A Città di Castello si può visitare una... sauna del Rinascimento


Terminato il restauro della Stufetta di Palazzo Vitelli a Città di Castello: una rarissima sauna del Rinascimento. Ce ne sono solo tre in Italia.

Sono terminati i restauri della cosiddetta “stufetta” di Palazzo Vitelli a Città di Castello: la locale Pinacoteca Comunale ha quindi un ambiente in più da visitare. E si tratta di un ambiente molto importante, perché la stufetta è uno dei rari esempi di... “sauna” o “spa” del Rinascimento, e ne esistono soltanto altre due che si sono conservate integralmente in Italia (una è quella di Castel Sant’Angelo a Roma, l’altra quella della Rocca Sanvitale di Fontanellato, famosissima perché affrescata dal Parmigianino). La sala, in particolare, era attrezzata per i bagni caldi ed era alimentata a stufa (di qui il nome con cui l’ambiente è noto): era un genere di ambienti particolarmente lussuoso, come del resto testimonia anche la decorazione delle pareti, con scene del mito di Diana e Atteone, lo stesso che a Fontanellato è stato scelto per la stufetta dei Sanvitale decorata dal Parmigianino.

L’opera risale al 1534: all’epoca, ha spiegato Maria Brucato, funzionario della Soprintendenza dell’Umbria, responsabile del restauro, le stufette “erano molto diffuse in ambiente romano, dove rappresentavano non tanto un segno di sfarzo quando di progressismo”. Il proprietario dell’edificio, Alessandro Vitelli, probabilmente ispirato dall’ambiente di Fontanellato, affidò l’esecuzione delle decorazioni a Cristoforo Gherardi detto il Doceno (Sansepolcro, 1508 – 1556). La stufetta tuttavia non rivestì a lungo le sue funzioni. Con il tempo infatti, continua Brucato, “l’ambiente fu dismesso e cambiò destinazione. Tuttavia una parte importante delle decorazioni, grazie al lavoro compiuto dal restauratore Giuliano Guerri, sono venute alla luce e siamo riusciti a ricostruire la stufetta nei suoi tre elementi, la caldaia con l’impianto idrico, lo spogliatoio e la vasca o piscina in cui i Vitelli si immergevano”.

Il restauro, che da tempo si era reso necessario a causa dello stato di conservazione dell’ambiente (le prime ricognizioni risalgono addirittura al 1983) è stato possibile grazie al sostegno del Rotary Club di Città di Castello. La presidente, Silvia Mercati, ha espresso la propria contetezza per il “lavoro compiuto a nome di tutto il club per aver arricchito il nostro patrimonio artistico, dimostrando ancora una volta vicinanza e unione con la società locale”.

Nell’immagine: Palazzo Vitelli a Città di Castello, sede della Pinacoteca Comunale. Ph. Credit Stefano Giogli

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