La galleria d’arte contemporanea Gagosian di Roma presenta Azzurro, una mostra monografica di Simon Hantaï (Biatorbágy, 1922 – Parigi, 2008) visitabile dal 2 febbraio al 30 marzo 2024. Curata da Anne Baldassari, l’esposizione analizza il legame di Hantaï con l’Italia e l’impatto della tradizione pittorica italiana sul suo lavoro, evidenziando i dei toni del blu nella pratica pittorica dell’artista. Dopo la retrospettiva alla Fondazione Louis Vuitton di Parigi del 2022, Azzurro segue le due precedenti esposizioni di Hantaï ospitate da Gagosian: LE NOIR DU BLANC, LE BLANC DU NOIR tenutasi nello spazio di Le Bourget (2019–22) e dedicata alle opere in bianco e nero; e Les blancs de la couleur, la couleur du blanc incentrata sulla combinazione di colori primari e secondari, tenutasi nella sede di Madison Avenue a New York nel 2022. Dopo aver rappresentato la Francia alla Biennale di Venezia del 1982, Hantaï si ritira dalla vita pubblica, rifiutando di esporre nuovi lavori fino al 1998. È significativo che Azzurro abbia luogo a Roma: Hantaï si recò infatti per la prima volta in Italia nel 1942 con i compagni dell’Accademia di Belle Arti di Budapest, soggiornando a Roma, Firenze e a Siena. Nel 1948, visitò la 24a Biennale di Venezia entrando in contatto con le opere di Max Ernst e Jackson Pollock. Questi viaggi contribuirono a consolidare la sua ammirazione per i pittori italiani del proto e del primo Rinascimento, in particolare Giotto e Masaccio.
“La funzione del colore è essenzialmente legata alla luce, non alla materia”, diceva Simon Hantaï. Azzurro, una retrospettiva che si basa sull’uso del colore, presentando straordinari esemplari dei celebri pliage, una tecnica di piegatura della tela seguita da annodature e dipinti sulle parti visibili, per poi essere dispiegata, svelando un’alternanza tra lo sfondo e le porzioni pigmentate, di Hantaï. Il percorso espositivo inizia con la tela Peinture (Petit Nu) del 1949, parte della produzione giovanile dell’artista, dove una figura emerge su uno sfondo turchese intenso che ricorda gli affreschi rinascimentali. Seguono Catamurons del 1964, piegata al centro e con strati multipli di colore; Meun del 1967, che incorpora sezioni non dipinte agli angoli; Étude del 1969, dove la tela uniformemente piegata e dipinta di blu monocromo è contrapposta a grandi frammenti irregolari di bianco; e Blancs del 1974, dove i segmenti senza colore prevalgono sui frammenti di blu, verde e nero presenti sulla tela. Nella vasta sala ovale della galleria, risalta un gruppo di dipinti blu appartenenti alla serie Tabula, realizzata tra il 1972 e il 1976, e successivamente tra il 1980 e il 1982. I dipinti si legano ai ricordi d’infanzia dell’artista, affascinato dai grembiuli della madre, il cui ingarbugliarsi e piegarsi dava vita a sequenze di colori brillanti. Privilegiando il tatto rispetto alla visione, Hantaï ha intriso le opere della serie Tabula di riferimenti ad artisti storici, tra cui Matisse e Cézanne e, nel fondere rigore e casualità, ha reso omaggio al pensiero matematico. Nell’ultima sala, i lavori last studio del 1982–85, raramente esposti, presentano forme inedite derivate dalla piegatura e dal dripping, eseguite con colori vibranti ed equilibrati. Un’ulteriore fonte di ispirazione per l’artista è costituita dal Periodo Blu di Pablo Picasso del 1901–04. Azzurro è accompagnata da un catalogo contenente un saggio di Anne Baldassari.
Simon Hantaï è nato nel 1922 a Bia, in Ungheria, ed è morto nel 2008 a Parigi. Le sue opere figurano nelle collezioni di: Musei Vaticani, Città del Vaticano; CAPC Musée d’art contemporain de Bordeaux, Francia; Centre Pompidou, Parigi; Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris; Ludwig Museum, Budapest; Museum of Fine Arts, Budapest; Royal Museums of Fine Arts of Belgium, Bruxelles; Museum of Modern Art, New York; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, DC; National Gallery of Art, Washington, DC; Museum of Fine Arts, Houston; San Francisco Museum of Modern Art; Musée d’art contemporain de Montréal; e Osaka City Museum of Fine Arts, Giappone. Hantaï è stato protagonista di diverse esposizioni monografiche tra cui spiccano: Hantaï, Rétrospective, Musée National d’Art Moderne, Parigi (1976); Simon Hantaï 1960–1976, CAPC Musée d’art contemporain de Bordeaux (1981); 40a Biennale di Venezia (1982); Donation Simon Hantaï, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1997); Hantaï: Collezioni del Centre Georges Pompidou, Musée d’art moderne de Céret, Francia (1998); Werke von 1960 bis 1995, Westfälisches Landesmuseum für Kunst und Kulturgeschichte, Münster, Germania (1999); Centre Pompidou, Parigi (2013); Villa Medici, Roma (2014); Ludwig Museum, Budapest (2014); Par où on ne sait pas, Musée des Beaux-Arts, Rouen, Francia (2020); e Simon Hantaï. The Centenary Exhibition, Fondation Louis Vuitton, Parigi (2022).
“Per Hantaï”, scrive Baldassari “La stessa spiritualità pittorica lega il Periodo Blu alle pale di altare e agli affreschi di Giotto, Masaccio, Piero della Francesca e Fra Angelico. Il colore era il punto di contatto”. Hantaï rimane inoltre affascinato dalla centralità del colore blu nel culto cattolico mariano, come dimostra il dipinto Le Manteau de la Vierge (1960) conservato ai Musei Vaticani. “Dal 1960” racconta Baldassari “avendo concettualizzato il pliage come metodo, l’associazione semantica tra il grembiule di sua madre, il colore blu e la piegatura diventò un elemento portante della pittura di Hantaï, il fulcro della sua pratica artistica”.
Immagine: Simon Hantaï, Tabula (1980; acrilico su tela, 298 × 488 cm) © Archives Simon Hantaï/ADAGP, Paris
Titolo mostra | Simon Hantaï. Azzurro | Città | Roma | Sede | Gagosian Gallery | Date | Dal 02/02/2024 al 30/03/2024 | Artisti | Simon Hanta | Curatori | Anne Baldassari | Temi | Pittura, Arte Moderna |
La funzione del colore: alla galleria Gagosian la mostra monografica di Simon Hantaï |