Apre le porte il nuovo Museo del Duomo di Cittadella: ecco com'è


A Cittadella (Padova) dopo diversi anni di lavori apre finalmente il nuovo Museo del Duomo: ecco com’è e quali opere mostra ai suoi visitatori.

A Cittadella (Padova), dal 22 maggio riapre il Museo del Duomo con le sale totalmente rinnovate. Il Museo, che si trova vicino al Duomo e ingloba anche quanto rimane della precedente chiesa medievale con i suoi affreschi, viene inaugurato dopo un lungo percorso e vari stralci di lavori che hanno visto in passato l’apporto del MiBACT, e in quest’ultima fase quello fondamentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e del Comune di Cittadella.

L’idea di istituire un museo di arte sacra nacque tra il 1985 e il 1986 quando un gruppo di volontari, coordinati da Giuseppe Streliotto, propose all’allora arciprete monsignor Antonio Miazzi di recuperare, restaurare ed esporre al pubblico i numerosi beni storici e artistici depositati e accantonati in vari ripostigli da tempo immemorabile. L’iniziativa con finalità culturali mirava a dare concretezza agli orientamenti espressi in merito dal Concilio Vaticano II. L’impresa richiamava un cospicuo numero di volontari che gratuitamente, con generosità ed entusiasmo hanno ricavato i locali da spazi inutilizzati. Per primo sono stati restaurati e puliti i quattro piani del campanile che da disagiati come erano sono diventati ambienti abbelliti dalla presenza delle opere esposte e suggestivi per la vista che offrono, da aperture inconsuete, sul paesaggio della città murata. Nella torre campanaria e nei locali attigui, adattati e trasformati, hanno trovato posto i dipinti, le sculture, gli altari e gli altri oggetti usati nei riti liturgici che venivano mano a mano recuperati, ripuliti e restaurati con il contributo di donatori e sponsor. Da subito si è vista la necessità di ampliare il museo con il recupero e il restauro di ulteriori locali, dotati di ascensore, di servizi e dispositivi previsti dalle normative in materia di agibilità e sicurezza pubblica nel frattempo emanate, per dare collocazione alle opere ritrovate e depositate nei magazzini.

Il restauro degli edifici è stato affidato nel 2002 allo Studio Architetti Veneti sotto la responsabilità dell’architetto Carlo Compostella e proseguiti poi sotto la direzione dell’architetto Annabianca Compostella. Il primo stralcio di lavori è iniziato nel 2003 e terminato nel 2010; il secondo definitivo stralcio di lavori è partito nel 2015 e si è concluso nel 2020. L’allestimento è stato affidato allo studio dell’architetto Gianni Toffanello che, in accordo con l’Ufficio diocesano per i Beni culturali e il Museo Diocesano di Padova, ha selezionato alcune tra le opere raccolte lungo i decenni precedenti, inserendole in un percorso di arte, storia e teologia. La scelta dei curatori è stata quella di privilegiare la qualità sulla quantità, per offrire pitture e sculture, ma anche esempi di arti applicate, che risultino effettivamente “eccezionali” per livello o per significato, a cominciare dalla grandiosa Cena in Emmaus, capolavoro datato 1537 di Jacopo da Ponte detto Bassano e dalla Flagellazione (fine XVI secolo) di particolare intensità già attribuita a Palma il Giovane ma più verosimilmente riconducibile ad Andrea Vicentino. Senza contare la grande tempera su tavola raffigurante il Compianto sul Cristo morto, capolavoro della pittura veneta di metà Quattrocento, attributo da Federico Zeri ad Andrea da Murano.

Ancora, proviene dall’antica chiesa abbaziale il Sant’Antonio Abate (XV secolo) in pietra di Vicenza con tracce dell’antica originale policromia. È un’opera di solida potenza espressiva, che richiama i secoli in cui sorse Cittadella, città murata medievale tra le più belle al mondo, che aveva ed ha la chiesa al centro dell’elisse delle sue alte mura (oggi percorribili lungo i quasi due chilometri del Camminamento di Ronda). L’attuale chiesa è di epoca neoclassica, ma quella primitiva non è scomparsa e conserva architetture e soprattutto preziosissimi affreschi di età medievale: una duecentesca Madonna con il Bambino e Santa Margherita, una Crocifissione trecentesca di sapore giottesco, i monumentali Sansone e Golia e quel che rimane di un ciclo affrescato da Jacopo Bassano tra il 1537 e il 1539. Testimonianze d’arte e di storia che fanno parte del percorso museale proposto al visitatore negli attigui spazi aperti al culto.

Nelle sale del Museo, tra gli altri “pezzi” di grande rilievo, spiccano le sculture lignee, tutte di epoca tardo medievale o rinascimentale: il busto policromo di una Vergine Annunciata, il mistico Crocifisso processionale quattrocentesco, sempre in legno intagliato e policromo, il San Rocco e il San Sebastiano cinquecenteschi. Tra gli esemplari di arti applicate si trovano il rarissimo Parato in terzo, impreziosito da ricami di raffinata fattura (sec. XVI); il reliquiario quattrocentesco opera di Bartolomeo da Bologna; lo Stendardo processionale dedicato a san Girolamo; il maestoso Apparato per le Quarant’ore, in legno intagliato e dorato, che domina una delle sale del nuovo Museo.

O

ltre al percorso artistico-culturale l’allestimento del nuovo Museo diocesano propone tre possibili percorsi, spirituali e religiosi. Il primo s’intitola Il percorso dei santi: entrando in museo ci si trova al cospetto di un’antica statua di sant’Antonio abate, il primo dei santi che accompagnano nell’itinerario di fede e testimonia una venerazione molto antica verso una figura radicata nella tradizione contadina. Proseguendo ci si imbatte nelle rappresentazioni dei santi Prosdocimo e Donato, patroni di Cittadella, di san Girolamo che traduce la Sacra Scrittura, di san Filippo Neri e altre ancora. Alla fine del percorso sono posizionate due statue lignee raffiguranti san Rocco e san Sebastiano. Non manca l’immagine della Vergine Maria, madre di Gesù e Regina di tutti i santi. Il secondo s’intitola Il percorso di passione, morte e risurrezione: è il racconto della passione, della morte e della risurrezione di Gesù. Nella prima stanza del museo i colori scuri della grande Flagellazione introducono nel mistero della sofferenza di Gesù, vissuta nella notte più buia. I colori più accesi della deposizione di Andrea da Murano, esposta nella sala don Luigi Rossi, donano invece la sensazione di una sofferenza mitigata dalla fede; è come se Maria portasse con sé già la luce della risurrezione. Infine i colori caldi della Cena in Emmaus accompagnano dolcemente verso il mistero pasquale di Gesù risorto che si rivela nello spezzare il pane e continua a essere presente in mezzo ai suoi discepoli, di ieri e di oggi. Infine, il terzo è La liturgia: la Cena in Emmaus, che svela il mistero di Cristo Risorto, aiuta a rileggere in maniera piena e consapevole tutto il percorso.

“In queste sale si intrecciano due storie”, sottolinea monsignor Luca Moretti, arciprete del Duomo. “Una antica, che parte dal 1220 e racconta di opere d’arte belle e importanti. Una più recente, fatta di passione e volontariato, che ha ridato luce e splendore alla storia antica. Chi visita il museo può in qualche modo entrare in contatto con queste due storie. Con chi ha avuto la fortuna di costruire, abbellire, ornare, curare la nostra chiesa. E con chi ha ereditato un compito forse meno affascinante, ma non meno importante: custodire e tramandare quanto di bello e prezioso ha ricevuto. Credo questo sia il compito del nostro tempo”.

Il museo è visitabile il sabato dalle 15 alle 17, la domenica e i festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17, gli altri giorni su prenotazione, per gruppi di almeno 10 persone. Ingresso: 5 euro intero, 3 euro ridotto (per Residenti nel Comune di Cittadella con esibizione di documento valido, Over 65 con esibizione di carta d’identità, Ragazzi dai 4 ai 17 anni, Studenti universitari fino a 26 anni con esibizione di badge universitario, Gruppi minimo 10 persone con prenotazione telefonica anticipata, Visitatori che esibiscono il biglietto d’ingresso delle Mura di Cittadella), gratis per portatori di handicap con certificazione Bambini dai 0 ai 3 anni, Presbiteri, con esibizione di celebret, Giornalisti in servizio con esibizione del cartellino di riconoscimento. Per i visitatori che esibiscono il biglietto del Museo del Duomo, il biglietto d’ingresso alle Mura di Cittadella sarà ridotto.

Immagine: Jacopo da Ponte, Cena in Emmaus (1537; olio su tela, 235 x 250 cm; Cittadella, Museo del Duomo)

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