Il Codice Santini entra a far parte della collezione della Galleria Nazionale delle Marche. Questo prezioso manoscritto, risalente a un periodo compreso tra il 1480 e il 1530, faceva originariamente parte della biblioteca dei Montefeltro e in seguito a quella dei Della Rovere, come attestato dall’ultimo inventario del 1632. Grazie a un importante acquisto finanziato dal Ministero della Cultura, il Codice Santini è così tornato nella sua sede storica, il Palazzo Ducale di Urbino.
L’opera è composta da 136 pagine ricche di disegni raffiguranti macchine destinate sia all’uso civile che a quello bellico. È uno dei pochi manoscritti urbinati a non essere stato trasferito alla Biblioteca Apostolica Vaticana nel 1657, ma è rimasto nel territorio nel quale ha avuto origine. Perfettamente conservato nella rara ed elegante legatura coeva per oltre cinque secoli, rappresenta una preziosa testimonianza della rinascita dell’approccio scientifico nello studio dell’ingegneria e della meccanica.
L’attribuzione del Codice Santini rimane incerta, ma rientra sicuramente nella cerchia delle personalità vicine all’architetto Francesco di Giorgio Martini (1439-1501), autore del celebre Opusculum de Architectura. La studiosa Gustina Scaglia lo ritiene preparatorio per la composizione delle celebri formelle del Fregio dell’Arte della Guerra, realizzato a partire dal 1475 circa per il duca Federico da Montefeltro (1422- 1482).
A questo link è possibile leggere la nostra intervista a Stefania Pandakovic della casa d’aste Il Ponte. La casa d’aste aveva lo scorso anno messo in vendita il prezioso codice rinascimantale.
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Importante acquisto della Galleria Nazionale delle Marche: il Codice Santini fa ritorno nel Palazzo Ducale |