È la storia di un’importante restituzione quella che il Museo d’Arte Sacra di San Piero in Mercato a Montespertoli (Firenze) racconta dal 14 maggio 2022 all’8 gennaio 2023, nell’ambito della mostra La predella degli Uffizi salvata al Castello di Montegufoni. La vicenda narra di un’opera degli Uffizi sottratta alle razzie dell’esercito nazista e alle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, esposta a Montespertoli nell’ambito del progetto Terre degli Uffizi, realizzato dalle Gallerie insieme alla Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei.
L’opera è una predella di bottega fiorentina quattrocentesca (un ‘gradino’ dipinto che stava alla base di una ‘pala quadra’ rinascimentale) dove sono raffigurate le Storie di San Pier Martire e, nel riquadro centrale, Cristo in pietà. Nell’ambito della mostra, la tavola si connette con le opere coeve già presenti nel museo e provenienti dal territorio. La predella, requisita da un convento durante le Soppressioni Napoleoniche degli edifici religiosi del 1808–1810, si trovava a metà Ottocento nella Galleria dei Quadri Antichi e Moderni dell’Accademia di Belle Arti, antesignana dell’attuale Galleria dell’Accademia, insieme ad altre opere usate come modelli per l’insegnamento degli aspiranti artisti che frequentavano la scuola. La scelta della predella per l’esposizione trova un fondamento simbolico anche nella storia dello scorso secolo: durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, l’opera era stata ricoverata nel vicino Castello di Montegufoni, antica rocca medievale della famiglia Acciaioli che ai primi del Novecento fu acquisita dalla famiglia dei nobili inglesi Sitwell. Quando i pericoli delle incursioni aeree costrinsero a mettere in salvo il patrimonio artistico fiorentino, Montegufoni accolse, tra le tante opere in arrivo dagli Uffizi, anche veri e propri capolavori quali la Maestà di Giotto e i dipinti di Botticelli. Oggi la predella, ritornando vicino al luogo del suo salvataggio, si fa testimone di un pezzo importante della storia del Novecento.
Il Castello di Montegufoni si incontra appena fuori Montespertoli, in un bel bosco di cipressi. È un antico edificio medievale del quale fu proprietaria una antica famiglia fiorentina di ricchi banchieri, gli Acciaioli. Pare vi sia nato Niccolò Acciaioli, amico di Petrarca e Boccaccio. Intorno alla metà del Seicento, anche su sollecitazione di Cosimo II de’ Medici, fu radicalmente ammodernato diventando un punto di incontro per la nobiltà fiorentina fino a tutto il Settecento. Dopo numerosi passaggi di proprietà avvenuti nel corso dell’Ottocento, nel 1909 la rocca fu acquistata dall’inglese sir George Sitwell, per il figlio sir Osbert. I Sitwell elessero a stabile dimora il castello solo nel 1966, ma anche in precedenza vi soggiornarono a lungo, invitandovi artisti e letterati e investendo in lavori di abbellimento e arricchimento fra i quali, nel 1922, le decorazioni con maschere e Arlecchini eseguite da Gino Severini. Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo la requisizione dei beni ai Sitwell che, britannici, erano per l’Italia nel novero dei nemici, il castello fu eletto dalla Soprintendenza di allora a rifugio per le opere d’arte, in quanto lontano dal passaggio della linea del fronte. In più consegne le opere arrivarono a Montegufoni nel novembre del 1942 per rimanervi fino al 1945; ne fu custode Guido Masti, poi per questo insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica. Tra i beni custoditi vi furono anche massimi capolavori come la Maestà di Giotto e le tavole di Botticelli. A guerra finita, i Sitwell rimasero al castello, dove Sir Osbert morì, nel 1969. Non molto tempo dopo la rocca fu ceduta alla famiglia Posarelli (attuale proprietaria), che lo restaurò, cambiandone uso e destinazione.
“Una predella senza la pala a cui era connessa, di una bottega fiorentina del Quattrocento ancora misteriosa”, commenta il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. “Mettere temporaneamente questa opera nel Museo di Montespertoli la sottopone allo scrutinio degli studiosi e dei curiosi, nella speranza che qualcuno risolva i molti interrogativi che l’opera lascia ancora aperti. Si tratta di un’operazione insolita, perché non propone soluzioni dall’alto ma intende, al contrario, stimolare la curiosità e la partecipazione dei visitatori. Le ‘Terre degli Uffizi’ diventano, così, anche un’occasione di dibattito scientifico”.
“Proprio dopo i disastri della Seconda guerra mondiale, uno dei Padri della Costituzione italiana, Piero Calamandrei, dichiarò che ogni opera d’arte perduta nel conflitto era ‘una zona della memoria che si oscura’”, afferma Roberto Riccardi, comandante Carabinieri Tutela patrimonio culturale. “Restituire un bene alla Comunità è ridare la luce. Il nostro compito è questo, e vogliamo accenderne ancora tante”.
“Questa seconda tappa del nostro progetto è molto più di una mostra”, sottolinea Luigi Salvadori, presidente della Fondazione CR Firenze: “è una piacevole occasione per scoprire un’opera salvata dalle razzie della guerra e per trovare, forse, qualche risposta ai misteri che essa nasconde. Il suo ritorno nel luogo del salvataggio è anche l’occasione per stupirsi nuovamente delle bellezze del nostro territorio, che forse non sono apprezzate come dovrebbero”.
Titolo mostra | La predella degli Uffizi salvata al Castello di Montegufoni | Città | Montespertoli | Sede | Museo d'Arte Sacra di San Piero in Mercato | Date | Dal 14/05/2022 al 01/08/2023 | Temi | Arte antica |