Un museo che non si limita a esporre opere, ma che si interroga su chi le guarda, su come renderle accessibili e su cosa significhi davvero inclusione. Con Nessuno Escluso, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano rafforza la propria vocazione a essere un luogo aperto, dove la bellezza non sia un privilegio per pochi, ma un diritto per tutti. Il progetto, iniziato nell’autunno del 2024 in occasione delle mostre temporanee, si estende ora anche ad alcune opere della collezione permanente e adotta quattro diversi linguaggi alternativi per rendere la fruizione del patrimonio artistico possibile anche per chi vive con disabilità sensoriali, cognitive o linguistiche.
Realizzato con il contributo della Fondazione Alia Falck e in collaborazione con la Consulta Diocesana Comunità Cristiana e Disabilità, Nessuno Escluso è un’iniziativa che guarda al futuro con responsabilità sociale e culturale. I quattro linguaggi scelti, Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), DescriVedendo, Easy to read e Lingua Italiana dei Segni (LIS), permettono un accesso diversificato e personalizzato all’esperienza museale, rivolgendosi non solo alle persone con disabilità ma anche a famiglie, educatori, accompagnatori, scuole e associazioni impegnate in ambito educativo e sociale.
Il percorso di inclusione è cominciato con l’Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli, Capolavoro per Milano 2024, ed è proseguito con un’altra opera di grande impatto: la Deposizione di Tintoretto, in mostra fino al 25 maggio 2025. Accanto a queste due importanti esposizioni temporanee, anche alcune opere della collezione permanente entrano a far parte dell’itinerario accessibile. Tra queste, il Tondo di Ambrogio, San Francesco riceve le stigmate di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, la Madonna dell’Umiltà di Gherardo Starnina – parte della collezione Fondi Oro – e la Pala della Vergine Assunta di Lucio Fontana.
A guidare i visitatori in questa nuova esperienza museale sono dei QR code installati accanto a ciascuna opera, ognuno dedicato a uno dei quattro linguaggi. Attraverso il proprio dispositivo, il visitatore può accedere a contenuti differenziati in base alle esigenze comunicative. Per facilitare ulteriormente l’orientamento, è stata creata anche una mappa che segnala la posizione delle opere accessibili. Le schede sono inoltre disponibili in formato cartaceo presso il bookshop del museo. La Comunicazione Aumentativa Alternativa si rivolge a chi non può comunicare verbalmente a causa di patologie congenite o acquisite, spesso associate a deficit cognitivi di diversa entità. Non intende sostituire il linguaggio verbale, ma affiancarlo. Il principio è quello dell’aumento, non della sostituzione: il simbolo visivo accompagna e rafforza lo stimolo orale, favorendo la comprensione e, quando possibile, anche la produzione verbale. L’interazione avviene attraverso un partner comunicativo che pronuncia ad alta voce ciò che il simbolo rappresenta, facilitando così la ricezione e l’espressione del messaggio.
DescriVedendo è invece un metodo pensato per chi ha una limitata o assente funzione visiva. Si basa sull’uso attento e strutturato del linguaggio verbale, capace di evocare mentalmente immagini, forme, composizioni e ambienti. La tecnica nasce da una ricerca mirata a rendere comprensibili figure, colori e strutture architettoniche attraverso una narrazione che stimola l’immaginazione. È uno strumento rivolto in particolare alle persone cieche e ipovedenti, ma risulta utile anche per una parte crescente della popolazione anziana, spesso alle prese con un progressivo indebolimento della vista.
Easy to read – Facile da leggere – è il linguaggio sviluppato per agevolare la comprensione di testi scritti da parte di persone con disabilità intellettiva e relazionale, ma anche da coloro che hanno difficoltà di lettura dovute a patologie o disturbi neuropsichiatrici, come ADHD, autismo, afasia o depressione. I testi realizzati in Easy to read impiegano una terminologia semplice, frasi brevi e chiare, accompagnate da immagini esplicative. Una delle caratteristiche di questo approccio è il coinvolgimento attivo delle stesse persone con disabilità nella fase di elaborazione dei contenuti: sono loro, infatti, a testare e contribuire alla realizzazione finale dei testi, in un’ottica di partecipazione e autodeterminazione.
Infine, la Lingua Italiana dei Segni, riconosciuta come lingua vera e propria della comunità sorda italiana, rappresenta non solo uno strumento di accesso alla comunicazione ma anche un elemento identitario. Utilizzata sia da persone sorde sia da alcuni udenti – in particolare figli di genitori sordi o professionisti dell’ambito educativo e assistenziale – la LIS è presente nel museo attraverso contenuti video in cui segnanti esperti illustrano le opere e le loro caratteristiche. L’obiettivo è quello di garantire un’esperienza museale completa anche alle persone che comunicano prevalentemente attraverso la lingua dei segni.
“Fa parte dell’identità originaria del Museo Diocesano il suo essere una palestra aperta a tutti, un laboratorio che vuole schiudere lo sguardo sull’infinito, attraverso la bellezza, ad ogni persona che lo visita e lo abita” dice Monsignor Luca Bressan - Vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della Diocesi di Milano. “Il progetto Nessuno escluso è un ingrediente aggiunto che dona ulteriore energia e vitalità per raggiungere questo obiettivo. Nella convinzione che, come diceva il Cardinal Carlo Maria Martini, la bellezza che salva è l’amore che condivide il dolore. Lo sperimentiamo proprio in questi giorni in cui celebriamo la memoria della passione, morte e resurrezione del Figlio di Dio, il Signore nostro Gesù Cristo”.
“Negli ultimi anni”, afferma Nadia Righi - Direttrice del Museo Diocesano, “il Museo ha lavorato costantemente in un’ottica di abbattimento delle barriere architettoniche e cognitive che, spesso, precludono la fruizione e la comprensione di diverse categorie di pubblico. Questa proposta vuole quindi rappresentare un ulteriore passo in avanti del Museo verso l’inclusione e l’accessibilità della propria collezione, rispondendo al ruolo di servizio per la società che un Museo riveste. Siamo grati a Fondazione Alia Falck che ha creduto da subito nel progetto e a Don Mauro della Consulta Diocesana Comunità Cristiana e Disabilità che ci ha seguiti nel percorso”.
“L’inclusione non si realizza attraverso gesti straordinari, ma rendendo accessibili a tutti le cose di ogni giorno”, sostiene Don Mauro Santoro – Responsabile della Consulta Diocesana Comunità Cristiana e Disabilità. “Ed è proprio questo che abbiamo fatto insieme al Museo Diocesano. Per questo credo sia giusto dire che è stato un lavoro importante, ma non eccezionale: garantire i giusti supporti e creare le condizioni perché le persone con disabilità possano visitare un museo, così come partecipare a un concerto, praticare uno sport o fare un viaggio non deve essere più un’eccezionalità, ma la normalità.”
“Con il progetto Nessuno escluso il Museo Diocesano compie un passo verso una cultura accessibile e condivisa”, dice Elisabetta Falck - Presidente della Fondazione Alia Falck. “Come Fondazione Alia Falck, siamo orgogliosi di sostenere questa iniziativa, che incarna pienamente la nostra visione di benessere come somma di inclusione, autonomia, bellezza, relazione. L’arte ha il potere di unire e trasformare, e crediamo che ogni persona debba avere la possibilità di accedervi, comprenderla e viverla. Questo progetto non è solo un esempio virtuoso di innovazione culturale, ma un modello che speriamo venga adottato anche da altre istituzioni. Siamo convinti che una società più equa e solidale passi anche da qui: dall’abbattimento delle barriere, visibili e invisibili, e dalla valorizzazione di ogni singola voce”.