Torna a Fano, dopo un importante lavoro di restauro, la Pala di Durante, opera tra le più importanti della città, e conosciuta appunto anche come “Pala di Fano”, uno tra i lavori più noti del Perugino (Pietro Vannucci; Città della Pieve, 1450 circa – Fontignano, 1523). L’opera è protagonista di una rassegna a lei dedicata, intitolata Pietro Perugino a Fano. Primo pictor in orbe, a cura di Anna Maria Ambrosini Massari con Emanuela Daffra, e in programma dal 7 dicembre 2023 al 7 aprile 2024.
Un ritorno importante e atteso dopo il restauro condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che il pubblico avrà modo di vedere presso la sala Morganti del Palazzo Malatestiano, nella mostra-dossier realizzata dal Comune di Fano, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure e con il contributo della Regione Marche.
‘Primus pictor in orbe’: ‘primo pittore al mondo’, così viene descritto Perugino nel contratto del 1488 che lo portava a lavorare a Fano dove avrebbe realizzato due opere eminenti: la Madonna con il bambino in trono e i santi Giovanni Battista, Ludovico di Tolosa, Francesco, Pietro, Paolo e la Maddalena, detta Pala di Durante, e l’Annunciazione.
L’opera fu eseguita per l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Nuova di San Lazzaro e fu realizzata a più riprese, tra il 1488 e il 1497. È così definita dal nome che compare nell’iscrizione sul piedistallo ai piedi della Vergine: Durante di Giovanni Vianuti, che nel 1485 fece un lascito ai frati Minori Osservanti, il cui convento venne più tardi trasferito nell’attuale sede della chiesa di Santa Maria Nuova. Il pannello principale raffigura la Madonna con il Bambino seduta su un alto trono con ai lati i santi. Il gruppo è disposto all’ombra di un chiostro rinascimentale, aperto sullo sfondo verso un luminoso paesaggio collinare. A completamento della pala, una lunetta con Cristo in Pietà tra i dolenti e santi Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea e una predella con cinque Storie della vita della Vergine, alla cui realizzazione o perlomeno progettazione grafica, alcuni storici dell’arte ritengono che abbia collaborato il più geniale allievo di Perugino e futuro protagonista della scena artistica, Raffaello Sanzio, allora appena quattordicenne.
La mostra-dossier consentirà di osservare l’opera dopo il restauro e conoscere i resoconti dell’intervento, grazi anche a confronti con riproduzioni digitali. In particolare, quello con la cosiddetta ‘pala gemella’, realizzata per l’altare maggiore della chiesa degli osservanti di Senigallia.
Il percorso espositivo, e le sue ricostruzioni virtuali e riproduzioni, racconteranno i momenti che comprendono l’attività fanese, dallo scorcio degli anni Ottanta per arrivare alla conclusione della Pala di Durante nel 1497, quando Perugino era all’apice della carriera e, dopo il successo della direzione del cantiere sistino in Vaticano, lavorava a un ritmo vorticoso che imponeva il riutilizzo di invenzioni fortunate, con variazioni più e meno significative e con l’aiuto di collaboratori.
Il restauro ha permesso anche di approfondire lo studio dell’opera del Perugino, attraverso un’estesa campagna di indagini diagnostiche, radiografiche, fotografiche e multispettrali e dell’esame dei manufatti al verso, ad opera di un gruppo di lavoro multidisciplinare di restauratori specializzati, storici dell’arte, esperti scientifici e fotografi. Sezione che accompagnerà il percorso della mostra, sarà quindi quella relativa alla documentazione del restauro, fonte di molte nuove e ulteriori acquisizioni e precisazioni.
Nell’immagine: la Pala di Fano durante il restauro.
Termina il restauro della Pala di Fano del Perugino: l'opera è protagonista di una mostra |