Si è aperta oggi e rimarrà visitabile fino al 18 maggio 2025, a Villa Caffarelli presso i Musei Capitolini a Roma la mostra I Farnese nella Roma del Cinquecento. Origini e fortuna di una Collezione, curata da Claudio Parisi Presicce e Chiara Rabbi Bernard, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e organizzata da Zètema Progetto Cultura in collaborazione con Civita Mostre e Musei. L’allestimento e la direzione artistica sono stati affidati allo Studio Lucchi & Biserni. L’evento si inserisce tra le iniziative di punta del Giubileo promosse dalla Sovrintendenza Capitolina ed è parte dell’intervento “#Amanotesa” (PNRR CAPUT MUNDI), finalizzato a incentivare l’inclusione sociale attraverso una maggiore offerta culturale.
L’esposizione riunisce 140 capolavori, tra sculture antiche, bronzi, dipinti, disegni, manoscritti, gemme e monete, appartenenti a una delle più prestigiose collezioni d’arte e reperti archeologici del Rinascimento. Un progetto scientifico che vuole raccontare e ricostruire il momento di massimo splendore della Collezione Farnese, dal primo Cinquecento fino agli inizi del Seicento.
Il percorso della mostra si sviluppa in dodici sale, attraverso le quali i visitatori hanno occasione di immergersi nell’universo della famiglia Farnese, nel loro legame con Roma e nella loro straordinaria collezione. Tra le opere esposte spiccano capolavori che un tempo erano collocati negli ambienti più sontuosi del Palazzo Farnese, ovvero la Galleria dei Carracci, la Sala dei Filosofi, il Camerino del Gran Cardinale e le stanze dedicate ai dipinti sacri e ai ritratti. Tra le opere di maggior rilievo figurano il gruppo scultoreo del Pan e Daphni, risalente alla metà del II secolo d.C., il raffinato Ganimede con l’Aquila, e tesori dell’arte rinascimentale, tra cui la Madonna del Divino Amore di Raffaello e il Ritratto di Papa Paolo III con il camauro di Tiziano. Inoltre, in mostra sono esposti preziosi disegni preparatori della Galleria dei Carracci e un’area è dedicata al rapporto tra i Farnese e Fulvio Orsini, erudito umanista e antiquario che si dedicò totalmente alla valorizzazione della raccolta tanto da essere considerato il Deus ex machina della Collezione. Ne fu il conservatore erudito, il bibliotecario, l’antiquario nonché iconografo di alcuni importanti affreschi di Palazzo Farnese.
L’esposizione si apre con un’introduzione sul rapporto tra Paolo III e Roma, evidenziando gli interventi urbanistici promossi da papa Farnese in vista del Giubileo del 1550. La riproduzione di una mappa del 1555 illustra cronologicamente le trasformazioni urbane volute dal papa, tra cui l’apertura della Via Paola nel 1543. Il profondo legame tra i Farnese e la città emerge anche dal Testamento del Gran Cardinale Alessandro, in cui si stabilisce l’inalienabilità della Collezione e la sua permanenza a Roma.
La Collezione Farnese raggiunse il suo apice grazie al sostegno di importanti esponenti della famiglia, ma anche di altre figure di spicco, come si evince nella sezione “Gli Artefici della Collezione” dove si propone una galleria di ritratti. Il percorso espositivo include raffigurazioni di papa Paolo III, sia in abiti cardinalizi nel Ritratto del Cardinale Alessandro Farnese di Raffaello Sanzio, sia nella veste pontificia nel Ritratto di Paolo III di Tiziano. Sono inoltre presenti dipinti dei suoi nipoti, il Gran Cardinale Alessandro, Ottavio, Ranuccio e Odoardo, oltre al ritratto di Margherita d’Austria, moglie di Ottavio, la cui collezione alla sua morte fu integrata nella Collezione Farnese.
La passione della famiglia per l’arte e l’antichità viene approfondita nelle sezioni “Un palazzo per ’una scuola pubblica del mondo’” e “I Farnese e l’antichità: passione e prestigio”. La collezione non era solo simbolo di potere, ma anche una rivendicazione della continuità del papato con l’Antica Roma. L’originaria disposizione delle opere nel Palazzo Farnese, oggi sede dell’Ambasciata di Francia, viene rievocata attraverso alcuni ambienti simbolici, come il grande Cortile che ospitava i Colossi dalle Terme di Caracalla, tra cui l’Ercole Farnese e il Toro Farnese. L’Ercole, copia dell’originale bronzeo di Lisippo del IV secolo a.C, è una delle sculture antiche più studiate, come dimostrano i numerosi studi e le riproduzioni qui esposte, tra cui i disegni di Hendrick Goltzius e il bronzetto di Pietro da Barga. Il percorso include anche tre riproduzioni, due in bronzo e una in porcellana, del Toro Farnese, oggi custodito al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e il gruppo scultoreo di Pan e Daphni, esempio di arte romana risalente alla metà del II secolo d.C., insieme alla Sottocoppa della Tazza Farnese con Sileno ebbro, una raffinata lastra d’argento incisa a bulino, realizzata su commissione da Annibale Carracci.
Un’attenzione particolare è riservata alla “Galleria del Palazzo”, decorata con soggetti mitologici ispirati alle Metamorfosi di Ovidio e considerata il capolavoro dei Carracci. La sezione include disegni preparatori degli affreschi e alcune delle sculture più importanti esposte nel grande ambiente di rappresentanza, tra cui l’Eros Farnese e il Satiro con Bacco bambino, che tornano oggi a Roma dopo il trasferimento a Napoli nell’ultimo decennio del XVIII secolo. Segue “La Sala dei Filosofi”, dedicata al tema delle Veneri, dove si possono ammirare la celebre Venere Callipigia di epoca adrianea e la copia in bronzo del Camillo dei Musei Capitolini realizzata da Guglielmo Della Porta.
Un’intera sezione è dedicata a Fulvio Orsini. Viene qui approfondito il suo ruolo nell’acquisizione e valorizzazione di numerosi reperti, nonché il suo impegno nell’incremento della biblioteca Farnese, che divenne un importante centro di studio e conservazione di manoscritti antichi, codici e opere letterarie. Fu anch’egli appassionato collezionista: è qui esposta una preziosa selezione di gemme appartenuta all’erudito, oltre alla preziosa tavola del Salvator Mundi attribuita a Marcello Venusti dalla Galleria Borghese, e il prezioso Codice Capponiano della Biblioteca Apostolica Vaticana, con i disegni preparatori delle Imagines et elogia virorum, pubblicato in più edizioni a partire dal 1570, summa dell’erudizione antiquaria di Fulvio Orsini.
La suggestione del percorso all’interno del palazzo viene rievocata con “Il Camerino” o “Gabinetto del Cardinale”, la cui decorazione, commissionata a Carracci, alternava scene mitologiche a figure allegoriche destinate a celebrare le virtù di Odoardo e poi del fratello Ranuccio. Al centro del soffitto della sala spiccava la scena di Ercole al bivio, un dipinto a olio oggi conservato al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli. In mostra due studi preparatori per la tela e una selezione cospicua di fogli che seguono il processo ideativo della figura di Ercole, oltre a una preziosa selezione di gemme e monete appartenute a Fulvio Orsini e confluite alla sua morte, nel 1600, nella collezione Farnese.
Infine, “Le stanze dei dipinti e dei disegni” presentano opere di tema sacro, come la Madonna del Divino Amore di Raffaello, la Guarigione del cieco nato di El Greco e il Cristo e la Cananea di Annibale Carracci. La mostra si chiude con il 1600, anno della morte di Orsini che segnerà anche la fine del più prestigioso periodo della Collezione Farnese. A questo legame eccezionale fra i Farnese e Orsini viene reso omaggio nell’ultima sala intitolata “Due collezioni, un solo destino”. Esposta qui una selezione di opere provenienti da entrambe le raccolte. A rappresentare emblematicamente questa unione è la presenza del Ritratto di Giulio Clovio di El Greco che raffigura l’artista che regge con la mano sinistra il Libro d’Ore da lui miniato per il Cardinale Alessandro Farnese. Il dipinto, parte della collezione di Fulvio Orsini, è qui esposto proprio accanto al Libro d’Ore oggi conservato alla Morgan Library di New York. Al centro della sala, la straordinaria Cassetta Farnese, commissionata dal Gran Cardinale Alessandro, oggi conservata nel Museo e Real Bosco di Capodimonte.
La mostra riunisce parte dell’immenso patrimonio artistico farnesiano grazie alla collaborazione dei tanti musei e istituzioni che oggi conservano tale eredità. I maggiori contributi sono giunti da Napoli, città che custodisce nel Museo Archeologico Nazionale, nel Museo e Real Bosco di Capodimonte e nella Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” numerose opere appartenute alla Collezione Farnese. Altrettanto preziosa la collaborazione degli altri enti prestatori, tra cui le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma – Galleria Corsini e la Galleria Borghese a Roma, le Gallerie degli Uffizi e il Museo Nazionale del Bargello a Firenze, la Galleria Nazionale di Parma - Palazzo della Pilotta, la Biblioteca Apostolica Vaticana, nonché prestigiose istituzioni estere come il Louvre di Parigi, il Museo di Belle Arti e Archeologia di Besançon, la Royal Collection Trust e la Morgan Library di New York.
Per info: www.museicapitolini.org
Orari: Tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30
Titolo mostra | I Farnese nella Roma del Cinquecento. Origini e fortuna di una collezione | Città | Roma | Sede | Musei Capitolini - Villa Caffarelli | Date | Dal 11/02/2025 al 18/05/2025 | Curatori | Claudio Parisi Presicce, Chiara Rabbi Bernard | Temi | Roma, Cinquecento |