La GAMeC, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, rinascerà e si trasformerà in un museo completamente nuovo, che risulterà dalla completa trasformazione del Palazzetto dello Sport di Via Pitentino, situato a pochi passi dall’attuale sede del museo, di fronte all’Accademia Carrara. Parte oggi il grande cantiere che mira a trasformare il palazzetto nella nuova GAMeC. L’istituto, da anni, è alla ricerca di una nuova sede che le consenta di adeguarsi, a circa 32 anni dalla sua nascita, alle esigenze odierne, cambiate rispetto a quelle del 1991, anno di nascita del museo. Prosegue dunque il piano urbanistico che punta a rifunzionalizzare il vecchio palasport della città, struttura sportiva che sarà sostituita dal nuovo Palazzo dello Sport che sorgerà al posto del Palacreberg e dall’Arena da 6.500 posti in fase di costruzione nel nuovo complesso Chorus Life, che il gruppo COSTIM sta realizzando tra via Serassi e via Bianzana.
L’intervento ha un costo complessivo di circa 18 milioni di euro, di cui oltre 6,4 provenienti da un finanziamento PNRR, nell’ambito del bando rigenerazione urbana. Altrettanto importante è la partecipazione di Intesa Sanpaolo, con il gruppo bancario a garantire, nell’ambito del proprio Progetto Cultura, un contributo di 6 milioni di euro in modalità Art Bonus per poter convertire il vecchio palazzetto nella nuova Galleria.
Il progetto della GAMeC conferma il mantenimento della forma del vecchio Palazzetto dello Sport, che dimostra però tutto il suo mezzo secolo di vita. Verranno demolite le tribune e sarà realizzata al suo interno una grande “lanterna” (dove si troverà la parte espositiva) attraverso la realizzazione di solai intermedi e sfruttando l’altezza dell’attuale campo di gioco. Oltre a questo nuovo “white cube” si prevede anche l’apertura di un ristorante, un bar, un bookshop e di tutti i servizi. La superficie complessiva del museo sarà quasi triplicata: dagli attuali 2.200 metri quadrati a poco meno di 6.000.
Confermando e ripulendo dai volumi aggiuntivi il contenitore a pianta ellittica e mantenendo la posizione dell’ingresso verso piazzale Oberdan, il progetto trasforma l’attuale avancorpo, ne mantiene il sedime e lo abbassa in altezza in modo da costruire un portale che consente allo spazio pubblico di “fluire” all’interno dell’edificio. Si crea così il foyer del museo, una piazza coperta interna a tutta altezza, uno spazio aperto, attraente e in armonia con la nuova piazza esterna, disegnata da sedute, una fontana a giochi d’acqua e dei piccoli gazebo commerciali.
L’area espositiva del museo inizierà già al piano terreno: il foyer a tutta altezza è pensato come uno spazio multifunzionale attrezzato per esposizioni di opere di grandi dimensioni. Questo spazio ospita inoltre il bookshop e salette didattiche informali per attrarre il pubblico più giovane. In posizione opposta all’ingresso sono collocati gli uffici del museo e uno spazio commerciale che si affaccia verso quello che è destinato a divenire lo studentato dell’area Montelungo-Colleoni.
Uno scalone centrale scava l’ingresso al museo al primo e secondo livello con la galleria per esposizioni permanenti, ricavata, questa, all’interno del volume opalino che presenta una serie di pannellature modulari mobili capaci di creare ambienti più o meno grandi e più o meno illuminati. Esposizioni permanenti e mostre temporanee sono comunque accessibili separatamente in modo da non ostacolare l’accesso al museo durante l’allestimento delle mostre. Scale di sicurezza e ascensori posizionati simmetricamente completano il sistema di accessibilità e vie di fuga. All’ultimo piano è stato inoltre ricavato un volume che ospita un ristorante panoramico, accessibile dall’esterno anche quando il museo è chiuso. Il nuovo volume si affaccia su un ampia terrazza panoramica in copertura.
Il nuovo museo rappresenterà, quindi, anche un punto di vista nuovo su Bergamo, grazie a questa terrazza panoramica che dà sui tetti della città e si porrà come la conclusione di questo percorso attraverso la memoria dell’edificio, dentro l’arte, e poi finalmente a vedere la città ed a godere la bellezza soprattutto della Città Alta (il palazzetto si trova infatti subito ai piedi della parte più antica di Bergamo).
Saranno previsti interventi anche nello spazio urbano che circonda l’edificio per migliorare l’accesso allo stesso museo. Coinvolgeranno l’incrocio con via della Muraine, davanti alla vecchia caserma e, dalla parte opposta, tra via San Tomaso, Cesare Battisti e Borgo Santa Caterina, con il rifacimento della pavimentazione per meglio sottolineare la ricucitura delle parti che li delimitano e definiscono. I lavori avranno una durata di circa 2 anni: vista la provenienza di fondi dal PNRR, il termine dei lavori è legato alla scadenza del 2026, come previsto dagli accordi nell’ambito del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. Il cantiere è stato aggiudicato dall’impresa Manelli, che ha sede a Monopoli (Bari).
“Il progetto di trasformazione dell’attuale Palazzetto dello Sport”, afferma il sindaco Giorgio Gori, “concretizza l’ambizione di fare della GAMeC un punto di riferimento di rilievo internazionale per l’arte moderna e contemporanea, dotandola di una sede funzionale tanto alle grandi esposizioni quanto a laboratori, convegni e attività didattiche. Il progetto si avvale di un rilevante contributo di Intesa Sanpaolo, che ci preme ringraziare, e si iscrive nella più estesa qualificazione di un intero quadrante della città. Va quindi letto insieme alla rigenerazione della caserma Montelungo e dello Stadio, all’ampliamento del Parco Suardi e all’apertura al pubblico degli Orti di San Tomaso, con la ristrutturazione del Principe di Napoli e alla realizzazione di un percorso ciclo-pedonale che dal Sentierone arrivi appunto alla nuova GAMeC e all’Accademia Carrara: il tutto all’insegna della cultura e del tempo libero, come previsto dal PGT del 2010. Infine, io credo, che questo sia uno degli interventi salienti nell’ambito della Capitale Italiana della Cultura 2023, uno degli aspetti più significativi della legacy dell’anno speciale della nostra città”.
Secondo Paolo M. Grandi, Chief Governance Officer di Intesa Sanpaolo, “Il sostegno alla nuova GAMeC è la conferma, per Intesa Sanpaolo, del ruolo speciale ricoperto dalla città di Bergamo nel nostro Gruppo, ed è questo lo spirito che ci ha visto sostenitori del progetto Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Per la nostra banca lo sviluppo di progetti culturali come la GAMeC significa favorire la crescita delle persone e della coesione della comunità e generare ricadute in termini economici e occupazionali. Riteniamo queste componenti fondanti della nostra funzione di banca”.
“Si avvia, con il cantiere dei prossimi giorni”, dichiara Francesco Valesini, assessore alla riqualificazione urbana del Comune di Bergamo, “uno dei più importanti interventi architettonici e urbanistici della città di questi ultimi decenni, baricentro di una riqualificazione di ampio respiro che pone al centro una funzione culturale di primaria importanza, segno, anche simbolico, del ruolo che si vuole riconoscere alla cultura nei processi di trasformazione della città stessa. Un percorso durato più di due anni che ci restituirà anche, ne sono certo, un esempio contemporaneo di grande qualità architettonica, ancor più accresciuto anche dalla sistemazione dello spazio aperto antistante, in una nuova e ci auguriamo più vissuta piazza”.
“L’apertura del cantiere della nuova GAMeC”, sottolinea Lorenzo Giusti, direttore del museo, “segna un passaggio fondamentale nel percorso di crescita del museo, scandito in questi ultimi anni da alcune tappe significative. Penso all’adozione di nuove strategie per la valorizzazione delle collezioni pubbliche, il rafforzamento della programmazione estiva con le mostre site specific di importanti artisti internazionali in Palazzo della Ragione, la crescita progressiva e il successo della Trilogia della Materia, l’apertura nel 2020 e il consenso della piattaforma digitale Radio GAMeC, la messa a sistema delle attività didattiche. Tutti traguardi che non sarebbero stati possibili senza l’impegno del Comune di Bergamo e di Tenaris, e senza la consistente crescita parallela del numero di aziende intervenute a sostegno delle attività della Galleria e della rete di prestigiosi musei partner nazionali e internazionali con cui è stato possibile condividere progetti e produzioni. Credo che la GAMeC sia oggi un museo maturo, che ha tenuto fede all’impegno di restare sempre audace – come ci eravamo promessi nel 2018 – con una solida base di pubblico e con un posizionamento europeo ormai consolidato, pronto a fare quell’ulteriore salto di scala e di accoglienza del pubblico che i nuovi spazi potranno favorire.
Bergamo, parte il cantiere della nuova GAMeC. Come sarà il nuovo museo |