Apre il 18 aprile l’antologica della poetessa e artista Tiziana Cera Rosco (Milano, 1973) intitolata Anthurium – Parla mio fiore, a cura di Maria Chiara Di Trapani, nata da un’esperienza di residenza artistica vissuta dall’artista nell’Orto Botanico dell’Università di Palermo. Presentata fino al 21 maggio 2023 in due sedi, presso lo stesso Orto Botanico e la chiesa dei Santi Euno e Giuliano, a breve distanza l’uno dall’altra nello storico quartiere Kalsa, la mostra amplifica il dialogo che l’artista e poetessa ha da sempre con i luoghi della natura e del sacro e rappresenta la metafora di un lavoro di ricerca che ripensa l’idea dell’abitare, tra natura e linguaggio, tra filosofia e visione, tra performance e preghiera. L’esposizione, patrocinata dal Comune di Palermo, conta oltre 80 opere: sculture, fotografie di atti performativi, diari e quaderni d’artista, video e installazioni su supporti materici come carta, garze e lenzuola.
Senza sprecare materiale e senza usare agenti chimici, l’artista ha lavorato con la massima attenzione verso l’ambiente e l’ecosostenibilità, recuperando materiale organico dismesso dall’Orto stesso, come alghe, foglie, fango, e indossando per tutto il periodo della residenza lo stesso lungo abito nero realizzato su misura con una stoffa solida come una corteccia protettiva. L’artista ha realmente abitato l’Orto per un anno, giorno e notte, trasformando una casetta di piccole dimensioni – utilizzata come rimessa per attrezzi – situata al centro dell’Orto, in una dimora di vita e di arte. Tiziana Cera Rosco ha condotto così la sua ricerca studiando le piante della collezione vivente: osservando ed essiccando alghe, melograni, anthurium, e ogni tipi di reperto vegetale e trasformandoli nella materia primaria delle installazioni presentate, quattro cicli di opere corrispondenti alle stagioni trascorse durante la residenza.
Nel video Naufragio, la casa dell’Orto è stracolma di lenzuola, simbolo del sudario e di un libro impossibile da scrivere. In fondo, un giaciglio su cui poggia un cuscino fatto di Calicantus e una coperta fatta di 70 garze cucite insieme. L’installazione Anthurium Erbario Notturno e la performance Linfa hanno le sfumature verdi di un risveglio primaverile: l’Erbario si compone di 490 fogli, 490 combinazioni di fiori realizzate per impressione di luce e una figura centrale di oltre 5 metri che ricorda un volto e che rappresenta la Sindone Vegetale. Persefone ha le cromie intense del rosso del melograno che sventola sul giallo delle messi in estate: frutti di melograno battuti su un grande lenzuolo evocano qualcosa di carnale. I resti del frutto rosso sono stati fatti seccare su lenzuola e sono diventati come cuori: ex voto vegetali. L’installazione si completa con libri d’artista, video, reperti di orto, poesia, scultura, fotografia.
In Ade, il ciclo conclusivo caratterizzato per i contrasti di neri chiaroscuri illuminati dalla brillante luce dell’oro, l’artista fa riferimento al dio che porta lo stesso nome del luogo che abita. Il tema centrale è quello del vuoto, un vuoto rintracciato anche all’interno del cervello che assume le sembianze di una farfalla sacra. Il materiale protagonista è l’oro, con cui l’artista interviene sulle opere, tra cui una pietra, come la pietra filosofale. La mostra termina con una performance dal titolo Tutto quello che ti fortifica ti distrugge.
Le teche della Sala Tineo all’Orto Botanico presentano il lavoro di ricerca e gli elementi di sperimentazione sulla deperibilità e la resistenza della fibra delle piante condotti dall’artista, insieme a reperti vegetali, diari, prototipi delle opere, e il grande Anthurium Erbario Notturno. La chiesa dei Santi Euno e Giuliano ospita i lavori più monumentali, come i grandi drappi di cinque metri, realizzati con la tecnica dell’essiccamento delle alghe, o con la macerazione dei chicchi del melograno, insieme a video inediti, sculture e piccole sindoni.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Campisano Editore, con interventi di Lorenzo Chiuchiù, Laura Liberale, poeti e filosofi, Luca Molinari, professore ordinario di Teoria e Progettazione dell’Architettura presso la Seconda Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, direttore scientifico del Museo M9 di Mestre, già curatore della Biennale Architettura di Venezia, Antonio Marras, stilista e artista, che è inoltre intervenuto sul vestito che l’artista ha indossato durante la residenza ricucendone col suo filo rosso le parti consumate, Cristina Costanzo storica dell’arte, critica e curatrice dei talk durante la residenza in Orto, oltre al testo critico di MariaChiara Di Trapani.
La mostra è visitabile all’Orto tutti i giorni: fino al 30 aprile dalle 9 alle 19 dal lunedì al sabato e dalle 10 alle 19 la domenica, dal 1° al 21 maggio dalle 9 alle 20 dal lunedì al sabato e dalle 10 alle do la domenica. Nella chiesa visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, chiuso il sabato e la domenica. Info al pubblico tel. 091 23891229 - www.ortobotanico.unipa.it
Titolo mostra | Tiziana Cera Rosco. Anthurium – Parla mio fiore | Città | Palermo | Sede | Orto Botanico | Date | Dal 18/04/2023 al 21/05/2023 | Artisti | Tiziana Cera Rosco | Curatori | Maria Chiara Di Trapani | Temi | Arte contemporanea |
Un'artista in simbiosi con le piante: Tiziana Cera Rosco all'Orto Botanico di Palermo |