Il British Museum ha rimosso il busto del suo fondatore, il medico e naturalista Hans Sloane (Killyleagh, 1660 - Londra, 1753), che nella sua vita collezionò più di 70mila oggetti (libri, medaglie, monete, un erbario con piante di tutto il mondo, curiosità naturali e artificiali) raccolti durante i suoi numerosi viaggi e poi donati, attraverso il suo testamento, a re Giorgio II d’Inghilterra, a beneficio della nazione inglese, in cambio di 20mila sterline per gli eredi e di un museo accessibile al pubblico che potesse mostrare la collezione: nasceva così, nel 1753, il primo nucleo del British Museum.
Sloane però ha anche legami con il fenomeno dello schiavismo, ed è per questo motivo che il busto non avrà più la posizione che ricopriva finora. Nella sua biografia ufficiale sul sito del British Museum si legge infatti che Sloane lavorò come medico del governatore della Giamaica (allora colonia inglese): “erano gli schiavi, uomini, donne e bambini provenienti dall’Africa occidentale”, si legge nella biografia, “che rendevano profittevole la Giamaica grazie al loro lavoro, da quando gli inglesi cominciarono a importare schiavi in numeri sempre crescenti sul finire del XVII secolo. Sloane lavorò come dottore in una piantagione lavorata da schiavi e, grazie all’aiuto di lavoratori inglesi e di schiavi dell’Africa occidentale (soprattutto uomini e donne di etnia Akan provenienti dalle odierne Ghana e Costa d’Avorio), raccolse una collezione di 800 esemplari di piante, oltre che di animali e curiosità”. Inoltre, al ritorno dai Caraibi, Sloane sposò Elizabeth Langley Rose, ereditiera di una famiglia proprietaria di piantagioni giamaicane dove lavoravano schiavi, e che pertanto guadagnavano grazie al loro lavoro. E attraverso i profitti della famiglia, Sloane riuscì a collezionare ancora più oggetti negli anni successivi.
La decisione di rimuovere il busto di sir Sloane è stata presa dalla direzione del museo sulla scorta degli eventi delle ultime settimane e delle proteste del movimento Black Lives Matter: da più parti, in questi mesi, è emersa infatti la richiesta di avere musei più inclusivi e capaci di raccontare più punti di vista. Per questo il direttore del British Museum, Hartwig Fischer, ha deciso di togliere il busto dal suo piedistallo e garantirgli una collocazione meno appariscente, in un cabinet dove si trovano diversi oggetti che spiegano il suo lavoro nel contesto dell’impero britannico e dello schiavismo del XVII-XVIII secolo. “Lo abbiamo tolto dal piedistallo, non dobbiamo nascondere niente”, ha dichiarato Fischer al Telegraph. “La dedizione alla verità, quando si tratta di fare storia, è assolutamente fondamentale: l’obiettivo è quello di riscrivere la nostra storia, che è condivisa, complicata e, a volte, anche molto dolorosa. Il caso di Hans Sloane e del suo rapporto con la schiavitù è un passaggio molto importante”.
Nell’immagine, il busto di Hans Sloane
Il British Museum rimuove il busto del fondatore per i suoi legami con lo schiavismo |