In occasione del centenario dalla nascita di Lisetta Carmi (Genova, 1924 – Cisternino, 2022), Palazzo Ducale di Genova onora l’artista e fotografa genovese con la mostra attiva dal 23 ottobre 2024 al 30 marzo 2025 intitolata LISETTA CARMI Molto vicino, incredibilmente lontano. La mostra è curata da Giovanni Battista Martini e Ilaria Bonacossa, è promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Civita Mostre e Musei. Durante la sua carriera, Carmi ha scelto percorsi non convenzionali, dedicandosi a dare voce agli emarginati. Il suo lavoro, che parte da Genova e si estende fino a realtà internazionali, racconta mondi in trasformazione con uno sguardo acuto e attento, affiancando immagini a colori inedite alle sue celebri serie in bianco e nero. Negli anni Sessanta, a Genova, la fotografia diventa la professione quotidiana di Carmi. Lavorando come fotografa di scena al Teatro Stabile, sviluppava e stampava le immagini per i quotidiani subito dopo gli spettacoli, per poi consegnarle all’alba. Da qui iniziano anche i suoi lunghi viaggi che, nei vent’anni dedicati alla fotografia, la portano in luoghi come Venezuela, India e Afghanistan. Attraverso il suo obiettivo, Carmi esplora la condizione umana, alternando il bianco e nero alla potenza espressiva del colore, sempre alla ricerca della verità.
Genova stessa emerge nelle sue immagini, in particolare nelle celebri fotografie del porto e dell’Italsider, senza dimenticare le inedite scene dall’Anagrafe o dalla vita sociale e culturale della città. Tra le opere esposte, figurano anche le fotografie della serie I travestiti degli anni Sessanta, pubblicate nel 1972 in un libro che suscitò scandalo all’epoca, ma che oggi è considerato una pietra miliare nella storia della fotografia. Le immagini saranno messe a confronto con le loro versioni a colori, riscoperte solo nel 2017, così come con la serie inedita a colori Erotismo e autoritarismo a Staglieno, in cui il cimitero monumentale genovese diventa un ritratto delle contraddizioni della borghesia ottocentesca, tra celebrazioni formali e sensualità inaspettate nei monumenti funebri. Dopo le recenti mostre di Torino, Firenze e Londra, Genova, città natale dell’artista, la omaggia con una nuova prospettiva, confermandone il ruolo centrale nella storia della fotografia del dopoguerra. L’esposizione, ideata dallo studio Drama Y Comedias, va oltre la semplice mostra fotografica e si presenta come una vera esperienza di arte contemporanea. Il percorso, incentrato sul concetto di muro, invita a riflettere sulle sue funzioni di divisione e connessione e stimola un dialogo tra le immagini e lo spazio circostante. Un catalogo edito da Silvana Editoriale accompagna l’esposizione.
“Con questa mostra”, ricorda il presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Giuseppe Costa, “proseguiamo il nostro “racconto” del Novecento attraverso i protagonisti della fotografia. Abbiamo già ospitato in passato una rassegna su Lisetta Carmi: in questo percorso espositivo, il pubblico avrà modo di approfondire le tante sfaccettature di una personalità straordinaria che ha fatto della libertà la sua cifra intellettuale”.
“La mostra per ricordare il centenario della nascita di Lisetta Carmi”, sostiene il curatore Giovanni Battista Martini, “vuole sottolineare il profondo legame con Genova, la sua città, dove ha svolto per una ventina d’anni la professione di fotografa: da qui è partita sempre da sola per i suoi viaggi nel mondo. Le fotografie esposte ci raccontano dell’amore e della comprensione per l’essere umano e della volontà di capire, da persona libera, la realtà senza pregiudizi. In dialogo con le fotografie in bianco e nero, le immagini a colori, per la maggior parte inedite, mostrano un approccio diverso alla sua ricerca fotografica. L’attenzione alla fisicità dei soggetti si espande in riflessioni poetiche, senza mai perdere il portato politico e il potere, proprio del medium fotografico, di agire sulle nostre coscienze”.
“Non stupisce che, con un ritardo di quasi vent’anni”, sottolinea la curatrice della mostra e direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Ilaria Bonacossa “Lisetta Carmi sia oggi al centro di una inarrestabile “riscoperta” da parte del mondo dell’arte contemporanea e che venga, a ragione, considerata una delle più importanti fotografe della fine del Novecento. L’attenzione recente verso il suo lavoro, presentato in importanti musei e fondazioni, si lega ad un rinnovato interesse verso le questioni di genere e inclusione che caratterizzano il dibattito culturale contemporaneo”.
Lisetta Carmi nasce a Genova il 15 febbraio 1924, all’interno di una famiglia ebrea della media borghesia. L’introduzione delle leggi razziali nel 1938 la costringe a lasciare la scuola e a rifugiarsi in Svizzera con i suoi familiari. Concluso il conflitto mondiale nel 1945, fa ritorno in Italia, diplomandosi presso il conservatorio di Milano. Negli anni successivi si esibisce in vari concerti in Germania, Svizzera, Italia e Israele. Tuttavia, nel 1960 decide di interrompere la sua carriera musicale, avvicinandosi in modo quasi fortuito alla fotografia, che presto diventerà la sua nuova vocazione. Per tre anni lavora come fotografa al Teatro Duse di Genova e collabora con il Comune, producendo reportage che documentano diverse problematiche sociali, come ospedali, l’anagrafe, il centro storico e le fogne della città. Nel 1964 porta a termine un’importante indagine fotografica sul porto di Genova, che diventa una mostra itinerante. Parallelamente, dal 1962 prosegue un reportage sulla Sardegna, concluso poi negli anni Settanta. Il suo soggiorno a Parigi dà vita al libro d’artista Métropolitain, incentrato su una serie di scatti nella metropolitana parigina. Nel 1965 avvia il progetto per cui è maggiormente ricordata, un lavoro dedicato ai travestiti genovesi che, nel 1972, sarà pubblicato in forma di libro. Nel 1969 viaggia in America Latina per tre mesi, mentre l’anno successivo visita Afghanistan e Nepal. Nel 1971 acquista un trullo a Cisternino, in Puglia. Il 12 marzo 1976, a Jaipur in India, incontra Babaji Herakhan Baba, il Mahavatar dell’Himalaya, un incontro che segna un punto di svolta nella sua vita. Lo stesso anno è in Sicilia per conto della Dalmine, realizzando le immagini per il volume Acque di Sicilia, corredato da un testo di Leonardo Sciascia. Nel corso della sua carriera, Carmi ritrae numerosi artisti e intellettuali di spicco, tra cui Judith Malina, Joris Ivens, Charles Aznavour, Edoardo Sanguineti, Lucio Fontana, Carmelo Bene, Luigi Nono, Claudio Abbado, e Jacques Lacan. Celebri sono i suoi scatti di Ezra Pound, realizzati nel 1966 nella casa del poeta a Zoagli, in Liguria. Negli anni seguenti, Lisetta Carmi si dedicherà con passione alla costruzione dell’ashram Bhole Baba a Cisternino, promuovendo gli insegnamenti del suo maestro. Nel 1995, dopo trentacinque anni, ritrova il suo ex allievo di pianoforte Paolo Ferrari, con il quale inizia una collaborazione legata alla ricerca filosofico-musicale. Lisetta Carmi si spegne, o come lei avrebbe detto, “lascia il suo corpo terreno”, il 5 luglio 2022 a Cisternino.
Orari
Da martedì a domenica 10.00 – 19.00 | Lunedì chiuso
Biglietti
€ 12,00 intero
€ 10,00 ridotto
Titolo mostra | LISETTA CARMI Molto vicino, incredibilmente lontano | Città | Genova | Sede | Palazzo Ducale | Date | Dal 23/10/2024 al 30/03/2025 | Artisti | Lisetta Carmi | Curatori | Giovanni Battista Martini, Ilaria Bonacossa | Temi | Fotografia, Arte contamporanea, Lisetta Carmi, Mostra fotografica |