Il Real Sito di Carditello si prepara al rilancio definitivo grazie a un finanziamento di 27 milioni di euro stanziato dal Ministero della Cultura. Queste risorse si aggiungono ai 30 milioni già annunciati lo scorso maggio, all’indomani della visita del ministro Gennaro Sangiuliano, portando a circa 60 milioni il totale degli investimenti destinati alla valorizzazione del complesso monumentale.
Il finanziamento consentirà alla Fondazione Real Sito di Carditello di completare il recupero degli spazi ancora inagibili, restituendo così piena funzionalità alla storica residenza borbonica. Si tratta di un intervento fondamentale che abbraccia restauro, consolidamento strutturale e riqualificazione paesaggistica e ambientale.
Per anni simbolo dell’abbandono e del degrado nella cosiddetta “Terra dei fuochi”, Carditello è stato vittima di razzie vandaliche e tentativi di appropriazione da parte della criminalità organizzata. Dieci anni fa, però, un’asta giudiziaria scongiurò il rischio che il sito finisse nelle mani della malavita, sancendone l’acquisizione da parte del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.
Da allora è iniziato un lungo percorso di recupero, culminato negli ultimi mesi con l’assegnazione di ingenti risorse economiche. I fondi ora disponibili verranno utilizzati per il restauro degli edifici ancora compromessi e per migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza del complesso.
In particolare, 27.750.566 euro saranno destinati a interventi per l’efficientamento energetico e la prevenzione dei rischi naturali, con 15,2 milioni di euro dedicati agli adeguamenti impiantistici e 12,4 milioni destinati alla messa in sicurezza dal rischio sismico.
“Questo nuovo finanziamento”, afferma Maurizio Maddaloni, presidente della Fondazione Real Sito di Carditello, “dimostra il raggiunto status di Carditello e la centralità che sta finalmente acquisendo dopo anni di malaffare e degrado, diventando un punto di riferimento per le istituzioni, oltre che per i suoi oggettivi valori storici, culturali, ambientali e paesaggistici non solo a livello nazionale. Stiamo lavorando alacremente per imprimere un decisivo cambio di passo e per affermare Carditello quale paradigma di un territorio e di una popolazione che ha definitivamente alzato la testa. Questa governance, in meno di due anni, ha dimostrato la necessaria determinazione nel perseguire gli obiettivi con una notevole capacità di essere credibile e, proprio per questo, di attrarre significative risorse nel segno della legalità, della trasparenza e del massimo rigore, con procedure chiarissime come nello spirito che contraddistingue la nostra azione amministrativa”.
Il Real Sito di Carditello fu voluto da Ferdinando IV di Borbone e costruito nel 1787 su progetto di Francesco Collecini, allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli. Il complesso rappresenta un raro esempio di architettura concepita per la promozione dell’agricoltura, della zootecnia e dell’allevamento di cavalli di razza reale, senza tralasciare la vocazione venatoria tipica delle residenze borboniche.
Al centro del sito si erge la Reggia, una palazzina dalle linee neoclassiche, circondata da ambienti destinati alle attività produttive, boschi e un prestigioso maneggio che un tempo ospitava eventi equestri di grande richiamo. La tenuta, oltre a essere luogo di battute di caccia reali, era anche un polo produttivo all’avanguardia, con la presenza della Reale Industria della Pagliara delle Bufale, dedicata alla produzione casearia.
Un tempo lasciato in rovina, oggi Carditello si prepara a vivere una nuova stagione di splendore, grazie a un piano di investimenti che ne assicurerà la completa rinascita.
“Stiamo portando avanti la nostra strategia con estrema tenacia, perseveranza e lungimiranza, lavorando lealmente e in perfetta sinergia con i nostri soci, il Ministero della Cultura e la Regione Campania, che non a caso ha scelto Carditello come sede dell’Unità di intelligenza ambientale per il monitoraggio del territorio”, conclude il presidente Maddaloni. “Ci stiamo concentrando sugli interventi strutturali, impiantistici ed infrastrutturali, prendendo in considerazione approcci ecosistemici e preoccupandoci di mettere in sicurezza non solo la Reggia, le torri e i suoi capannoni, ma l’intero contesto demaniale con otre 150mila mq. di aree pertinenziali ed edifici abbandonati per recuperare il tessuto viario originario. Dopo aver inaugurato il Tempietto, realizzato i lavori nelle scuderie, riqualificato il galoppatoio di Ferdinando IV e aperto le sale reali, ora procederemo a completare, con un ulteriore tassello, il mosaico del grande masterplan che abbiamo disegnato con i nostri consulenti tecnici per il rilancio dell’intero ambito territoriale che definisce il perimetro del grande progetto Real Sito di Carditello. Quello che all’inizio del nostro mandato poteva sembrare una utopia da visionari, adesso comincia a diventare un risultato concreto e misurabile, ottenuto con un approccio manageriale rivolto a recuperare prioritariamente e con urgenza un patrimonio edilizio per troppo tempo lasciato in condizioni di pericolo per la sicurezza e per la sua stessa conservazione. Carditello ha tutte le potenzialità per diventare la Venaria Reale del sud”.