Per la prima volta, saranno esposte al pubblico 42 fotografie di Gianni Berengo Gardin realizzate per la serie Marazzi, eseguita nel 1977 dopo che Marazzi, azienda leader nel settore della produzione ceramica, aveva inventato, nel 1974, la monocottura rapida, rivoluzionario brevetto tecnologico che cambiò per sempre il processo di produzione delle piastrelle. Per documentare questo salto tecnologico, fondamentale non solo per l’azienda ma per l’intero settore, tre anni dopo Berengo Gardin veniva invitato a realizzare una documentazione di queste nuove linee produttive.
Dal 12 settembre al 3 novembre 2024, in occasione della 24ª edizione di festival filosofia (Modena, Carpi e Sassuolo, 13, 14 e 15 settembre 2024), negli spazi delle Sale della Musica, degli Incanti e dei Sogni del Palazzo Ducale di Sassuolo – Gallerie Estensi (Modena), Marazzi Group presenta dunque la mostra Gianni Berengo Gardin. Marazzi, le linee veloci, a cura di Alessandra Mauro. La mostra, realizzata in collaborazione con Gallerie Estensi, Contrasto, Fondazione Forma per la Fotografia e Archivio Gianni Berengo Gardin, celebra il 50° anniversario del brevetto della monocottura rapida presentando un prezioso corpus fotografico realizzato da Gianni Berengo Gardin per l’azienda, lontano non solo dalla fotografia di documentazione tradizionale ma quasi unico nella storia del grande fotografo.
Quando Berengo Gardin inizia il suo lavoro, si immerge in un ambiente ordinato, funzionale e dal respiro internazionale. Ciò che lo affascina particolarmente è la rapidità del processo produttivo e il movimento incessante del nastro trasportatore, dove colori, forme e motivi si mescolano in un vortice dinamico. Il fulcro del suo progetto diventa quindi subito il ritmo vivace e colorato della produzione, molto differente da quello che aveva osservato in altri contesti industriali in cui aveva lavorato precedentemente. Le immagini realizzate da Berengo Gardin si trasformano così in frammenti di un affresco fotografico che prende vita nel contesto del lavoro. Questo spazio, inizialmente concreto, assume gradualmente un carattere astratto, animato da un flusso dinamico e continuo. Al suo interno si sviluppa un incalzante carosello, una sorta di danza vibrante di colori e forme, che cattura l’essenza del movimento produttivo.
“Mi fu chiaro subito come la sfida professionale fosse quella di riuscire a cogliere il flusso veloce dei colori, la scia dinamica delle forme”, sottolinea Gianni Berengo Gardin. “Il colore, che ho usato sempre poco, si imponeva, quindi, come scelta. Provai inoltre a lavorare in modo diverso da quel che normalmente facevo. Qui cambiavo spesso la distanza, avvicinandomi molto ai soggetti, per riuscire a cogliere i dettagli, i frammenti di quel che vedevo e realizzare così foto diverse dalle altre: sognanti, colorate, quasi astratte. Sono grato alla Marazzi per avermi lasciato libero di realizzare delle fotografie come queste, astratte, che anticipano in qualche modo un approccio concettuale inusuale a quell’epoca nella foto industriale in cui, in genere, veniva richiesto una documentazione più oggettiva, documentaria, del prodotto. Una festa per gli occhi e, per me, un lavoro molto originale”.
Gianni Berengo Gardin. Marazzi, le linee veloci presenta per la prima volta una selezione di 42 opere tratte da questa serie unica, in cui spicca non soltanto l’uso del colore, così raro nella produzione del fotografo, ma anche un altro elemento inaspettato. Come afferma la curatrice Alessandra Mauro, Berengo Gardin in questa serie fotografica. “abbandona la giusta distanza del fotografo sociale, quella che da sempre lui utilizza per ritrarre le persone, si avvicina agli ingranaggi e realizza una serie di visioni macro per un racconto quasi astratto fatto di elementi isolati, di forme dinamiche, di strisce di colore che girano e si perdono, di mani sapienti che si muovono sui nastri. (...) Con questo corpus di immagini realizzato per Marazzi, l’autore dimostra non solo di riuscire a muoversi come sempre con attenzione esatta e sottile poesia, ma di riuscire anche a fermare, in tanti frammenti di secondo, il tempo colorato e veloce del lavoro che cambia”.
“La relazione tra la produzione di Marazzi e le espressioni artistiche delle arti visive, dell’architettura, della moda e del design, è una storia che più volte si è intrecciata e ha incontrato grandi maestri dell’obiettivo, come Luigi Ghirri, Charles Traub o Cuchi White, e della matita, come Gio Ponti, Nino Caruso o Paco Rabanne, lasciandoli ogni volta liberi di sperimentare e di raccontare Marazzi dal loro punto di vista”, dice Mauro Vandini, Amministratore Delegato Marazzi Group. “È un’emozione riscoprire in queste fotografie di Gianni Berengo Gardin, la fabbrica di allora e quell’attitudine alla sperimentazione che Marazzi ha continuato a coltivare nel tempo, affiancando alla ricerca di nuovi prodotti e processi, la promozione di letture differenti, personali, d’autore, della ceramica e del lavoro, che rappresentano oggi per noi un patrimonio inestimabile, accumulato in ormai 90 anni di storia, e una fonte inesauribile di ispirazione”.
“Le Gallerie Estensi hanno sempre costruito e incentivato partnership pubblico- private, anche nel solco delle direttive ministeriali”, dichiara Alessandra Necci, Direttrice delle Gallerie Estensi. “La collaborazione con realtà eccellenti a livello mondiale del territorio modenese e sassolese é molto virtuosa, in particolare nel settore della ceramica in cui opera il gruppo Marazzi. Siamo dunque lieti che il partenariato fra Gallerie Estensi e Marazzi prosegua con ottimi risultati, nella prospettiva di un ulteriore sviluppo futuro”.
Gianni Berengo Gardin. Marazzi, le linee veloci è anche il titolo del volume pubblicato da Marazzi Group e Contrasto, con testi di Alessandra Mauro e Gianni Berengo Gardin, che raccoglie una selezione di 42 opere della serie fotografica realizzata nel 1977 per l’azienda.