A Urbino una grande mostra celebra i 600 anni della nascita di Federico da Montefeltro


Fino al 9 ottobre 2022, la Galleria Nazionale delle Marche ospita la mostra “Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti”, per la ricorrenza dei 600 anni dalla nascita del grande duca di Urbino.

Urbino celebra i seicento anni dalla nascita di Federico da Montefeltro (Gubbio, 1422 - Ferrara, 1482) con una mostra intitolata Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti, in programma dal 23 giugno al 9 ottobre 2022 alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, con la curatela di Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo. Un percorso di ottanta opere, tra pitture, sculture, disegni, medaglie, affreschi staccati e codici, un terzo delle quali provenienti dall’estero, per far compiere al pubblico un viaggio nel ducato di Urbino all’epoca del mecenatismo di Federico da Montefeltro, periodo di notevole importanza anche per gli sviluppi dell’arte italiana del tempo.

Inoltre, sempre dal 23 giugno al 9 ottobre alla Galleria Nazionale delle Marche un’altra mostra si affianca a quella principale: si tratta di “Quando vedranno i richi vistimenti”. Federico da Montefeltro e Battista Sforza. Vesti e Potere nel primo Rinascimento italiano, a cura dell’“Atelier di Battista” di Urbino di Carolina Sacchetti e organizzata dalla Galleria Nazionale delle Marche, rassegna che ripropone una ricostruzione storica di sei abiti rinascimentali, dell’epoca di Federico da Montefeltro.

“Il duca Federico”, spiega Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche, “seppe trasformare Urbino in una capitale del Rinascimento: alla sua corte si incontrarono artisti e letterati di estrazione e provenienza diversa le cui reciproche influenze generano un clima culturale che si ripercuoterà nei decenni a venire. Quell’ambiente, che vide incontrarsi pittori come Piero della Francesca, Giusto di Gand, Pedro Beruguete e Luca Signorelli, gli architetti Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante, fu l’humus dal quale fiorì la genialità di Raffaello e sul quale, Baldasar Castiglione, plasmò il Cortegiano”.

Melozzo da Forlì, Dio Padre benedicente (affresco trasportato su tela; Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria)
Melozzo da Forlì, Dio Padre benedicente (affresco trasportato su tela; Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria)
Pietro di Galeotto, Flagellazione di Cristo (tempera su tela; Perugia, Oratorio di San Francesco)
Pietro di Galeotto, Flagellazione di Cristo (tempera su tela; Perugia, Oratorio di San Francesco)
Francesco Laurana, Battista Sforza (marmo; Firenze, Museo Nazionale del Bargello)
Francesco Laurana, Battista Sforza (marmo; Firenze, Museo Nazionale del Bargello)
Pedro Berruguete, Ritratto di Federico da Motefeltro e del piccolo Guidobaldo (tavola; Urbino, Galleria Nazionale delle Marche)
Pedro Berruguete, Ritratto di Federico da Motefeltro e del piccolo Guidobaldo (tavola; Urbino, Galleria Nazionale delle Marche)

Le sezioni della mostra

Sono sette le sezioni in cui la mostra è suddivisa. La prima, dal titolo Ritorno di Federico da Montefeltro a Urbino. Piero e gli antefatti prospettici (1462-1476) prende le mosse a partire dagli anni Settanta del Quattrocento, epoca in cui il grande artista Francesco di Giorgio Martini viene nominato “architettore” del duca, con funzioni anche di soprintendere ai lavori strutturali e decorativi per la fabbrica di Palazzo Ducale, oltreché a quelli dei cantieri prevalentemente militari sparsi nel territorio feltresco. Sono gli anni durante i quali, anche per la presenza più costante di Federico da Montefeltro a palazzo, Urbino diviene sempre più crocevia delle arti, con una vocazione di cosmopolitismo difficilmente rilevabile in altre corti italiane dell’epoca. Caratterizzano questa parte iniziale della mostra il busto di Battista Sforza, opera di Francesco Laurana proveniente dal Museo Nazionale del Bargello di Firenze, accompagnato dalla Flagellazione appartenente al periodo in cui Piero operava per le corti adriatiche.

La seconda sezione, Francesco di Giorgio da Siena a Urbino, approfondisce le fasi iniziali del lavoro dell’artista senese, che è attestato con certezza presso la corte feltresca almeno dal 1477. La sezione contempla alcune opere, sia dipinti che sculture, che richiamano l’attività degli ultimi anni trascorsi a Siena, come il gisant bronzeo per il monumento sepolcrale del grande umanista senese Mariano Sozzini, in origine nella chiesa di San Domenico a Siena e oggi conservato al Bargello. La presenza della Madonna col Bambino e un angelo della Pinacoteca Nazionale di Siena evoca l’attività nella bottega di Francesco di Giorgio di un suo fedele collaboratore, finora non identificato anagraficamente, il cosìddetto “Fiduciario di Francesco”, che probabilmente seguì da vicino il maestro anche a Urbino. La terza sezione, Francesco di Giorgio bronzista e plasticatore, raccoglie i bronzi eseguiti da Francesco al tempo dell’attività urbinate, insieme con alcune significative opere di plasticatore, utili a palesare la grande dimestichezza del maestro senese con la scultura “per via di porre”. L’opera chiave è ovviamente la Deposizione della chiesa del Carmine di Venezia, proveniente dall’oratorio della Croce di Urbino e sullo sfondo della quale Francesco di Giorgio ritrasse Federico da Montefeltro con il giovanissimo figlio Guidubaldo, verso il 1475. Esposte poi le due versioni in stucco della Discordia, un rilievo in cui Francesco di Giorgio rivela la sua grande competenza prospettica e il profondo debito con la cultura donatelliana, per arrivare al grande gruppo fittile tridimensionale e policromo raffigurante il Compianto e il relativo bozzetto, che segna ormai il rientro a Siena del maestro verso la metà degli anni ottanta.

Si prosegue con la quarta sezione, dal titolo Pittura di corte all’ombra di Piero della Francesca, che offre alcune tra le opere più significative degli anni in cui Piero della Francesca è attivo presso la corte: tra queste la Madonna di Senigallia, che nei loro sfondi architettonici, così misurati e razionali, paiono ispirarsi agli stessi interni del palazzo urbinate. Accanto vedranno la loro presenza dipinti di un allievo diretto del grande borghigiano, come il giovane cortonese Luca Signorelli, al quale si deve anche una tavola con il Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro bambino, conservata oggi al Thyssen-Bornemisza di Madrid. La sezione dal titolo Cultura prospettica e lume fiammingo mette invece in evidenza che in pittura l’ambiente urbinate di quegli anni si caratterizzò per straordinarie sperimentazioni, quale centro d’avanguardia in Italia. Il suo mirabile cosmopolitismo, di cui è testimonianza letteraria di prima mano la Cronaca rimata di Giovanni Santi, vede la presenza di supremi artisti italiani, come Piero della Francesca, e di maestri di cultura fiamminga, come Giusto di Gand, o il castigliano Pedro Berruguete, che nei suoi ritratti mostra una mirabile sintesi di soluzioni prospettiche assai complesse e di valori epidermici da grande pittore ponentino, per una cultura che risaliva agli illustri fondatori della pittura nordica.

Infine, la sesta e la settima sezione della mostra sono dedicate rispettivamente a Francesco di Giorgio “architetto prediletto” del duca, col proposito di illustrare il gusto per un’architettura razionale e all’antica che emerge a corte alla presenza del maestro senese, e a Il cantiere del palazzo e l’ornato all’antica, un sorta di itinerario all’interno del palazzo, per andare alla scoperta del cantiere della “città in forma di palazzo”, segnata da uno stile architettonico e di ornato all’antica di stretto gusto albertiano. In realtà Leon Battista Alberti, attestato a Urbino nel 1464 solo di passaggio, può aver offerto solo idee e spunti per un impianto che fu elaborato invece da Luciano Laurana nel corso degli anni sessanta e settanta, e poi specificamente da Francesco di Giorgio, per quanto concerne la soluzione finale e l’assetto definitivo dell’architettura con le sue preziose decorazioni.

La mostra è arricchita dal catalogo edito da Marsilio, che oltre alle foto e alle schede delle opere, recherà i testi dei tre curatori, del Direttore della Galleria Nazionale delle Marche Luigi Gallo e altri saggi.

Piero della Francesca, Madonna di Senigallia (tempera e olio su tavola; Urbino, Galleria Nazionale delle Marche)
Piero della Francesca, Madonna di Senigallia (tempera e olio su tavola; Urbino, Galleria Nazionale delle Marche)
Francesco di Giorgio, Flagellazione (bronzo; Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria)
Francesco di Giorgio Martini, Flagellazione (bronzo; Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria)
Francesco di Giorgio, Progetto per l’interno di San Bernardino (Firenze, Biblioteca Laurenziana)
Francesco di Giorgio, Progetto per l’interno di San Bernardino (Firenze, Biblioteca Laurenziana)
Donato Bramante, Uomo d’arte (affresco staccato; Milano, Pinacoteca di Brera)
Donato Bramante, Uomo d’arte (affresco staccato; Milano, Pinacoteca di Brera)

La mostra sugli abiti storici

“Quando vedranno i richi vistimenti”. Federico da Montefeltro e Battista Sforza. Vesti e Potere nel primo Rinascimento italiano è una piccola mostra in cui viene esposta la ricostruzione di sei abiti storici del XV secolo: due richiameranno gli abbigliamenti del Dittico di Urbino di Piero della Francesca, il famoso doppio ritratto custodito nella Galleria degli Uffizi di Firenze; gli altri quattro (due femminili e due maschili) saranno rifacimenti fedeli di abiti dell’epoca, frutto di un approfondito studio delle fonti storiche, giacché degli originali abiti dell’epoca purtroppo a noi non è giunto niente. La mostra sarà allestita nella prima sala dell’appartamento degli Ospiti di Palazzo Duca, dove sono esposte la Flagellazione e la Madonna di Senigallia.

Dal tardo Medioevo vesti ed ornamenti iniziarono ad assumere un’importanza sociale notevole: buona parte della produzione artigiana dell’epoca era destinata alla realizzazione di stoffe, gioielli, vesti e accessori indispensabili per sottolineare lo status sociale degli individui. Le liste dotali di fanciulle nobili erano quasi totalmente composte da vesti e gioielli, come anche gli inventari dei beni dei grandi signori, in cui sono costantemente presenti l’elencazione di abiti sfarzosi e gioielli per ogni occasione, preziosi che spesso venivano offerti in dono in occasione di matrimoni e fidanzamenti, visite importanti o semplicemente per ostentare il lusso sfrenato.

Fu proprio nelle raffinate corti italiane del XV secolo che iniziò a diffondersi tanto il moderno concetto di eleganza, cioè il distinguersi attraverso l’accostamento di diversi tessuti, colori e fogge, quanto lo sviluppo di atteggiamenti sociali che contrapponevano la classe aristocratica, che faceva dell’abito uno specchio autocelebrativo, alla ricca borghesia mercantile, che vedeva nelle vesti anche un bene patrimoniale. Le corti italiane, centri di diffusione culturale al pari della corte di Borgogna, si fecero promotrici di raffinata eleganza. È proprio in questo contesto che va collocata la raffinatezza della corte urbinate, che sotto il governo di Federico e di Battista, influenzati dalla moda fiamminga, raggiunse uno dei momenti di maggior splendore. Le immagini dei duchi raccontano il potere soprattutto attraverso le fogge e i colori delle vesti.

In un tale scenario ricostruire alcuni dei preziosi apparati vestimentari dei signori di Urbino si è resa un’esigenza, secondo gli organizzatori della mostra, poiché nulla si è conservato degli “oggetti della moda” del loro tempo. Attraverso le ricostruzioni artigianali delle vesti, realizzate con un approfondito studio storico sulle fonti e sui reperti disponibili, si è voluta restituire l’idea di eleganza della corte feltresca.

Informazioni pratiche

La mostra aprte dal martedì alla domenica dalle 8:30 alle 19:15 (chiusura biglietteria ore 18:15). Ingresso: € 8 intero; € 2 ridotto; € 1 prenotazione. Per informazioni telefono 0722 2760, sito web www.gallerianazionalemarche.it.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraFederico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle art
CittàUrbino
SedeGalleria Nazionale delle Marche
DateDal 23/06/2022 al 09/10/2022
CuratoriAlessandro Angelini, Gabriele Fattorini, Giovanni Russo
TemiRinascimento

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