In occasione di una mostra, un grande capolavoro del Rinascimento è tornato dopo quasi duecento anni al monastero dove era stato custodito per secoli. Si tratta del Trittico realizzato dal pittore francese del Quattrocento Nicolas Froment (Uzés, 1430 circa - Avignone, 1486), che ha fatto ritorno nel convento di San Bonaventura al Bosco ai Frati a San Piero a Sieve (Firenze), da dove venne rimosso in seguito alla soppressioni napoleoniche, giungendo poi nel 1841 alla Galleria delle Statue e delle Pitture. Oggi infatti il capolavoro fa parte delle collezioni degli Uffizi.
Grazie alla mostra Un capolavoro del Rinascimento dalla Francia a Bosco ai Frati: il Trittico di Nicolas Froment. Terre degli Uffizi in Mugello, sostenuta dall’Unione Montana dei Comuni del Mugello ed inserita nel progetto di Terre degli Uffizi, programma espositivo de Le Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei, è possibile quindi ammirare la splendida pala d’altare quattrocentesca proprio nel luogo di culto che per secoli fu la sua “casa”. L’esposizione è stata aperta al pubblico il 1° giugno 2022 e avrebbe dovuto terminare lo scorso novembre, ma il capolavoro è ancora visibile nel convento di Bosco ai Frati poiché, dato il grande successo ottenuto, si è deciso di prolungare la permanenza qui del dipinto fino al 30 aprile 2023 per poter dare a tutti la possibilità di vederlo nel suo antico luogo.
“La mostra a Bosco ai Frati”, ha dichiarato il Sindaco di Scarperia e San Piero che in Unione dei Comuni ha la delega al Turismo, Federico Ignesti, “ha ottenuto un grande successo e la proroga è la dimostrazione dell’ottimo lavoro nato dalla sinergia e dalla collaborazione di tutti i soggetti coinvolti dell’organizzazione di questa mostra”. “La positiva collaborazione tra Le Gallerie degli Uffizi, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Unione Montana dei Comuni del Mugello ha reso possibile la proroga della mostra di Froment” ha aggiunto soddisfatto il Sindaco di Vicchio che in Unione ha la delega alla Cultura Filippo Carlà Campa. "Si protrae così l’opportunità di visitare questo capolavoro al Bosco ai Frati e insieme il nostro vasto patrimonio culturale, il territorio e tutte le sue bellezze. Da parte nostra rinnoviamo la disponibilità a collaborare e ripetere esperienze importanti come questa nei musei del Sistema Museale Integrato".
Come già affermato, il Trittico di Nicolas Froment, artista la cui attività è documentata tra la Francia settentrionale e la Provenza dal 1461 al 1483, è considerato un vero capolavoro del Quattrocento. Venne commissionato dal vescovo Francesco Coppini (Prato, 1402 – Roma, 1464) durante le sue missioni diplomatiche all’estero: il committente, identificato dallo stemma, è raffigurato in preghiera davanti alla Vergine, sulla parte posteriore di una delle ante. La pala d’altare è datata 1461 ed è firmata sugli sportelli.
Il capolavoro raffigura Storie di Lazzaro, Marta e Maria ed è suddiviso in tre parti. Al centro è raffigurato Gesù che resuscita Lazzaro pronunciando le parole “Lazare veni foras”, scritte in caratteri d’oro. Lazzaro risorto, con il corpo ormai in decomposizione, si erge dal sepolcro, sotto lo sguardo delle sorelle Marta e Maria, sul cui viso scendono lacrime e una di loro porta il bianco velo sulla bocca per asciugarle. Sullo sportello sinistro è invece raffigurata la scena in cui Marta va incontro a Gesù per avvisarlo della morte del fratello, mentre nello sportello destro Maria rende omaggio a Gesù ungendogli i piedi con un balsamo profumato, e dietro si nota una tavola imbandita; vi è anche un personaggio che sta bevendo.
Influenzato dalla pittura fiamminga, l’artista tende a caratterizzare le fisionomie, che assumono quasi l’aspetto di caricature. Il racconto sacro di questi episodi delle vite di Lazzaro, Marta e Maria è reso con una meticolosa rappresentazione delle vesti, degli oggetti e persino di dettagli curiosi come quello della mosca posta sulla tavola apparecchiata. Suggestiva e curata è anche la resa dei paesaggi sullo sfondo, soprattutto nello sportello di sinistra, che evocano il mondo fiabesco delle corti nordeuropee del Quattrocento.
Il Trittico giunse nel convento di Bosco ai Frati dopo che, nell’estate dell’anno stesso in cui l’opera venne realizzata, il vescovo Francesco Coppini venne richiamato a Roma dal papa, con l’accusa di reati politici e simonia. Condannato, venne privato dei suoi titoli e i suoi beni furono confiscati. Il dipinto entrò così in possesso della famiglia Medici e fu poi donato ai frati francescani del convento. Il Trittico venne quindi collocato nella chiesa del convento, dove fino agli inizi dell’Ottocento si trovava anche il Crocifisso ligneo di ambito donatelliano, che il pubblico può vedere ora nella stessa sala dove è allestita la mostra. La fortuna del convento si deve anche a Cosimo il Vecchio de’ Medici, che acquistò l’intera zona su cui sorge ancora oggi il complesso religioso e la selva adiacente, assumendone il patronato e la direzione dei lavori di ammodernamento, che affidò all’architetto Michelozzo.
Il Trittico è stato oggetto alcuni fa di un restauro generosamente finanziato dagli Amici degli Uffizi, ma era tornato nei depositi dopo una mostra agli Uffizi che ne documentava il recupero, a causa di lavori in corso al museo e in attesa di dare al capolavoro un nuovo allestimento. La mostra a Bosco ai Frati è dunque occasione per molti di ammirare per la prima volta l’opera restaurata. “Il fatto che i Medici – certamente Cosimo Pater Patriae – lo avessero prontamente accaparrato dopo la caduta in disgrazia del committente, è una prova ulteriore del gusto per la pittura nordica che fu molto precoce a Firenze”, aveva spiegato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt in occasione dell’apertura della mostra.
“Riportare il Trittico di Froment ed esporlo nella Sala del Capitolo, insieme al Cristo di Donatello, era per noi un sogno”, ha concluso Gianni Frilli, referente OFM Toscana per il Museo di Bosco ai Frati. “La disponibilità delle Gallerie degli Uffizi, la generosità della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, il contributo e il coordinamento dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello, la collaborazione con la ProLoco di San Piero a Sieve, ebbene, lo hanno reso possibile. Un grande lavoro di squadra, per un evento che rafforza l’identità del nostro territorio”.
La mostra è sostenuta dall’Unione Montana dei Comuni del Mugello in collaborazione con il Comune di Scarperia/San Piero a Sieve e con lo stesso Convento di Bosco ai Frati, ed è visitabile con ingresso gratuito fino al 30 aprile 2023 dal venerdì alla domenica e festivi dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.
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