Palazzo Medici Riccardi dedica una mostra a Carlo Levi e al suo soggiorno fiorentino


Palazzo Medici Riccardi accoglie dal 9 febbraio al 19 marzo 2023 una mostra dedicata al soggiorno fiorentino di Carlo Levi. Esposte trentaquattro opere e disegni, oltre a una riproduzione del celebre telero Lucania ’61.

Dal 9 febbraio al 19 marzo 2023 Palazzo Medici Riccardi a Firenze, nelle Sale Fabiani, dedica una mostra a Carlo Levi. Curata da Pino Mantovani su progetto della Fondazione Carlo Levi e promossa da Città Metropolitana di Firenze con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Firenze e Città di Torino, organizzata dalla Fondazione Giorgio Amendola in collaborazione con la Fondazione Carlo Levi, il centro Unesco e l’Associazione MUS.E, la rassegna Carlo Levi a Firenze. Un anno di vita sotterranea vedrà esposte trentaquattro opere e disegni, oltre a una riproduzione del celebre telero Lucania ’61.

L’esposizione è dedicata al soggiorno fiorentino di Carlo Levi, tra il 1941 e il 1945, nel buio periodo degli anni di guerra e dell’occupazione nazista fino alla lotta di Liberazione, alla ripresa della vita pubblica democratica nella città liberata dalla Resistenza sotto il governo autonomista.

A Firenze, nell’ultimo anno del secondo conflitto mondiale, Levi scrive il suo primo e più noto libro, Cristo si è fermato a Eboli, nel quale rievoca volti, storie e personaggi del suo confino a Grassano e ad Aliano in Lucania: un’esperienza sconvolgente che lo portò alla scoperta di un’altra Italia, l’Italia contadina e arcaica confinata in un Sud che vive fuori dai tempi della storia e che fatica a mettersi in relazione con la mitologia imperiale imposta dal fascismo.

In mostra le opere dipinte durante il confino ad Aliano (1935-1936, Tonino, Dietro Grassano, La Strega e il bambino, La figlia scarmigliata della Strega), antefatto sulla base del quale il romanzo ricostruirà il peso e il significato di quella esperienza che segnerà la vita di Levi scrittore meridionalista, pittore e uomo politico. Tutt’intorno una galleria di ritratti, la madre, le donne amate e gli amici; la compagna del tempo Paola Levi Olivetti, amatissima e tante volte rievocata sulla tela, per la quale decise di trasferirsi a Firenze abbandonando l’ipotesi di un espatrio in America. Poi Anna Maria Ichino, la partigiana generosa che lo accolse nel rifugio di Piazza Pitti 14 e che lo amò in modo disinteressato per una breve stagione. Chiuso in questo nuovo “confino” fiorentino, Levi ritrae e intreccia rapporti con i grandi protagonisti del mondo intellettuale antifascista che si è concentrato a Firenze: lo scultore Alfieri, il pittore Colacicchi, i letterati Montale, Bazlen e Cancogni, lo scrittore psichiatra Mario Tobino, e Leone Ginzburg che morirà nell’estate del 1944 per mano nazifascista. Sullo sfondo di questi anni tragici sta un mondo irredento, che il pittore evoca con un capretto scuoiato giacente su una livida spiaggia (La guerra partigiana), con i desolati paesaggi arrossati dai fuochi di guerra, con mucchi di cadaveri giacenti in un presentimento dell’Olocausto (Nudi. Il lager presentito).

Agli inizi degli anni Cinquanta Carlo Levi compie una serie di viaggi nell’Italia meridionale in cui respira il clima della passione civile, delle lotte dei contadini-operai che sono ormai consapevoli della loro misera condizione e reclamano il riscatto sociale. Nascono in pittura le opere di denuncia sociale, di esplicito indirizzo neorealista, che mostrano i corpi delle donne deformati sotto il peso della fatica, gli occhi dei bambini scavati dalla malaria, i volti degli uomini segnati dalla malattia. Una pittura che l’osservatore rifiuta per la sua “sgradevolezza”, ma che allo stesso tempo diventa esperienza rendendolo testimone di ciò che sta accadendo. Il legame che si è instaurato tra Levi e il Sud anni prima si è andato ormai consolidando. Ecco le Contadine rivoluzionarie, Il nonno, la contadina calabrese, ma anche i protagonisti che hanno lottato per la giustizia, come Salvatore Carnevale, sindacalista siciliano ucciso dalla mafia, e il sociologo-attivista della non violenza Danilo Dolci.

In mostra sarà possibile ammirare inoltre una riproduzione del celebre telero Lucania ’61, commissionato all’artista da Mario Soldati per rappresentare la Basilicata nel Padiglione della mostra delle Regioni a Torino in occasione delle celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia, conservato presso il Museo Nazionale di Matera. L’opera riassume tutta la visione leviana della questione meridionale filtrata dalla vicenda di Rocco Scotellaro: “il poeta della libertà contadina”, a cui Levi deve la comprensione delle lotte contadine e del pensiero meridionalista. La riproduzione, realizzata in scala 1:1, proviene dalla sede della Fondazione Giorgio Amendola e Associazione lucana in Piemonte, a Torino.

Per info: www.palazzomediciriccardi.it

Orari: Dal lunedì alla domenica dalle 9 alle 19. Chiuso il mercoledì.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraCarlo Levi a Firenze. Un anno di vita sotterranea
CittàFirenze
SedePalazzo Medici Riccardi
DateDal 09/02/2023 al 19/03/2023
ArtistiCarlo Levi
CuratoriPino Mantovani
TemiNovecento

Palazzo Medici Riccardi dedica una mostra a Carlo Levi e al suo soggiorno fiorentino
Palazzo Medici Riccardi dedica una mostra a Carlo Levi e al suo soggiorno fiorentino


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