Una importante mostra dedicata a Giovanni Paolo Panini o Pannini (Piacenza, 1691 - Roma, 1765) nella sua città natale: è Giovanni Paolo Panini, un dossier piacentino. La formazione fra Piacenza e Roma che la Galleria Biffi Arte di Piacenza accoglie, nelle sale espositive al piano terra dello storico Palazzo Marazzani Visconti, dal 20 dicembre al 19 marzo 2023. Curata da Marco Horak e Fabio Obertelli, la rassegna si concentra sugli anni della formazione del grande artista piacentino, dedicandosi in particolare all’ambiente pittorico nel quale Panini apprese le prime nozioni e le sensibilità estetiche necessarie a concorre per formarne la personalità artistica. La mostra, dedicata alla memoria di Ferdinando Arisi, insigne studioso piacentino, che per tutta la vita lavorò sullo stesso Panini e di cui ricorre il decennale della scomparsa, è totalmente centrata sulla città di Piacenza, dove l’artista cominciò a strutturare la sua cultura intellettuale: il rapporto tra artista e città vive in una selezione di opere dell’artista (sono indicate come autografe solo quelle così definite da un’ampia e consolidata bibliografia), del suo ambiente, e di artisti che operarono in quegli anni.
Le opere provengono da collezionisti pubbliche e private: di Panini è esposto un gruppo di dipinti a olio che rievoca la geniale maestria del pittore nell’orchestrare sapientemente gli spazi, con scenografie di rovine romane, popolate dalle sue tipicissime figurette, di fondamentale importanza per l’estetica del Settecento e dell’inizio del secolo successivo. Si tratta di composizioni uniche che affascinavano già i contemporanei dell’artista, e che acutamente François Basan scrisse, a riguardo, nel 1775: “[…] la maggior parte di coloro che lavorano nel medesimo genere non hanno affatto quell’entusiasmo, né quella fecondità di genio che a lui era peculiare […]: il tocco seduce, nulla nei suoi lavori appare forzato. Luci e ombre sono distribuite con tanta arte e tanta intelligenza che ne risulta un accordo perfetto e nulla può essere più piacevole all’occhio”. Accanto ai dipinti esposte anche incisioni tra le quali figurano quelle di Ferdinando Galli Bibiena, Francesco Panini, figlio di Giovanni Paolo, oltre che di Claude-Henri Watelet e Robert Daudet, due celebri artisti le cui opere sono esposte al Louvre e al British Museum, che avendo ripreso nelle loro incisioni diversi dipinti di Panini testimoniano più di ogni altra considerazione l’importanza e la fama internazionale di cui godeva il grande pittore piacentino già al suo tempo.
In mostra sarà possibile ammirare anche un ritratto eseguito da Charles Natoire attorno al 1750, esposto al pubblico per la prima volta, capace di restituire una squisita immagine di Panini nel pieno della sua maturità, all’apice del suo successo che lo consacrerà come uno dei grandi protagonisti della storia dell’arte internazionale del Settecento. Le opere sono esposte con, al posto delle tradizionali didascalie, le schede complete del catalogo, in modo da fornire al visitatore ogni più ampia informativa.
Il periodo in cui si svolge l’evento espositivo della Galleria Biffi Arte (2022-2023) coincide inoltre con ulteriori significativi anniversari legati ai protagonisti della mostra: per Giovanni Paolo Panini ricorreva nel 2021 il 330esimo anniversario della nascita (Piacenza ricorda dunque l’artista, sebbene un anno più tardi rispetto all’anniversario, a causa delle limitazioni normative imposte lo scorso anno in relazione alla pandemia di Covid); nel 2023 invece ricorre il 280esimo anniversario della morte di Ferdinando Galli Bibiena (Bologna, 1657 - 1743) che con le sue straordinarie architetture dipinte ispirò il giovane Panini durante la sua prima formazione a Piacenza, infine, sempre nel 2023, ricorre il 400esimo anniversario della nascita di Giovanni Ghisolfi (Milano, 1623 - 1683), pittore milanese di nascita, ma in parte piacentino di origine, di cui si conservano due grandi dipinti che occupano altrettanti pareti nel salone (oggi denominato “Sala Panini”) di Palazzo Galli a Piacenza. I rapporti fra Ghisolfi e Panini sono già stati ampiamente scandagliati dagli studi sulla storia dell’arte del periodo in quanto, se i due artisti non ebbero mai modo di incontrarsi dal momento che Ghisolfi venne a mancare prima della nascita di Panini, è pur vero che tutta la prima produzione romana di Panini è fortemente influenzata dalle opere di Ghisolfi.
“Ancora una volta, la Galleria Biffi Arte regala a Piacenza un evento culturale di altissimo profilo, che ne conferma la straordinaria capacità di esprimere e veicolare il linguaggio universale della bellezza”, afferma la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi. “La mostra dedicata a Giovanni Paolo Panini e agli artisti che ne influenzarono la formazione si intreccia con l’omaggio alla figura indimenticata di Ferdinando Arisi e al suo preziosissimo lavoro, in un tributo di stima e riconoscenza che evoca, più che mai, il valore fondamentale della divulgazione e del coinvolgimento del pubblico nella riflessione sull’arte, i suoi percorsi storici e stilistici”.
“Ci sono circostanze in cui l’impegno che si pone al servizio della cultura è particolarmente fertile e gratificante: è il caso di questa mostra”, evidenzia Pietro Casella, fondatore di Formec Biffi S.p.A. “Offrire a Piacenza la fruizione di questo importante corpus di opere di Giovanni Paolo Panini, figlio della nostra città ma voce artistica di risonanza internazionale, ci rende consapevoli di un’appartenenza culturale di cui essere orgogliosi. Ma è anche una eccezionale lezione di gusto, l’invito a volgere lo sguardo a ritroso, a un passato di eleganza e di grazia che non dobbiamo dimenticare”.
“Siamo molto onorati di accogliere nella sale della Galleria Biffi Arte questo suggestivo percorso di approfondimento”, dichiarano Susanna Gualazzini e Carlo Scagnelli, rispettivamente curatrice e direttore artistico di Biffi Arte. “Di Giovanni Paolo Panini questa mostra restituisce gli snodi cruciali: i prodromi della formazione, il delicato passaggio di gusto successivo agli anni Trenta, con l’approdo a un approccio maggiormente documentaristico seppure di immutata grazia, le relazioni romane e internazionali, i lasciti culturali al figlio Francesco. Nasce una ricognizione puntuale che, dopo gli importanti studi dedicati da Ferdinando Arisi, risolleva lo sguardo su uno degli artisti più blasonati del nostro Settecento, nonché un agevole excursus fra i più luminosi esiti dell’estetica del diciottesimo secolo, dai capricci più liberi alle ’vedute vere’ di un artista sempre alla ricerca di equilibrio. Panini è voce del proprio tempo, un’epoca in cui il bello, inteso come idea di corrispondenza, di simmetria, di ordine, innerva la ricerca artistica: e il pittore piacentino fa propria questa finalità ma sempre la coniuga a una sensibilità limpida e sincera che rende la sua arte profondamente umana”.
“La mostra-dossier su Giovanni Paolo Panini e la sua formazione fra Piacenza e Roma”, sottolinea il curatore Marco Horak, “è dedicata, nel decennio dalla sua scomparsa, alla memoria di Ferdinando Arisi, il grande storico dell’arte piacentino che il 10 novembre 2022 avrebbe compiuto 100 anni. È per me, che l’ho conosciuto e frequentato fino a diventarne amico, un immenso piacere e un onore formulare qualche riflessione su di uno studioso che con il suo lavoro ha lasciato una profonda impronta nel contesto culturale della nostra città. Ma se il curriculum del compianto amico Ferdinando è già noto a molti piacentini una considerazione, a mio parere, non è ancora stata sufficientemente sottolineata: la rilevanza internazionale del professor Arisi. Nel caso di Gian Paolo Panini, i suoi pareri vengono sempre evidenziati dai cataloghi come presupposto dell’attendibilità delle ipotesi attributive. Qual era il livello della sua notorietà prima che venisse studiato, analizzato e ’vivisezionato’ da Arisi, che se ne è occupato per oltre 60 anni? Quali erano le sue quotazioni sul mercato? Ebbene è presto detto: un bravo pittore del Settecento romano che, come altri artisti del suo tempo, aveva conseguito una certa notorietà attraverso la realizzazione di ’souvenir d’Italie’, ossia di dipinti che ritraevano piazze ed altri luoghi di Roma, nonché rovine architettoniche (alcune reali, altre più o meno di fantasia) della nostra capitale, spesso destinati ad essere venduti ai benestanti europei, che all’epoca compivano il c.d. Grand Tour in Italia, mentre i meno facoltosi, che non potevano permettersi i costosi dipinti, si dovevano accontentare di portarsi a casa le molto più economiche incisioni che ritraevano gli stessi temi. Panini aveva, quindi, un livello di notorietà non paragonabile a quello di cui gode attualmente in tutto il mondo. Il merito va agli studi di Ferdinando Arisi che ha esplorato tutti gli aspetti del Panini, dalle iniziali influenze bibienesche nelle architetture dipinte, all’influenza di Salvator Rosa, che fu pure maestro di Giovanni Ghisolfi, altro pittore a cui si è ispirato l’artista piacentino, alla scoperta di numerosi suoi quadri che in precedenza avevano avuto attribuzioni discutibili, sino a giungere alla catalogazione quasi completa del corpus delle sue opere”.
La mostra è visitabile il martedì, il mercoledì, il venerdì e il sabato dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:30, il giovedì dalle 10:30 alle 12:30, la domenica dalle 15 alle 19. Lunedì giorno di chiusura. Per tutte le informazioni visitare il sito di Biffi Arte.
Titolo mostra | Giovanni Paolo Panini, un dossier piacentino. La formazione fra Piacenza e Roma | Città | Piacenza | Sede | Galleria Biffi Arte | Date | Dal 20/12/2022 al 19/03/2023 | Artisti | Giovanni Paolo Pannini | Curatori | Marco Horak, Fabio Obertelli | Temi | Settecento, Arte antica |
A Piacenza una mostra sugli anni della formazione di Giovanni Paolo Panini |