Bruxelles, dopo nove anni di restauri apre un gioiello dell'Art Nouveau: Maison Hannon


Dopo nove anni di restauri, apre al pubblico, col nuovo status di museo, un gioiello dell’Art Nouveau del Belgio: Maison Hannon.

A Bruxelles torna a splendere un gioiello dell’Art Nouveau del Belgio. Infatti, a partire da giugno 2023, dopo un restauro durato ben 9 anni, il pubblico può tornare a visitare la splendida Maison Hannon. Si tratta di un recupero prezioso supportato dal Museo Horta, annunciato in anteprima lo scorso gennaio in occasione di BRAFA Art Fair dall’Associazione degli Antiquari del Belgio. Gli organizzatori della più antica manifestazione europea di arte e antiquariato hanno infatti dedicato la 68a edizione all’Art Nouveau con centinaia di opere che hanno riscontrato l’interesse di un pubblico mai così numeroso.

Fino al 1° giugno 2024, la casa commissionata da Édouard Hannon (1853-1931), ingegnere della società Solvay, e da sua moglie Marie Debard (1857-1926), e progettata nel 1902 dall’architetto Jules Brunfaut (1852-1942) loro amico, ospita al primo piano la mostra Art(s) Nouveau(x) Belge (s): van de Velde, Serrurier-Bovy, Hankar & Co, curata da Werner Adriaenssens, che racconta il “contro-canto” di questi architetti artisti rispetto al grande Victor Horta, proprio di fronte al Museo a lui dedicato. Se infatti l’Hôtel Tassel progettato da Victor Horta nel 1893 è considerato l’atto di nascita e il manifesto dell’Art Nouveau, l’espressione fu utilizzata per la prima volta da Edmond Picard nel 1894 in un articolo pubblicato dalla rivista belga L’Art moderne per qualificare la produzione artistica di Henry van de Velde. Era stato però lo stesso van de Velde con Horta, Paul Hankar e Gustave Serrurier-Bovy a ideare il nome, basandosi sul fatto che la qualità comune alla loro arte fosse la “novità” sebbene avesse poi declinazioni diverse non solo in base alle singole personalità ma anche alle specializzazioni a cui veniva applicato: architettura, decorazione d’interni e urbana, gioielleria, mobilio e tessuti, utensili e oggettistica, illuminazione.

La Maison Hannon unisce l’art nouveau belga con l’art nouveau francese in un universo simbolista e onirico. Costruita all’angolo tra Avenue Brugmann e Avenue de la Jonction a Saint-Gilles, la casa ha coronato il sogno dei coniugi Hannon: Édouard Hannon era, come detto, un ingegnere, assunto a ventitré anni dal gruppo Solvay e inviato a Dombasle, nei sobborghi di Nancy (Lorena, Francia), per lavorare nel primo stabilimento dell’azienda realizzato all’estero. Considerato uno dei manager più efficienti del gruppo, la sua sensibilità al sociale non gli impedì di essere critico nei confronti della gerarchia. Nel 1879 sposò Marie Debard a Dombasle, per poi essere richiamato nel 1883 nella sede di Ixelles, dove riformò la produzione mondiale del gruppo, in un ruolo che gli diede la possibilità di viaggiare in Europa, Russia, Stati Uniti e impegnarsi in lavori fotografici. Nel 1907, Alfred ed Ernest Solvay lo nominarono alla carica di Amministratore Delegato, l’unica persona a ricoprire questa carica che non era della famiglia.

Maison Hannon
Maison Hannon
Maison Hannon
Maison Hannon
Maison Hannon
Maison Hannon
Maison Hannon
Maison Hannon

Oggi il nome di Hannon è associato alla casa ma anche alla fotografia. Infatti, Édouard Hannon fu anche fotografo, esponente di spicco del pittorialismo belga, e partecipò alla fondazione dell’Associazione belga di fotografia, che si adoperò per elevare questo mezzo al rango di arte, e nel 1894 vinse la medaglia d’oro alla prima mostra del Paris-Club a Parigi. Principale figura belga del movimento, il suo lavoro mostra una grande padronanza tecnica e una visione sia sociologica che documentaristica dei soggetti che ha fotografato durante i suoi viaggi. Realismo sociale e architettura antica si mescolano a paesaggi industriali e sublimazioni della natura.

Concepita come un universo chiuso, onirico e simbolista, la Maison Hannon è la sintesi del gusto di Marie per la botanica e del gusto di Édouard per la poesia, l’antichità e la tecnologia. L’Esposizione di Parigi del 1900 fu decisiva per la coppia, che qui conobbe il maestro francese dell’Art nouveau, Emile Gallé. Con entusiasmo chiesero all’amico Jules Brunfaut (1852-1942) di trarre ispirazione dalle case di Victor Horta (la sua casa personale, hotel Tassel e Wessinger), di Ernest Blérot (la casa personale, oggi distrutta), di Octave Van Rysselbeghe e Henry Van de Velde (hotel Otlet), per creare un’opera unica.

All’epoca l’edificio fu chiamato “Hôtel Hannon”, probabilmente per conferire all’edificio una patina alta quando lo stile art nouveau non era apprezzato. Inoltre, dal punto di vista dei criteri architettonici, l’edificio non ne soddisfa nessuno: nessun ingresso carrabile o vestibolo per il passaggio delle auto, nessuna scala di servizio per la servitù, cucine semi-interrate, larghezza della facciata piuttosto ridotta, e così via. La serra, costruita interamente in metallo, straripa letteralmente sulla strada e contraddistingue la casa. Inoltre, l’architetto Brunfaut ha collocato all’angolo dei due viali un bassorilievo dello scultore Victor Rousseau (1865-1954), che è un’allegoria del tempo sospeso al tramonto.

Quest’opera è la chiave simbolista per comprendere la filosofia degli interni, arredati interamente (una vera eccezione) dagli stabilimenti di Émile Gallé (lampadari e mobili), decorati da opere contemporanee di James Ensor, Victor Rousseau o Émile Claus. I vasti affreschi di Paul Baudouin (1844-1931), discepolo dell’artista Puvis de Chavannes, sono esposti come arazzi nella tromba delle scale e nel salone. Allegorie della maturità della coppia sono raffigurate con un decoro antico, mentre vi rispondono marmi e mosaici di grande varietà. In breve, qui si combinano gusti belgi, francesi e i gusti personali di Edward e Marie. In questo senso si può parlare di una casa-ritratto.

Quando la figlia della coppia Hannon morì nel 1965, la famiglia decise di vendere la proprietà, che fu soggetta a furto, danneggiamento e saccheggio. Nel 1972, Marie Van Mulders-Brunfaut, figlia di Jules Brunfaut, lanciò l’allarme presso la Commissione Reale per i Siti e i Monumenti del Belgio e nel 1976 facciata e tetto furono vincolati per impedire speculazioni edilizie. Nel frattempo il liberty era diventato oggetto di attenzione e l’edificio fu visitato in numerose occasioni. Nel 1979 il Comune di Saint-Gilles acquisì la proprietà, con l’intenzione di preservare l’edificio in un momento in cui il suo stato fatiscente era oggetto di molta attenzione da parte della stampa.

Nel 1983 anche l’interno fu vincolato e fu avviata una vasta campagna di restauri. L’obiettivo era quello di salvare ciò che poteva essere conservato modernizzando il luogo per installarvi la galleria Contretype. Contretype è stata inaugurata il 21 settembre 1988 da Charles Picqué e sotto l’impulso del direttore di Contretype Jean-Louis Godefroid, la galleria ha organizzato numerose mostre e ha lavorato attivamente per promuovere il lavoro di Édouard Hannon e l’edificio. Sfortunatamente, nel 2014, la galleria ha lasciato l’edificio e il Comune ha intrapreso una nuova campagna di restauri per salvare l’affresco del vano scale, gravemente deteriorato, e restaurare i mosaici, le finestre e la serra. Nel 2019, su iniziativa del Comune e della Regione, è stata fondata la no profit Maison Hannon per aprire l’edificio come museo. E oggi finalmente lo si può visitare. Per informazioni è possibile visitare il sito di Maison Hannon.


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