Dal 15 febbraio al 29 giugno 2025 Palazzo Reale di Milano ospiterà la mostra Casorati, promossa da Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte in collaborazione con l’Archivio Casorati, con la curatela di Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, che intende essere una delle più ampie e complete retrospettive dedicate a Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963), artista che torna a Milano dopo 36 anni dall’ultima mostra del 1989.
Casorati ha un legame storico con la città di Milano (è infatti uno dei temi della mostra e del catalogo edito da Marsilio Arte): nel corso della sua lunga carriera, Casorati ha attribuito una funzione strategica al capoluogo lombardo, prima città in Italia a dotarsi di un moderno sistema e mercato dell’arte, riconoscendo alle sue esposizioni degli anni Venti lo spazio strategico per un confronto diretto con le ricerche artistiche più aggiornate.
La mostra a Palazzo Reale ripercorrerà in ordine cronologico le diverse stagioni della produzione dell’artista, dagli esordi nei primi anni del Novecento fino agli anni Cinquanta, proponendo una rilettura complessiva della sua arte attraverso un percorso espositivo che si snoderà in quattordici sale. Saranno esposte per l’occasione oltre cento opere, tra dipinti su tela e tavola, sculture, opere grafiche della stagione simbolista, bozzetti per scenografie di opere realizzate per il Teatro alla Scala, provenienti da prestigiose raccolte private e da importanti collezioni pubbliche, tra le quali in particolare la GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, dove è custodita la più importante e ricca collezione museale di opere di Casorati, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro di Venezia, il Museo del Novecento di Milano, il Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la Galleria d’Arte Moderna di Genova, la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona. Fondamentale la stretta collaborazione con l’Archivio Casorati, che ha fornito il supporto scientifico nonché la consultazione e condivisione dei materiali documentari storici. Come affermano i curatori, “la retrospettiva è stata pensata per trasportare i visitatori all’interno dell’universo poetico di Casorati, invitandoli a immergersi nei suoi ambienti (gli interni e lo studio, teatro concettuale della sua intera poetica), cond ucendoli tra le figure pensose e malinconiche, emblemi riflessivi di un’umanità partecipe e di una profonda filosofia esistenziale. Le sale di Palazzo Reale costituiscono il contesto aulico perfetto per ricostruire la dimensione silenziosa, fatta di pause, contrappunti e vuoti, emanata dalle opere stesse”.
La narrazione seguirà l’intera cronologia della produzione artistica di Felice Casorati, documentando l’avvicendarsi delle fonti di ispirazione e degli stili, dal verismo al simbolismo, dal neoclassicismo al realismo magico, dalla fase più espressionista orientata dalle deformazioni picassiane fino al ritorno al sintetismo e alle stesure à plat, caratteristiche della produzione di fine carriera.
Il percorso espositivo si apre con le prime opere caratterizzate da uno spiccato realismo, tra cui il celebre Ritratto della sorella Elvira del 1907 (collezione privata) o Le ereditiere del Mart di Rovereto del 1910. Un focus importante sarà dedicato agli anni trascorsi a Verona, dove l’artista si trasferì con la famiglia nel 1911. È qui che Casorati iniziò la sua stagione simbolista e secessionista, influenzata dal confronto con la vicina Venezia, dove l’artista frequentò Ca’ Pesaro, allestì la sua prima mostra personale nel 1913 e conobbe Gino Rossi, Arturo Martini, Teodoro Wolf Ferrari. La mostra proporrà alcuni dei suoi maggiori capolavori con il ciclo delle Grandi tempere e presenterà l’evoluzione dello stile e del linguaggio dopo il definitivo trasferimento a Torino, a seguito della tragica morte del padre. Qui, nel 1919, Felice Casorati si stabilì nella casa - studio dove vivrà per tutta la vita.
Per la prima volta dal 1964 verranno accostati in un trittico ideale tre importanti dipinti caratterizzati da una dimensione spaziale nuda e desolata e da un senso metafisico di inquietante solitudine: Una Donna (o l’Attesa, 1918 - 19, collezione privata), Un uomo (o Uomo delle botti, 1919 - 20) e Bambina (o Ragazza con scodella, 1919), della collezione della GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. A questi si aggiungerà la maestosa Colazione (Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Collezione Cerruti), che raffigura una famiglia di sole donne, forse orfane o vedove di guerra, a riassumere lo stato emotivo e psicologico di Casorati, pervaso da un senso di lutto tipico dei primi anni del dopoguerra.
Gli anni Venti saranno rappresentati dai capolavori La donna e l’armatura del 1921 (GAM Torino) e Silvana Cenni del 1922 (collezione privata), icona metafisica ispirata alla misura classica quattrocentesca e alle pale d’altare di Piero della Francesca. Risale a questo periodo la collaborazione di Casorati con Riccardo Gualino, collezionista, mecenate e imprenditore, per il quale l’artista dipinse i ritratti di famiglia e progettò, insieme all’architetto Alberto Sartoris, il piccolo teatro privato nella loro residenza torinese. Questo sodalizio sarà ricostruito in mostra dai tre ritratti Gualino, dal ritratto di Alfredo Casella (collezione privata), compositore e pianista, direttore di molti concerti nel teatrino torinese, e delle danzatrici Raja e Bella Markman, protagoniste con Cesarina Gualino delle esibizioni di danza libera sotto i fregi casoratiani del teatrino, documentati dai bassorilievi Donna con arco, L’incontro con la musica, Donna seduta con scodella (collezione privata).
Nel 1924 Casorati partecipò alla Biennale di Venezia: la mostra dedica a questa importante occasione un’intera sala con cinque delle opere che furono lì esposte: Meriggio del 1923 (Museo Revoltella, Galleria d’Arte Moderna, Trieste), Natura morta con manichini del 1924 (Museo Novecento, Milano), Ritratto di Hena Rigotti (GAM Torino), Duplice ritratto (collezione privata) e Concerto del 1924 (RAI, Direzione Generale, Torino e Roma). A partire dalla metà degli anni Venti, Casorati sviluppò il tema delle Conversazioni, un ciclo ideale inaugurato dalla celebre Conversazione platonica del 1925 (collezione privata). Il dipinto, nel quale accanto a un sensuale nudo femminile disteso, siede un uomo con un cappello nero (è l’architetto e amico Alberto Sartoris), fu protagonista di un lungo tour espositivo con l’esordio alla Prima mostra del Novecento italiano a Milano nel 1926 e tappe a Dresda (1926), a Ginevra, Zurigo e Pittsburgh (1927), a New York (1928) e all’Expo di Barcellona (1929), dove venne premiato con una medaglia d’oro. In mostra si potrà ammirare dopo molti anni l’Annunciazione del 1927, proveniente da una collezione privata: scelta dall’artista per le esposizioni d’arte italiana del 1927 al Musée Rath di Ginevra e poi alla Kunsthaus di Zurigo, torna oggi visibile al grande pubblico. Reinserita per la prima volta in un’antologica, l’opera segna un episodio molto importante nell’itinerario casoratiano. Sul finire del decennio, l’arte di Casorati fu segnata da una svolta in chiave anticlassica, testimoniata in mostra dalle composizioni di una serie di nature morte. La pittura si apre al paesaggio, accostato nel dialogo tra interno ed esterno nella poetica Daphne a Pavarolo del 1934 (GAM Torino). Nasce il ciclo di dipinti di fanciulle degli anni Trenta e Quaranta, tra i quali Donne in barca del 1933 (Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza) e Le sorelle Pontorno del 1937 (Unicredit ArtC ollection), entrambi caratterizzati da una donna che allatta, immersa in atmosfere sospese e intime.
Gli ultimi anni della sua carriera sono documentati da nature morte, nelle quali torna il tema antico delle uova (insegna di quel “Numerus, Mensura, Pondus” che è il motto araldico dell’arte casoratiana) e del cimiero – con Natura morta con l’elmo (1947, GAM Torino), Uova e limoni (1950, GAM Torino), Uova su fondo rosso (1953, collezione privata) – e nuovi soggetti come Eclissi di luna (1949, collezione privata) e Paralleli (1949, Collezione Regione Autonoma Valle d’Aosta).
Da sempre appassionato di musica, Felice Casorati non fu solo un eccezionale pittore e un appassionato pianista ma anche scenografo, al lavoro, tra gli anni Trenta e i Cinquanta, per il Maggio Musicale Fiorentino, l’Opera di Roma e la Scala di Milano. Provengono proprio dagli Archivi storici della Scala numerosi dei suoi bozzetti, realizzati per opere come Le Baccanti e Fidelio, o per balletti su musiche di Petrassi o de Falla: un nucleo che, a chiusura della mostra, permetterà di conoscere anche questo aspetto dell’attività di un artista poliedrico.
L’esposizione sarà accompagnata da un ampio catalogo edito da Marsilio Arte con i saggi dei curatori.
Titolo mostra | Casorati | Città | Milano | Sede | Palazzo Reale di Milano | Date | Dal 15/02/2025 al 29/06/2025 | Artisti | Felice Casorati | Curatori | Fernando Mazzocca, Francesco Poli, Giorgina Bertolino | Temi | Novecento |