Ian Davenport a Todi: un dialogo tra pittura e scultura nella Sala delle Pietre di Todi


La mostra di Ian Davenport, ospitata nella Sala delle Pietre dal 31 agosto al 5 ottobre 2025, esplorerà il confine tra pittura e scultura, accompagnata da un ampio programma di eventi collaterali per il pubblico.

Dal 31 agosto al 5 ottobre 2025, Todi, in provincia di Perugia, ospiterà una mostra a cura della Fondazione Progetti Beverly Pepper e del Comune di Todi, in collaborazione con il Todi Festival. La Sala delle Pietre del Palazzo del Popolo accoglierà Ian Davenport (Sidcup, 1966), artista britannico di fama internazionale, noto per il suo approccio innovativo alla pittura e alla scultura. La mostra, dal titolo Holding Center, offre una panoramica delle sue pitture-installazioni, che sfumano i confini tra bidimensionalità e scultura. Davenport, uno dei principali esponenti del movimento degli Young British Artists, torna in Italia dopo il successo della sua mostra del 2022 al Chiostro del Bramante di Roma. Le sue Painting with floors, installazioni che giocano con il pavimento come superficie pittorica, saranno accompagnate da una serie di lavori su carta, intitolati Splats, caratterizzati da spruzzi di colore che sfidano la tradizionale visione della pittura come forma statica e bidimensionale. Un elemento di grande impatto nella mostra sarà la video-installazione di Davenport, che sarà visibile dal 30 agosto al 7 settembre 2025 al Palazzo del Capitano, uno dei luoghi del Todi Festival, che ogni anno trasforma la città in un palcoscenico per l’arte e la cultura. Questa installazione, che sarà visibile durante i giorni della manifestazione, arricchirà ulteriormente l’esperienza visiva proposta dall’artista.

L’iniziativa di Davenport a Todi si inserisce in una lunga tradizione di collaborazione tra la Fondazione Beverly Pepper, il Comune di Todi e il Todi Festival, che hanno sempre promosso l’arte contemporanea come parte integrante della vita culturale della città. Negli anni passati, la città ha avuto il privilegio di ospitare grandi maestri come Arnaldo Pomodoro, Fabrizio Plessi e Mark di Suvero, confermando il suo ruolo centrale nel panorama artistico internazionale. Quest’anno, con il ritorno di Silvano Spada alla direzione artistica del Todi Festival, la manifestazione si apre a un’edizione speciale. Davenport a firmare anche il manifesto della 39^ edizione, dando vita a un programma che accosta agli appuntamenti centrali un ricco calendario di iniziative collaterali gratuite. Tra queste, saranno organizzate visite guidate per il pubblico, laboratori per bambini e progetti didattico-formativi per le scuole, creando così un ponte tra l’arte contemporanea e la comunità locale. Davenport, con la sua ricerca che abbraccia la materia e il colore, invita il pubblico a un’esperienza sensoriale che va oltre la semplice osservazione. Il suo lavoro mette quindi in discussione i limiti imposti dalle convenzioni artistiche e apre nuove possibilità per comprendere la relazione tra forma, spazio e colore. L’artista è noto per la sua capacità di combinare tecniche tradizionali e moderne, creando opere che sfidano le aspettative e stimolano il pensiero critico.

Ian Davenport
Ian Davenport

“Sono lieto”, dichiara Ian Davenport, “di essere stato invitato dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper e dalla città di Todi a esporre il mio lavoro. Per me, l’Italia è sempre stata la patria della brillantezza artistica e i pittori del Rinascimento italiano hanno avuto un’influenza enorme sul mio lavoro. L’ispirazione per i colori nelle mie opere proviene spesso da artisti come Beato Angelico, Lorenzo Monaco e Sandro Botticelli. I miei dipinti esplorano la materialità fisica della pittura, andando talvolta ad evolvere oltre la bidimensionalità, assumendo dunque una forma scultorea che restituisce un intervento dinamico nello spazio espositivo”.

“Ian Davenport”, afferma Antonino Ruggiano, Sindaco di Todi, “regala al Todi Festival 2025 un manifesto ricco di luci e di colori, anticipando iconicamente la cifra di una special edition con la quale la città ritrova Silvano Spada direttore artistico e vede consolidare la collaborazione con la Fondazione Progetti Beverly Pepper. Il nome di un altro artista di fama internazionale si aggiunge alla straordinaria galleria di prestigiose firme, di grandi mostre e di opere d’arte contemporanea che hanno vivificato Todi nell’ultimo mezzo secolo”.

“Ringrazio la Fondazione Progetti Beverly Pepper”, asserisce Silvano Spada, Direttore artistico Todi Festival, “per il suo omaggio al Festival con la realizzazione del Manifesto a firma dell’artista inglese Ian Davenport: un gesto che consente di proseguire nella mia attenzione per l’arte contemporanea con, tra gli altri, i nomi di Alighiero Boetti, Kounellis, Pistoletto, autori di celebri manifesti di alcuni dei miei Festival. Ma, soprattutto e con tenerezza, mi fa piacere ricordare che, nell’ormai lontano 1987, Beverly fu la mia primissima fan e mio riferimento mondan/culturale dei miei incontri privati o di rappresentanza nella socialità della Todi di allora e, all’epoca, a me sconosciuta”.

“Siamo orgogliosi”, sottolinea Elisa Veschini, Presidente Fondazione Progetti Beverly Pepper”, di riaffermare la nostra prestigiosa partnership con il Todi Festival, un’alleanza che continua a crescere con entusiasmo e passione. È per noi un onore poter lavorare al fianco di un Festival che, con la nuova direzione di Silvano Spada, si arricchisce di nuove energie e visioni. La sua guida ispiratrice ci stimola a proseguire un percorso illuminato che, da anni, porta a Todi alcuni dei più grandi nomi dell’arte contemporanea, rendendo questa città un punto di riferimento internazionale per la cultura. Ringraziamo il maestro Ian Davenport per aver accettato il nostro invito, la sua opera contribuirà ancora una volta, a questo straordinario progetto che celebra l’arte in tutte le sue forme”.

“Ian Davenport”, ricorda Marco Tonelli, curatore del progetto e curatore scientifico della Fondazione Progetti Beverly Pepper”, è uno dei più importanti pittori astratti britannici attivi dalla fine degli anni Ottanta, riconosciuto a livello internazionale, le cui opere riescono a sedurre, quasi magicamente, e attivare lo sguardo sia di specialisti che di profani, grazie ai loro colori dinamici e ai processi del dipingere sempre in vista, come se lo spettatore fosse parte del farsi dell’opera e l’opera qualcosa di vivo e ancora in progress. Un’arte coinvolgente quindi, quasi partecipata, in cui lo scorrere del tempo e l’immediatezza dell’esperienza sembrano costituire la sostanza della pittura, tenendo in equilibrio apparenza e struttura”.

Note sull’artista

Ian Davenport, nato nel Kent nel 1966, si è formato al Goldsmiths College di Londra, dove si è laureato nel 1988. Nello stesso anno ha partecipato alla mostra Freeze, evento fondativo del movimento degli Young British Artists. A soli due anni dalla laurea ha tenuto la sua prima personale alle Waddington Galleries di Londra e nel 1991 è stato candidato al Turner Prize, risultando il più giovane artista mai nominato per il prestigioso riconoscimento. Davenport si è imposto sulla scena internazionale grazie a un linguaggio astratto che indaga il gesto pittorico e la fisicità del colore. Le sue opere più recenti si distinguono per linee di vernice acrilica colate su superfici inclinate, dove la materia cromatica si riversa nello spazio, creando trame complesse di colore e profondità. Negli ultimi dieci anni ha intensificato il lavoro grafico, producendo una vasta serie di incisioni e serigrafie. Ha esposto in numerose sedi di rilievo, tra cui la Dundee Contemporary Arts (1999), l’Ikon Gallery di Birmingham (2004), la Tate Liverpool (2000) e il Dallas Contemporary (2018). Nel 2006 ha realizzato Poured Lines Southwark Street, una monumentale pittura murale lunga 48 metri su un ponte londinese, oggi tra le opere pubbliche permanenti più estese del Regno Unito.

Alla Biennale di Venezia del 2017 ha presentato, su commissione di Swatch, un’installazione composta da oltre mille strisce verticali, accompagnata da un orologio d’artista in edizione limitata. Le sue collaborazioni includono anche Meissen, per cui ha dipinto a mano una serie di piatti in porcellana (2016), e Dior, con cui ha progettato una borsa per il progetto Lady Art. Nel 2010 ha partecipato a un programma di residenza presso la Josef and Anni Albers Foundation in Connecticut. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private, tra cui quelle del Tate di Londra, del Centre Pompidou di Parigi, del National Museum Wales di Cardiff, del Von der Heydt Museum di Wuppertal, del MoMA di New York, del Museum of Modern Art della Spezia e del Dallas Museum of Art. La sua prima monografia, edita da Thames & Hudson, è uscita nel 2014. In Italia è rappresentato dalla galleria Luca Tommasi di Milano.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraHolding Center
CittàTodi
SedePalazzo del Popolo
DateDal 31/08/2025 al 05/10/2025
ArtistiIan Davenport
CuratoriMarco Tonelli
TemiArte contemporanea

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