Treviso, via a una trilogia di mostre sul contributo del Veneto all'arte del '900


A Crocetta del Montello (Treviso) parte una trilogia di mostre che hanno l’obiettivo di sottolineare il contributo dato dal Veneto all’arte italiana del Novecento.

Dal 12 settembre 2020 al 27 dicembre 2020 è in programma a Crocetta del Montello (Treviso), nella sede di Villa Ancilotto, la mostra 1910-1940: la rivoluzione silenziosa dell’arte in Veneto, da Gino Rossi, a Guidi e de Pisis, a cura di Antonella Alban e Giovanni Granzotto con la collaborazione di Stefano Cecchetto. Si tratta della prima tappa di un più ampio percorso espositivo promosso dal Comune di Crocetta del Montello che, nel corso del triennio 2020-2022, vuole raccontare l’importanza della pittura veneta nell’evoluzione dell’arte italiana del Novecento, partendo dagli albori del XX secolo per arrivare agli anni Duemila. Secondo i curatori, il contributo dell’arte veneta è stato determinante perché sviluppatosi attraverso il continuo confronto fra una roccaforte della tradizione artistica e pittorica quale era l’Accademia di Venezia, una delle più importanti Accademie del mondo, e la Biennale delle Arti, punto di incontro e allo stesso tempo palcoscenico per tutte le nuove avventure artistiche.

La prima mostra della trilogia intende porre l’attenzione sul contributo delle esperienze di Gino Rossi (Venezia, 1884 - Treviso, 1947), degli artisti della Scuola di Burano e di altri maestri, fra cui principalmente Virgilio Guidi (Roma, 1891 - Venezia, 1984) e Filippo De Pisis (Ferrara, 1896 - Brugherio, 1956). Negli spazi di Villa Ancilotto, già sede dell’odierna Biblioteca civica e del Museo di Storia Naturale, il percorso espositivo si articolerà intorno a un nucleo centrale di dipinti degli anni Dieci e Venti, con gli artisti legati all’esperienza della Scuola di Burano, in particolar modo Gino Rossi, Umberto Moggioli e Pio Semeghini, ovvero pittori che trasportarono in questo solitario e protetto lembo della laguna le atmosfere dei Nabis e le accese tavolozze dei Fauves, ma sempre mitigate e addolcite dalla luce veneziana. Quindi si aggiungerà un consistente corpus di opere, eseguite negli anni Venti e Trenta, di Filippo de Pisis e Virgilio Guidi e una selezione di lavori di un altro genio della felice stagione a Burano, Arturo Martini. Il percorso prosegue con le opere di Cagnaccio di San Pietro, Guido Cadorin, Teodoro Wolf-Ferrari, Felice Carena, Fiorenzo Tomea, Nino Springolo ed altri ancora, in un costante confronto fra la grande tradizione della pittura veneta e i gli stimoli e gli annunci più avanzati della modernità, sospinti dai venti della Secessione viennese, dell’Espressionismo, del Futurismo e della Metafisica.

A completare l’esposizione, una selezione di opere di fine Ottocento di esponenti di spicco della pittura veneta, come Guglielmo Ciardi (il vero fondatore della pittura moderna di paesaggio), Pietro Fragiacomo, Luigi Nono, Giacomo Favretto, Ettore Tito, Luigi Cima, che racconterà il contesto in cui si sono sviluppate le istanze pittoriche di Gino Rossi e degli altri maestri.

Il ciclo di mostre La rivoluzione silenziosa dell’arte in Veneto proseguirà poi nel 2021 con la seconda esposizione 1940-1970: da Music a Deluigi e Tancredi per concludersi nel 2022 con 1970-2000: da Vedova a Santomaso.

Nell’immagine: Virgilio Guidi, Bacino di San Marco (1931; olio su tela, 49 x 75 cm)

Treviso, via a una trilogia di mostre sul contributo del Veneto all'arte del '900
Treviso, via a una trilogia di mostre sul contributo del Veneto all'arte del '900


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