Dal 28 febbraio al 29 marzo 2020, Palazzo Branciforte a Palermo ospita Quello che rimane, mostra ideata dall’artista Loredana Longo (Catania, 1967) come risultato finale del progetto L’arte della Libertà, curato da Elisa Fulco e Antonio Leone, all’interno della Casa di Reclusione Calogero di Bona - Ucciardone di Palermo. Il progetto si configura come un diario di bordo che documenta con scritte, disegni e oggetti il processo artistico che ha trasformato l’esperienza del tempo condiviso di trenta persone, tra detenuti, operatori socio sanitari, operatori museali e polizia penitenziaria, in installazioni, video e performance. Le opere, disseminate negli spazi labirintici del Monte dei Pegni di Palazzo Branciforte e che funzionano come capitoli di una storia attraverso cui rileggere le tappe del progetto, intendono dar corpo a una riflessione corale sul tema della libertà e della reclusione, del tempo come personale unità di misura e della creatività, come forma residuale di libertà e via di fuga da spazi chiusi e da pensieri limitanti.
Dall’insegna luminosa Volare per una farfalla non è una scelta all’omonima maglietta che ospita la frase-manifesto del progetto, elaborata dal gruppo il primo giorno di lavoro; dall’installazione Il buco nella rete, composta di strisce di tessuto su cui sono raccolte le frasi sulla libertà realizzate dal gruppo misto dei partecipanti, le cui parole fluorescenti, appositamente illuminate, aprono nuove prospettive, a Il Tempo che rimane, sorta di tenda che scandisce il tempo in parti uguali, ospitando modi diversi di rappresentarlo e di interpretarlo graficamente. A questi lavori si aggiunge il ciclo di performance che, attraverso le video installazioni, mette in scena il cambiamento del rapporto tra tempo e spazio quando ci si muove in percorsi obbligati e costrittivi come in Avanti e indietro dove il corridoio diventa il luogo di passeggiate forzate; o in La mappa dell’abitudine, ricostruzione dello spazio di una cella a partire dai disegni preparatori; in Il Tempo del tempo libero, dove sono mimati i camminamenti dei detenuti nelle ore di libertà, le cui tracce diventano dei ghirigori grafici che segnano le traiettorie prodotte dai performer indossando stivali di gomma con tacchi di grafite; e in Il muro di carne dove un cerchio umano impedisce alle persone di uscire.
La mostra, dunque, vuole ribaltare e cancella le distinzioni tra libertà e detenzione, rivelando l’ambiguità implicita nel concetto stesso di libertà, mostrando come la creatività, sospendendo ruoli e funzioni sociali, riporta l’attenzione sui bisogni e i desideri comuni, creando una nuova immagine del carcere, che apre e collega simbolicamente il dentro al fuori.
Inoltre, in occasione dell’esposizione, sarà presentato il video documentario curato da Elisa Fulco e Antonio Leone, con la regia di Georgia Palazzolo. A fine mostra sarà pubblicato il libro del progetto (Acrobazie edizioni) con le testimonianze di tutti i partecipanti; il calendario delle attività svolte durante il workshop con Loredana Longo a cui si aggiungeranno quelle con gli artisti ospiti del laboratorio permanente (Stefania Galegati, Marco Mirabile, Ignazio Mortellaro, Sandrine Nicoletta); le lezioni di arte contemporanea in carcere, e le visite guidate nei principali musei cittadini.
“Se l’arte è in generale un’espressione di libertà”, commenta Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione CON IL SUD, tra gli organizzatori della rassegna, “proporla all’interno di un carcere vuol dire farne anche un potente strumento di liberazione, attraverso il quale far emergere la conoscenza e la consapevolezza della propria persona. La sfida è di dimostrare che la pena non è l’inizio di un destino segnato, ma è piuttosto un bivio davanti al quale è possibile intraprendere una nuova strada. Avere accanto le giuste persone e le giuste opportunità in questo cammino è di fondamentale importanza per vincere. La Fondazione CON IL SUD ha sostenuto questo progetto, e altre circa 30 iniziative nello stesso ambito, perché crediamo nella possibilità di fare della pena un momento per ricostruire il rapporto con la società, non per romperlo”.
“Siamo particolarmente felici di ospitare questa seconda fase del progetto per tanti motivi”, sottolinea Raffaele Bonsignore, presidente di Fondazione Sicilia, che come Fondazione CON IL SUD sostiene il progetto. “Primo fra tutti è accogliere una mostra che racchiude la sensibilità e la creatività dei detenuti su temi che li riguardano personalmente e su cui tutti noi siamo chiamati a riflettere. Tra gli obiettivi della Fondazione figurano, da sempre, il dialogo e l’inclusione, e questa iniziativa li favorisce entrambi”.
La mostra apre il 29 febbraio dalle 9:30 alle 14:30, dal 1° al 29 marzo dalle 9:30 alle 19:30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso il lunedì. Biglietti: intero 7 euro, ridotto 5 euro per (gruppi di almeno 15 persone, over 65 e convenzionati), gratis per le scuole e gli under 18. Per info: 091 8887767, 091 7657621, info@palazzobranciforte.it o collegarsi al sito di Palazzo Branciforte.
Nell’immagine: Loredana Longo, Mappa dell’abitudine
Titolo mostra | Quello che rimane | Città | Palermo | Sede | Palazzo Branciforte | Date | Dal 28/02/2020 al 29/03/2020 | Artisti | Loredana Longo | Temi | Arte contemporanea, Loredana Longo |
Una riflessione sul tema della libertà e della reclusione. Il progetto di Loredana Longo a Palermo, Palazzo Branciforte |