Il 13 febbraio apre al pubblico il Museo dell’Orto Botanico dell’Università di Padova: un percorso che si estende su una superficie di 500 metri quadrati che è stato curato dalla responsabile scientifica Elena Canadelli. Il museo intende raccontare la storia della botanica e i suoi rapporti con la medicina, attraverso il ricco patrimonio di erbari, semi e collezioni didattiche custoditi in secoli di ricerca e attività didattica. Partendo da uno dei più antichi esemplari arborei dell’Orto, il tronco di agnocasto (detto anche “Pepe dei monaci”), risalente alla metà del Cinquecento, il percorso si conclude con il prezioso patrimonio di volumi che hanno fatto la storia della botanica e della medicina.
Ha sede in un edificio d’impianto settecentesco che ha ospitato studenti e docenti dell’Università di Padova in serre, aule e laboratori e che oggi aprono per la prima volta le loro porte ai visitatori dell’Orto botanico. Chi visita il Museo ha la possibilità di scoprire la storia dell’Orto, delle sue piante e di chi le ha raccolte, in un viaggio attraverso i secoli che ha inizio dalla sua fondazione, quando vi si coltivavano e studiavano le piante medicinali, e arriva fino al Novecento, quando lo studio delle piante si è esteso anche all’anatomia, alla fisiologia ed evoluzione nel loro ambiente, alla loro classificazione e distribuzione geografica.
Le collezioni botaniche conservate nel Museo risalgono prevalentemente all’Ottocento e al primo Novecento, e tra questi spicca l’erbario storico: uno straordinario archivio della biodiversità vegetale che conta circa 800mila esemplari di piante, alghe, funghi e licheni essiccati, 16mila provette con semi di specie alimentari, medicinali e ornamentali, le tavole didattiche ottocentesche, modelli di funghi e sezioni di legni.
La visita si snoda in un percorso ad anello a partire dall’ingresso che specchia l’Orto rinascimentale, in cui trova posto il tronco più antico conservato, quello dell’agnocasto, tra le piante coltivate nei primi anni di vita dell’Orto e noto fin dall’antichità come presunto rimedio per diminuire il desiderio sessuale. Ci si immerge così nelle tappe fondamentali della storia dell’Orto, a partire dalla sua fondazione nel 1545 fino al 1786, anno in cui Goethe lo visitò e ne rimase affascinato durante il suo viaggio in Italia. A seguire si sviluppa la collezione di erbari, che occupa l’intero corridoio settentrionale dell’edificio e racconta la fitta rete di scambi di piante e semi dell’Orto, sin dalle origini importante centro di introduzione e coltivazione di piante medicinali, alimentari e ornamentali da varie parti del mondo: questa storia viene annunciata dall’installazione Erbario assoluto, realizzata dallo studio artistico multidisciplinare fuse* e ripercorsa attraverso alcuni esemplari originali delle collezioni di erbari. Nella parte finale della galleria si lasciano gli exsiccata per immergersi nelle illustrazioni botaniche e anatomiche che hanno fatto la storia della botanica e della medicina in alcuni dei più preziosi volumi della Biblioteca storica di medicina e botanica “Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili”.
Il percorso continua in una spezieria di fine Settecento, dove la strumentazione originale, le preparazioni e i farmaci che attraversano almeno tre secoli di storia della farmaceutica e della medicina si combinano con esperienze sonore e interattive. A seguire ci si immerge in un’aula di fine Ottocento, imparando ad esercitare l’occhio, come gli studenti del passato, sulle collezioni botaniche didattiche di tavole parietali, semi, funghi e legni delle forme più diverse. Negli spazi del Teatro botanico recentemente restaurato si può assistere alla proiezione del film Goethe. La vita delle foglie, scritto e diretto da Denis Brotto, dove si racconta l’ideale ritorno di Goethe a Padova, oggi, nel 2023: un’occasione per ripensare al suo viaggio in Italia, avvenuto nel 1786, e soprattutto alla genesi del suo celebre saggio La metamorfosi delle piante, pubblicato nel 1790. Nelle sale successive ci si immerge in esperienze interattive come quella della Botanica senza frontiere, in cui una mappa evidenzia i legami dell’Orto con il resto del mondo, attraverso le storie dei personaggi che sono entrati in relazione con questo luogo, o quella di Una storia illustrata della botanica e della medicina, in cui si ripercorre in dodici tappe, che comprendono anche Padova, la storia della medicina e della botanica occidentale, oppure il gioco finale che conclude la visita e sprona a indovinare le piante introdotte per la prima volta in Italia e i botanici padovani a cui ancora oggi sono dedicati interi generi di piante.
“Il Museo botanico è una delle splendide eredità permanenti che la nostra Università offre, in occasione dei suoi ottocento anni, al territorio. La sua inaugurazione il 13 febbraio”, afferma la magnifica rettrice Daniela Mapelli, “chiuderà un anno ricco, emozionante e intenso di iniziative rivolte non solo alla comunità universitaria, ma a tutta la cittadinanza. Il Museo integra e rafforza l’offerta culturale e scientifica dell’Università, anche in vista dell’inaugurazione del Museo della Natura e dell’Uomo. L’Orto fondato nel 1545 continua così a essere un luogo di scambio e conoscenza, aperto al mondo”.
“Il Museo valorizza la storia secolare dell’Orto. Nelle sue sale natura, scienza, arte e storia dialogano in maniera suggestiva e coinvolgente. Tra passato e presente, il percorso racconta le storie delle piante e delle persone che le hanno raccolte, studiate e insegnate nel corso dei secoli, facendo di Padova un crocevia di scienza e cultura”, ha sottolineato Elena Canadelli, responsabile scientifica del Museo botanico, storica della scienza e presidente della Società Italiana di Storia della Scienza. “Oggi l’Orto botanico ha un nuovo importante attore, che affianca e rafforza le attività del sito Unesco su più livelli, dalla ricerca storica e botanica alla didattica, alla possibilità per i visitatori di conoscere la storia dell’Orto e delle sue collezioni. Il risultato a cui siamo arrivati dimostra l’importanza e la forza di lavorare in sinergia, grazie a una valorizzazione integrata del patrimonio”.
Il Museo botanico è realizzato grazie al sostegno del Ministero dell’Università e della Ricerca, della Camera di Commercio di Padova e degli Amici dell’Università di Padova, con Fondazione Cariparo come partner istituzionale. Hanno inoltre contribuito: Assindustria Venetocentro, Unox, Bios Line, Nar, Maschio Gaspardo, Sit Group.
L’inaugurazione si terrà alle ore 15 di lunedì 13 febbraio, con entrata da via Orto Botanico 15.
L’accesso al Museo è incluso nel percorso di visita e nel biglietto d’ingresso dell’Orto, che mantiene i costi invariati. Gli orari, i prezzi e le modalità di visita o prenotazione sono disponibili presso il sito dell’Orto botanico.
Nell’immagine, l’Orto antico, lato museo.
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