Dal 18 Novembre 2017 al 15 Gennaio 2018 si terrà una mostra dedicata a Zoran Mušič (Boccavizza, 12 febbraio 1909 – Venezia, 25 maggio 2005) presso la Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. di Bologna. Curata da Flaminio Gualdoni, l’esposizione propone una retrospettiva sul lavoro degli ultimi cinquant’anni dell’artista sloveno.
Dai paesaggi dalmati a quelli italiani, dai ritratti alle nature morte fino all’orrore dei campi di concentramento, affrontato nella serie “Nous ne sommes pas les derniers“ (traduzione: “Noi non siamo gli ultimi”), la rassegna mette in mostra tutti i temi affrontati da Music nei suoi cicli creativi. Le opere coprono così un arco cronologico di quasi cinquant’anni, dagli anni Quaranta fino alle ultime creazioni degli anni Novanta, restituendo un ritratto completo ed interessante di una ricerca artistica ancora oggi attuale.
Zoran Mušič era un pittore e incisore che, terminati gli studi all’Accademia dell’Arte di Zagabria nel 1934, partì per dei viaggi in tutta Europa, tra il 1935 e il 1940, tra Spagna e Croazia, per poi stabilirsi in Italia (Venezia e Trieste) nel 1943, dove sposa la sua musa ispiratrice Ida Barbarigo Cadorin. Nel 1950, a Venezia, vinse il premio Gualino alla Biennale, mentre nel 1951 gli fu assegnato, insieme al pittore italiano Antonio Corpora, il Premio Parigi, organizzato a Cortina d’Ampezzo dal Centro culturale italiano di Parigi su consiglio di Campigli e Severini. Una nuova fase della sua pittura si evolse attorno alla rappresentazione dei paesaggi dalmati della sua gioventù, per poi concentrarsi nei paesaggi italiani.
Fu stilisticamente influenzato dai mosaici e dalle icone bizantine a Venezia.
Negli anni cinquanta trascorse un certo periodo a lavorare a Parigi, studiando l’“astrazione lirica” francese, per fare poi ritorno al suo atelier veneziano. Nel 1956 e nel 1960 partecipò nuovamente alla Biennale. Dopo aver ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro grafico, a partire dagli anni sessanta i motivi organici di Mušič divennero sempre più astratti e le sue composizioni abbandonarono i canoni della tridimensionalità.
Fu tra il 1970 e il 1976 quando Mušič produsse la suddetta serie intitolata “Nous ne sommes pas les derniers”, nelle quali l’artista trasformò il terrore e l’inferno della prigionia nel campo di concentramento di Dachau, dove venne deportato nel Novembre del 1944, in piena seconda guerra mondiale, in documenti di una tragedia universale, ebbe enorme successo e fu certamente la più acclamata dalla critica.
Mušič è conosciuto anche con il soprannome de “il pittore dei cavallini”, per via di un suo ricorrente soggetto, appunto i cavalli. Per saperne di più sulla mostra potete telefonare al numero +39 051 235843, mandare un mail a info@maggioregam.com, oppure visitare il sito www.maggioregam.com.
Città | Bologna | Sede | Galleria d’Arte Maggiore | Date | Dal 30/11/-0001 al 30/11/-0001 | Artisti | Zoran Mu | Temi | Novecento |
Zoran Music in mostra alla Galleria d'Arte Maggiore di Bologna |