Apre dal 27 gennaio al 17 marzo 2024, nella Sala dei Comuni del Castello Estense di Ferrara, la mostra Sommersi Salvati della fotografa Silvia Camporesi. L’esposizione è organizzata da diverse istituzioni: dal Seminario Vescovile di Forlì, Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara. Sommersi Salvati racconta una storia di libri, di passione, storia e teologia, custoditi nella biblioteca del Seminario Vescovile di Forlì libri e improvvisamente sommersi dall’acqua e dal fango nel corso dell’alluvione che ha colpito violentemente l’Emilia-Romagna lo scorso maggio e salvati dagli uomini. Le fotografie di Silvia Camporesi, assieme al video di Mara Moschini e Marco Cortesi, raccontano il tragico ed imprevedibile evento e le sue conseguenze: la straordinaria difesa della memoria grazie all’opera di cittadini, volontari e forze dell’ordine che hanno lavorato nel fango senza sosta per portare in salvo i libri della biblioteca forlivese. Il libro, oggetto fragile, e potente messaggio di salvezza universale è il simbolo del sapere e della cultura e non possiamo permettere che venga distrutto.
“È una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini”, scriveva Jorge Luis Borges.
"Le fotografie di Silvia Camporesi vanno ben oltre la documentazione”, riflette l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli “Si tratta di scatti coinvolgenti in cui esalta il lavoro delle centinaia di persone accorse in quei giorni per aiutare. Catastrofi come quella avvenuta in Emilia Romagna hanno un effetto distruttivo sulle persone, ma anche sul patrimonio culturale. Il lavoro di Silvia Camporesi, che ha ora sede al Castello Estense di Ferrara, rappresenta il salvataggio di 50mila libri, un terzo dei documenti presenti del seminario vescovile di Forlì quando è stato travolto dall’acqua e dal fango”.
"Ferrara e Forlì si abbracciano in questa mostra, tornando sorelle di una stessa terra, la stessa terra che abbiamo visto in tutta la sua fragilità” dice il presidente della Fondazione Ferrara Arte, Vittorio Sgarbi. “Questa mostra non è una commemorazione, ma è la sublimazione di un momento tragico che attraverso la visione estetica di Silvia Camporesi vive nella nostra memoria. E questo è il senso dell’arte. Le sue sono fotografie grandi, parlanti, sono fotografie di umanità, raccontano di persone che hanno visto e hanno vissuto quei momenti. E con loro, anche i libri sono come persone, che vivono e raccontano esistendo oltre il loro tempo”.
“Il 16 maggio 2023 è un giorno che non dimenticherò mai”, racconta Silvia Camporesi. “Sono una fotografa, ma solitamente non mi occupo di reportage. Volevo però restituire attraverso le immagini questo processo di salvataggio che tante persone, tanti volontari, avevano messo in atto. I libri sono stati sommersi e alcuni di loro sono stati salvati, soprattutto quelli più antichi che altrimenti sarebbero andati irrimediabilmente persi, dimenticati”.
“Fin da subito abbiamo capito che dovevamo documentare, rappresentando però questo momento in maniera artistica, come memoria senza tempo di una cosa grande accaduta”, evidenzia Sauro Turroni, che ha collaborato all’allestimento. “Silvia Camporesi stava già documentando i tantissimi giovani volontari accorsi, immersi nel fango con i badili e gli stivali, che lavorano da mattina a sera per aiutare la popolazione. Dovevamo salvare un pezzo di memoria e di storia, che aveva coinvolto le famiglie, ma anche conventi, seminari e altri luoghi di culto. Don Andrea Carubia ha capito subito e ci ha lasciato fare”.
Classe 1973, Silvia Camporesi costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la sua ricerca è dedicata al paesaggio italiano. Dal 2004 ha tenuto numerose personali in Italia, tra le quali: Dance dance dance (MAR di Ravenna, 2007); Planasia (Festival di Fotografia Europea di Reggio Emilia, 2014); Genius Loci (MAC di Lissone, 2017). Tra le personali tenute all’estero si ricordano: À perte de vue (Chambre Blanche, Quebec, 2011); 2112 (Saint James Cavalier, Valletta, 2013); Atlas Italiae (Abbaye de Neumünster, Lussemburgo, 2015; Art Musing, Mumbai, 2017; Desfours Palace, Praga, 2018). Fra le collettive ha partecipato a: Italian camera (Isola di San Servolo, Venezia, 2005); Con gli occhi, con la testa, col cuore (Mart di Rovereto, 2012); Italia inside out (Palazzo della Ragione, Milano, 2015); Extraordinary visions (MAXXI, Roma, 2016; Kolkata Centre, Calcutta, 2019); The Quest for Happines (Serlachius Museum, Mänttä, Finlandia, 2019-2020); Italia in-attesa. Dodici racconti fotografici (Palazzo Barberini, Roma, 2021); Fuori tutto (MAXXI, Roma, 2023). Nel 2007 ha vinto il Premio Celeste per la fotografia; nel 2008 è fra i finalisti del Talent Prize e nel 2010 del Premio Terna. Ha vinto il premio Francesco Fabbri per la fotografia nel 2013, il premio Rotary di Artefiera 2015, il Premio BNL 2016, il Premio Cantica21 nel 2021, Soroptimist Donne al lavoro nel 2021 e La nuova Scelta italiana nel 2022. Ha pubblicato dieci libri, affianca l’attività artistica all’insegnamento. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra le quali: MAXXI, Roma; Collezione Farnesina, Roma; Mart, Rovereto; MAC Lissone, Gruppo BNL, Milano; GNAM, Roma.
Orari di apertura: Dalle 10.00 alle 18.00, chiuso il martedì (la biglietteria chiude 45 minuti prima)
Titolo mostra | Sommersi Salvati | Città | Ferrara | Sede | Castello Estense di Ferrara | Date | Dal 27/01/2024 al 17/03/2024 | Artisti | Silvia Camporesi | Temi | Fotografia, Ferrara, Silvia Camporesi |
Il salvataggio dall'alluvione di 15mila libri in mostra al castello di Ferrara |