A Vicenza la prima mostra di sempre su Francesco Bertos, spettacolare scultore del '700


A Vicenza, le Gallerie d’Italia dedicano, dall’11 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025, la prima mostra di sempre a Francesco Bertos, ricercato scultore veneto del Settecento, autore di spettacolari opere in bronzo e marmo.

A Vicenza, nel venticinquesimo anniversario delle Gallerie d’Italia di Vicenza, il primo museo della Banca Intesa Sanpaolo, apre al pubblico dall’ 11 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025 la mostra La caduta degli angeli ribelli. Francesco Bertos, a cura di Monica De Vincenti e Fernando Mazzocca. Si tratta della prima mostra dedicata a Francesco Bertos (Dolo, 1678 – 1741), uno degli artisti più singolari, ricercati e celebrati nella Repubblica di Venezia della prima metà del Settecento. In mostra oltre 40 opere provenienti da importanti musei nazionali e internazionali come Palazzo Madama e Palazzo Reale di Torino, Ca’ Rezzonico e Museo Correr di Venezia, Museo Arqueologico Nacional di Madrid, Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon di Versailles oltre che da collezioni private e dalla collezione di Intesa Sanpaolo. Nel percorso espositivo anche opere mai esposte provenienti dai depositi della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano.

La fama di Francesco Bertos deriva soprattutto dagli straordinari gruppi dai soggetti allegorici bizzarri e complessi, eseguiti in bronzo e marmo per i più importanti collezionisti del suo tempo. Colpisce l’estremo virtuosismo tecnico di queste dinamiche composizioni caratterizzate da piccole figure rifinite nei dettagli, intrecciate in contorsioni acrobatiche a formare coppie in volo o popolose strutture piramidali, talmente sorprendenti da meritare l’esame dell’Inquisizione “parendo impossibile che la mano umana possi arrivar a tanto” (così nell’Inventario Generale della Galleria di S.E. Maresciallo Co: di Schulenburg, 30 giugno 1741).

Con tali composizioni Bertos diede vita a un nuovo genere di sculture da galleria, che appagava i più sofisticati collezionisti del tempo affascinati dalla varietà e dalla tecnica raffinata, che riuscì a superare i limiti imposti dal marmo e dal bronzo giungendo a eguagliare gli effetti illusionistici della pittura contemporanea.

Opera centrale della mostra è il capolavoro di Bertos: la Caduta degli angeli ribelli, spettacolare scultura in marmo di recente attribuzione all’autore, appartenente alla collezione Intesa Sanpaolo ed esposta alle Gallerie d’Italia di Vicenza in una sala dedicata pensata dal lighting designer Pietro Palladino, che con un originale e sofisticato sistema di illuminazione esalta il talento tecnico e artistico dello scultore e al contempo ne amplifica la narrazione. In uno spazio affiancato, il visitatore è condotto alla scoperta dell’opera con riproduzioni tattili (pensate per le persone con disabilità visiva), un emozionante video immersivo, un’intervista alla storica dell’arte Monica De Vincenti (anche in linguaggio LIS) e il racconto visivo della trasposizione in 3D della scultura, in modo da garantire la fruizione dell’opera a tutti i pubblici.

Francesco Bertos, Caduta degli angeli ribelli (1725-1735 circa; marmo di Carrara, 168 × 80 × 81 cm; Vicenza, Collezione Intesa Sanpaolo, Gallerie d’Italia). Foto: Valter Maino, Vicenza
Francesco Bertos, Caduta degli angeli ribelli (1725-1735 circa; marmo di Carrara, 168 × 80 × 81 cm; Vicenza, Collezione Intesa Sanpaolo, Gallerie d’Italia). Foto: Valter Maino, Vicenza
Giambattista Tiepolo, Il giudizio finale (ante 1747; olio su tela, 146 × 200 cm; Collezione Intesa Sanpaolo, in comodato a Fondazione Querini Stampalia, Venezia). Foto: Valter Maino, Vicenza
Giambattista Tiepolo, Il giudizio finale (ante 1747; olio su tela, 146 × 200 cm; Collezione Intesa Sanpaolo, in comodato a Fondazione Querini Stampalia, Venezia). Foto: Valter Maino, Vicenza
Anonimo, Caduta degli angeli ribelli (1700 circa; avorio, 27 × 14,5 cm; Madrid, Museo Arqueológico Nacional). Foto: Ángel Martínez Levas
Anonimo, Caduta degli angeli ribelli (1700 circa; avorio, 27 × 14,5 cm; Madrid, Museo Arqueológico Nacional). Foto: Ángel Martínez Levas
Francesco Bertos, Allegoria delle stagioni? (marmo, 77 × 56 × 40 cm; Collezione Gallo)
Francesco Bertos, Allegoria delle stagioni? (marmo, 77 × 56 × 40 cm; Collezione Gallo)
Giambologna, Ratto a due figure (1579; bronzo, altezza 85 cm; Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte). © Archivio dell’Arte/Pedicini Fotografo
Giambologna, Ratto a due figure (1579; bronzo, altezza 85 cm; Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte). © Archivio dell’Arte/Pedicini Fotografo
Giovanni Battista Foggini, Plutone rapisce Proserpina (1703 circa; bronzo, altezza 55 cm; Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica, Palazzo Corsini). Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MiC) - Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell'arte/Enrico Fontolan
Giovanni Battista Foggini, Plutone rapisce Proserpina (1703 circa; bronzo, altezza 55 cm; Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica, Palazzo Corsini). Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma (MiC) - Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell’arte/Enrico Fontolan
Giovanna Battista Buzzana Clementi detta la Clementina, Ritratto di Carlo Emanuele III di Savoia (1730-1740 circa; olio su tela, 211 × 142 cm; Torino, Palazzo Madama, Museo Civico d’Arte Antica, inv. 92). Su concessione della Fondazione Torino Musei. Foto: Studio Fotografico Gonella 2024
Giovanna Battista Buzzana Clementi detta la Clementina, Ritratto di Carlo Emanuele III di Savoia (1730-1740 circa; olio su tela, 211 × 142 cm; Torino, Palazzo Madama, Museo Civico d’Arte Antica, inv. 92). Su concessione della Fondazione Torino Musei. Foto: Studio Fotografico Gonella 2024
Domenico Bosello, Giove fulmina i titani (1780-1790; porcellana, manifattura Antonibon di Nove, 39 × 20,6 × 19,5 cm; Napoli, Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina). © Archivio dell’Arte/Pedicini Fotografi
Domenico Bosello, Giove fulmina i titani (1780-1790; porcellana, manifattura Antonibon di Nove, 39 × 20,6 × 19,5 cm; Napoli, Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina). © Archivio dell’Arte/Pedicini Fotografi
Francesco Bertos, Allegoria dell’arte della Guerra (1738; bronzo, 113 × 51 × 45 cm; Torino, Musei Reali – Palazzo Reale). Su concessione del MiC - Musei Reali, Palazzo Reale” © Studio Gonella
Francesco Bertos, Allegoria dell’arte della Guerra (1738; bronzo, 113 × 51 × 45 cm; Torino, Musei Reali – Palazzo Reale). Su concessione del MiC - Musei Reali, Palazzo Reale” © Studio Gonella
Francesco Bertos, Ratto di Elena (marmo, 72 × 36 × 33 cm; Torino, Musei Reali – Palazzo Reale). Su concessione del MiC - Musei Reali, Palazzo Reale
Francesco Bertos, Ratto di Elena (marmo, 72 × 36 × 33 cm; Torino, Musei Reali – Palazzo Reale). Su concessione del MiC - Musei Reali, Palazzo Reale

Ricavata da un unico blocco di marmo di Carrara e composto da circa sessanta figure perfettamente rifinite in ogni dettaglio, l’opera rappresenta il combattimento celeste tra l’esercito del bene e quello del male, comandati l’uno dall’arcangelo Michele e l’altro da Satana, così come raccontato nell’Apocalisse di Giovanni. In origine l’opera doveva decorare la galleria del palazzo padovano dei nobili Trento, ma la fama della scultura aumentò quando nell’Ottocento passò con il palazzo Trento ai fratelli Francesco e Alessandro Papafava, legati a personaggi di spicco della politica, della cultura e dell’arte del tempo. Il marmo venne ammirato da Antonio Canova, celebrato da Bennassu Montanari, analizzato dal conte Leopoldo Cicognara, dal teologo Antonio Rosmini e dall’autore di Moby Dick, Hermann Melville, che gli dedicò nel 1858 una conferenza a Cincinnati. In mostra, il capolavoro di Bertos è posto a confronto con altre opere raffiguranti lo stesso soggetto.

Il percorso espositivo tratteggia il contesto in cui l’artista si trovò ad operare, gli illustri committenti – di cui sono presenti alcuni ritratti – e le personalità più apprezzate dell’epoca che furono vicine all’artista e ne influenzarono la vita artistica, come il veneziano Giovanni Bonazza e il fiorentino Giovanni Battista Foggini, di cui sono presenti in mostra alcune sculture, e il fiammingo Giambologna, le cui composizioni – come il Ratto della Sabina - furono sempre d’ispirazione per le più originali sculture di Bertos. In mostra anche una selezione di dipinti - di autori quali Giovanni Antonio Fumiani, Andrea Commodi, Antonio Bellucci, Sebastiano Ricci, Giovanni Battista Pittoni, Giovanni Antonio Guardi e Giambattista Tiepolo - per ricreare l’universo figurativo in cui Bertos si mosse.

Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo, afferma: “Nel venticinquesimo anniversario delle Gallerie d’Italia di Vicenza, che sono all’origine del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo, abbiamo realizzato un percorso dedicato all’eccezionale scultura Caduta degli angeli ribelli di Bertos, capolavoro delle collezioni di proprietà della Banca ed esposto in via permanente a Palazzo Leoni Montanari. Grazie ai rigorosi approfondimenti dei curatori e alla presenza di preziosi prestiti, che attestano la credibilità del nostro impegno, la mostra permette la riscoperta del grande maestro veneto, offrendo alla città nuovi contributi di conoscenza e bellezza”.

Nell’ambito della mostra è in programma un ricco palinsesto di attività #INSIDE con approfondimenti storico-artistici e incontri di musica, teatro, cinema e letteratura. Per i visitatori sono previsti itinerari tematici, visite guidate e family lab. Per le scuole proseguono le iniziative didattiche con laboratori creativi. Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira. Il museo di Vicenza, insieme a quelli di Milano, Napoli e Torino, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca.

A Vicenza la prima mostra di sempre su Francesco Bertos, spettacolare scultore del '700
A Vicenza la prima mostra di sempre su Francesco Bertos, spettacolare scultore del '700


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