Non appena riapriranno ai visitatori mostre e musei, Palazzo Roverella a Rovigo presenta fino al 4 luglio 2021 la mostra Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie, a cura di Paolo Bolpagni.
Negli ultimi decenni il tema dei rapporti tra la musica e le arti visive nell’età contemporanea ha conosciuto una rinnovata fortuna critica, e questa rassegna è dedicata proprio ai molteplici legami tra queste due sfere espressive, dalla stagione simbolista fino agli anni Trenta del Novecento.
Il curatore ricorda come, “alla fine del XIX secolo, si assista all’affermarsi in tutta Europa di un filone artistico che si ispira alle opere e alle teorie estetiche di un compositore carismatico e affascinante come Richard Wagner: i miti nibelungici, la leggenda di Tristano e Isotta, l’epopea del Graal, il tutto spesso condito di implicazioni esoteriche. A partire dal primo decennio del Novecento“ aggiunge, ”la riscoperta di Johann Sebastian Bach e il fascino esercitato dalla purezza dei suoi contrappunti vengono a sostituirsi al modello wagneriano, non solamente in campo musicale. Infatti, il cammino in direzione dell’astrattismo troverà riscontro nell’aspirazione della pittura a raggiungere l’immaterialità delle fughe di Bach, alluse nei titoli delle opere di Vasilij Kandinskij, Paul Klee, František Kupka, Félix Del Marle, Augusto Giacometti e molti altri".
La Secessione viennese conobbe un momento fondamentale nella mostra del 1902 dedicata a Ludwig van Beethoven, che aveva come fulcro il famoso Fregio di Gustav Klimt ispirato all’Inno alla gioia della Nona sinfonia. Poco dopo sarebbero arrivate le avanguardie. Nel Cubismo i pittori prediligevano come soggetti gli strumenti musicali, e nel Futurismo la componente sonora ha un significativo ruolo: oltre che artista visivo, Luigi Russolo fu anche compositore e inventò gli “intonarumori”.
Tuttavia la musica diventa centrale con Vasilij Kandinskij e con Paul Klee, facendosi paradigma di una pittura che intende liberarsi definitivamente dal concetto di rappresentazione. Negli anni del Bauhaus entrambi, allora colleghi di insegnamento, sperimentarono la traduzione grafica di ritmi e melodie in linee, punti e cerchi.
Anche nel Neoplasticismo la musica fu importante, in particolare come richiamo, in opere di Piet Mondrian e Theo van Doesburg, ai ritmi della danza moderna.
La stagione delle avanguardie storiche si conclude con il Dadaismo e il Surrealismo, in cui la componente sonora si manifesta in vari modi: con Kurt Schwitters nella Ursonate, con Francis Picabia nel celebre capolavoro La musica è come la pittura, mentre Salvador Dalí offrirà esempio di riferimento al pianoforte in funzione di un automatismo psichico esercitato in assenza del controllo della ragione, con l’obiettivo di svelare l’autentico funzionamento del pensiero.
L’esposizione di Palazzo Roverella intende evidenziare la lunga storia di relazioni, intrecci e corrispondenze, in particolare le infinite e originali sfaccettature delle interazioni tra l’elemento musicale e le arti visive.
La mostra è organizzata da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con l’Accademia dei Concordi e il Comune di Rovigo.
Immagine: Vasilij Kandinskij, La grande porta (Nella capitale Kiev) (1928; Colonia, Theaterwissenschaftliche Sammlung der Universität)
Titolo mostra | Vedere la musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie | Città | Rovigo | Sede | Palazzo Roverella | Date | Dal 30/11/-0001 al 04/07/2021 | Artisti | Paul Klee, Vasilij Kandinskij, Franti, F, Augusto Giacometti, Theo van Doesburg, Piet Mondrian | Temi | Simbolismo, Rovigo, Palazzo Roverella, avanguardie |
Rovigo, in mostra il rapporto tra musica e arte dal Simbolismo alle avanguardie |