associazione di Salerno con il Parco Archeologico di Paestum mette in gioco le imprese, l’arte e il territorio in un connubio che valorizza tutte le componenti. E testimonia ancora una volta che quando entrano in campo bellezza, equilibrio e tradizione, entra in campo l’Italia”.
Per il direttore di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, i 300.000 in tre anni sono un traguardo importante. “Considerando che siamo partiti da zero tre anni fa”, ha affermato, “è un grande segnale per lo sviluppo culturale ed economico di un Meridione ricco di eccellenze”. Le risorse sono state impiegate in attività di ricerca e restauro, a partire dalla sistemazione, tre anni fa, della Sala Mario Napoli, quella che ospita la famosissima Tomba del Tuffatore, simbolo di Paestum. Quei lavori furono possibili grazie a una donazione della famiglia Palmieri, titolare di un caseificio locale in località Vannulo. Quello non fu che il primo intervento possibile grazie ai privati, e nel corso del tempo alcuni dei rapporti sono andati risaldandosi e rinnovandosi: è il caso, per esempio, del pastificio Antonio Amato, che ogni anno mette a disposizione risorse per due borse di ricerca semestrali destinate a giovani archeologi selezionati con bando nazionale. E ancora, si segnalano i restauri di una tomba dipinta finanziati dall’Italian-American Forum Foundation (la tomba è stata esposta poi nella mostra Action painting rito e arte nelle tombe di Paestum) nel 2017, la serata di raccolta fondi alla Tenuta dei Normanni (grazie alla Fondazione di Comunità Salerno) a favore del restauro di un’altra tomba dipinta di Paestum, il caseificio Barlotti e Giuseppe Pagano del Savoy Beach Hotel che hanno finanziato la ripresa del piano di manutenzione del Tempio di Athena, fermo da più di dieci anni, per continuare, nel 2018, con Barbara Guerra e Albert Sapere di LSDM, che coinvolgendo uno degli chef più famosi del mondo, Massimo Bottura, hanno organizzato una cena beneficiaria nell’area archeologica di Paestum, i cui ricavi sono andati allo scavo di un edificio antico nei pressi del Tempio di Nettuno.
Anche Confindustria ha dato il suo apporto: attraverso la Fondazione Mezzogiorno Tirrenico, presieduta da Giuseppe Rosa, ha infatti contribuito a un progetto di analisi archeometriche e conservazione delle famose metope dal tempio di Hera alla Foce del Sele. La singola donazione più alta è stata concessa pochi giorni fa dalla famiglia D’Amico, titolare dell’omonima azienda alimentare di Pontecagnano (Salerno): 100.000 euro destinati a un progetto di monitoraggio antisismico del Tempio di Nettuno. Si tratta di un progetto elaborato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Salerno, che prevede l’installazione di otto sensori di tecnologia avanzata posizionati sul monumento che permetteranno un monitoraggio continuo dell’edificio, consultabile attraverso la rete in tempo reale. Le principali informazioni sul comportamento del tempio di Nettuno saranno messe a disposizione di tutti gli utenti in rete, in un’ottica di open data e di trasparenza nell’amministrazione del patrimonio archeologico. “Partecipare al progetto del monitoraggio del tempio più grande dell’antica polis di Paestum è per noi non solo un onore ma anche motivo di orgoglio”, ha dichiarato Sabato D’Amico, amministratore delegato di D’Amico. “Crediamo fermamente che solo preservando e valorizzando il patrimonio artistico nazionale, possiamo contribuire alla crescita e allo sviluppo del nostro territorio”.
Non ci sono soltanto donazioni e sponsorizzazioni in denaro, ma anche altre forme di sostegno. Alcuni esempi: l’azienda Sabox di Nocera Superiore ha fornito le sedie personalizzate per allestire la sala di conferenze del Museo, e l’associazione “Gli Amici di Paestum”, da poco costituita e presieduta da Teresa Giuliani, si impegna attivamente nel rilancio del Museo Narrante di Foce Sele. Infine, durante la serata con i vertici di Confindustria sono state premiate le seguenti aziende che finora hanno sostenuto le attività del Parco e che rientrano nel Circolo di Nettuno: D&D Italia (D’Amico), Savoy Beach Hotel di Giuseppe Pagano, Tenuta Vannulo di Antonio Palmieri e Famiglia, Pastificio Di Martino G. & F.lli SpA (Pasta Antonio Amato), Sorrento Sapori e Tradizioni srl, Caseificio Barlotti Paestum, Le strade della mozzarella, Fondazione Mezzogiorno Tirrenico e Fondazione Comunità Salernitana. Tutte aziende annoverate tra i grandi sostenitori del Parco Archeologico di Paestum.
Il Parco ha poi fornito i dettagli della raccolta fondi. Nel 2016 sono stati radunati 56.890 euro, nel 2017 60.969 euro, nel 2018 44.030 euro, nel 2019 134.375 euro, a cui si sommano 10.000 euro in crowdfunding e piccole donazioni.
Il Parco di Paestum lodato da Confindustria. Ha raccolto 300.000 euro da fondi privati in tre anni |