Dal 24 gennaio al 30 aprile 2023 Palazzo Pitti, nell’Andito degli Angiolini, dedica una grande retrospettiva a Rudolf Levy (Stettino 1875 - Auschwitz 1944), pittore espressionista tedesco, nonché allievo di Matisse. A quasi ottant’anni dalla scomparsa dell’artista e a pochi giorni dalla Giornata della Memoria, le Gallerie degli Uffizi lo omaggiano così, con una mostra dal titolo Rudolf Levy (1875-1944) - L’opera e l’esilio che ripercorre l’intera sua produzione. Le quarantasette opere esposte intendono raccontare la tormentata esistenza di Rudolf Levy attraverso i suoi dipinti, dagli anni giovanili fino agli anni dell’esilio, tra cui gli ultimi trascorsi proprio a Firenze, considerati i più prolifici dal punto di vista artistico.
Il giovane Levy iniziò a dipingere in Germania sotto la guida di Heinrich von Zügel, uno dei fondatori della Secessione di Monaco. Si trasferì poi a Parigi, dove frequentò assiduamente la scuola di pittura di Henri Matisse. Dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale, andò a vivere a Berlino: qui nel 1922 si tenne la sua prima mostra personale, che lo fece conoscere a una cerchia più ampia di pubblico e critica. All’inizio delle persecuzioni contro gli ebrei, Levy lasciò la Germania e iniziarono le sue peregrinazioni, tra Maiorca, Francia, Stati Uniti, Dalmazia. Nel gennaio 1938 giunse poi in Italia; dopo un soggiorno ad Ischia e un anno circa trascorso a Roma, nel 1941 arrivò a Firenze. Nella sua stanza-atelier a Palazzo Guadagni, in piazza Santo Spirito, Levy ritrovò la perduta felicità creativa: dal 1941 al 1943 realizzò oltre cinquanta dipinti, per la maggior parte nature morte e ritratti. Il 12 dicembre 1943, dopo l’occupazione tedesca, venne arrestato e incarcerato alle Murate, quindi trasferito a Milano a San Vittore. Il 30 gennaio 1944 venne messo su un treno per Auschwitz, nello stesso trasporto di Liliana Segre. Giunto ad Auschwitz venne presumibilmente avviato subito alle camere a gas perché considerato troppo vecchio per essere utilizzato per il lavoro da schiavo e la sua presunta data di morte è quella dell’arrivo del convoglio ad Auschwitz, il 6 febbraio 1944.
Nata da un’idea di Klaus Voigt, studioso dell’esilio di ebrei e antinazisti in Italia, la mostra di Palazzo Pitti è curata dallo stesso Klaus Voigt, recentemente scomparso, Susanne Thesing, autrice della monografia su Levy, Vanessa Gavioli, curatrice delle Gallerie degli Uffizi, e Camilla Brunelli, direttrice del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato. Ha l’obiettivo di far conoscere Levy al grande pubblico: a causa della feroce repressione nazista nei confronti degli ebrei e contro la cosiddetta arte degenerata, le opere dell’artista presenti nelle collezioni dei musei tedeschi furono in larga parte trafugate o disperse. Nell’immediato dopoguerra, a Levy vennero dedicate due mostre, ma in seguito il pittore non è stato più portato all’attenzione.
L’esposizione si articola in tre sezioni. La prima illustra una selezione di opere giovanili dipinte fino alla prima guerra mondiale, dove è forte l’influenza di Henri Matisse. I dipinti dal 1919 al 1933, periodo precedente all’esilio, costituiscono il secondo capitolo del percorso: ancora centrale, in questo nucleo di lavori, è il costante dialogo con l’arte di Matisse ma anche con quella di altre avanguardie. La terza parte rispecchia l’opera tarda nell’età dell’esilio, dal 1933 al 1943, e accoglie dipinti che furono esposti in mostra a Firenze nel 1946 e nel 1950. Presenti anche dipinti mai esposti finora in Italia, che si trovano oggi in collezioni private e pubbliche, soprattutto in Germania.
Infine, è dedicato un approfondimento agli oggetti appartenuti all’artista, come fotografie e lettere, che insieme a cataloghi e documenti ufficiali, offrono una testimonianza preziosa sulla sua vita.
La mostra, con varianti, si sposterà nell’autunno a Kaiserslautern in Germania.
“Firenze è stato il porto sicuro dove per anni Levy ha potuto dipingere in un’atmosfera internazionale e piena di stimoli”, ha dichiarato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt. "Ma le leggi razziali che hanno macchiato l’Europa giunsero anche qui, ponendo fine alla sua avventura artistica e alla sua vita. Di Levy gli Uffizi hanno acquistato nel 2020 uno splendido ritratto di ragazza (Fiamma), eseguito proprio a Firenze ed ora, in occasione del Giorno della Memoria, assolvono al dovere morale di raccontare la tragica vicenda del pittore. Vicenda che, si è scoperto, si intreccia brevemente con quella della Senatrice Liliana Segre".
“Si è finora parlato troppo poco di Rudolf Levy a Firenze, dove fu arrestato il 12 dicembre 1943”, ha aggiunto la direttrice del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, Camilla Brunelli. “Mancava un omaggio importante al pittore, una mostra monografica che avesse come focus gli anni dell’esilio, in particolare gli ultimi passati a Firenze, e che delineasse, anche attraverso un apparato documentario curato dallo storico berlinese Klaus Voigt, purtroppo recentemente scomparso, la sua vicenda umana di persecuzione, esilio e deportazione. Klaus Voigt ha studiato per tanti anni l’esilio in Italia di ebrei e oppositori del regime nazista e stava scrivendo un libro su di lui: mi fa piacere ricordare che dobbiamo a lui l’idea di questa mostra, subito accolta dal direttore degli Uffizi”.
Nell’ambito delle iniziative dedicate dalle Gallerie degli Uffizi alla Giornata della Memoria, il 26 gennaio 2023 si svolgerà all’Auditorium Vasari la Mattinata di Studi in memoria di Rudolf Levy, realizzata in collaborazione con il Museo della Deportazione e Resistenza di Prato.
Titolo mostra | Rudolf Levy (1875-1944) - L'opera e l'esilio | Città | Firenze | Sede | Palazzo Pitti | Date | Dal 24/01/2023 al 30/04/2023 | Artisti | Rudolf Levy | Curatori | Vanessa Gavioli, Klaus Voigt, Susanne Thesing, Camilla Brunelli | Temi | Giornata della Memoria |
A Palazzo Pitti una grande retrospettiva su Rudolf Levy, pittore espressionista ebreo deportato ad Auschwitz |