Dal 14 dicembre 2024 al 23 marzo 2025, Palazzo della Penna – Centro per le Arti Contemporanee a Perugia ospiterà la mostra Dorothea Lange, dedicata a una delle figure più significative della fotografia documentaria del Novecento. L’evento, organizzato dal Comune di Perugia in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino e Le Macchine Celibi soc. coop., rappresenta un primo passo nel processo di trasformazione di Palazzo della Penna da Museo civico a “Centro per le Arti Contemporanee”, in linea con la politica culturale della nuova Giunta. Fortemente voluta dalla sindaca Vittoria Ferdinandi e dall’assessore alla Cultura Marco Pierini, la mostra si inserisce in una strategia di rilancio che punta a qualificare Palazzo della Penna come spazio dedicato alle arti contemporanee, in grado di stimolare un dialogo tra discipline diverse, dalla fotografia alla musica, dalla letteratura al teatro, fino alle nuove tecnologie.
Curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi, la mostra su Dorothea Lange presenta oltre 130 scatti che raccontano un decennio cruciale nella carriera della fotografa, dagli anni Trenta agli anni Quaranta.
Negli anni Trenta, Lange abbandonò la fotografia ritrattista per documentare la crisi economica scaturita dal crollo di Wall Street. Partì nel 1935 per un lungo viaggio con l’economista Paul S. Taylor, che avrebbe sposato alcuni anni dopo, per raccontare le drammatiche condizioni di vita dei lavoratori del settore agricolo delle aree centrali del Paese, colpito dal 1931 al 1939 circa da una dura siccità. Incaricata dal programma governativo di documentazione Farm Security Administration, raccontò la tragedia della povertà e le condizioni dei lavoratori agricoli e delle famiglie migranti colpite dalla siccità e dalle tempeste di sabbia delle Dust Bowl.
Tra le sue immagini più celebri figurano quelle dedicate alle piantagioni di cotone degli Stati del Sud e alle piantagioni di piselli della California, dove le drammatiche condizioni di lavoro si intrecciavano con lo sfruttamento della segregazione razziale. Raccolse storie e racconti che sono riportati nelle dettagliate didascalie che accompagnano le immagini. È in questo contesto che realizzò Migrant Mother, il ritratto di una giovane madre disperata che vive con i sette figli in un accampamento di tende e auto dismesse.
Il secondo grande ciclo di immagini in mostra è dedicato alla popolazione americana di origine giapponese nella seconda guerra mondiale, che per gli Stati Uniti iniziò nel 1941 con il bombardamento giapponese di Pearl Harbor: dopo la dichiarazione di guerra, infatti, il governo americano decide di internare in campi di prigionia la comunità nativa giapponese negli Stati Uniti, assumendo vari fotografi per documentare l’accaduto. Lange documentò su incarico del governo, nonostante lei e il marito avessero dato pubblicamente il proprio dissenso, l’internamento forzato dei cittadini americani di origine giapponese. I suoi scatti documentano l’assurdità di una legge razziale e discriminatoria e di come questa abbia stravolto la vita di migliaia di persone.
Crisi climatica, migrazioni forzate, discriminazioni razziali: i temi affrontati da Dorothea Lange negli anni Trenta e Quaranta sono di assoluta attualità. La mostra, oltre a celebrare una delle tappe fondamentali della storia della fotografia del Novecento, invita il pubblico a riflettere sul presente.
“È con grande emozione che inauguriamo oggi quella che rappresenta la prima mostra promossa dalla nostra amministrazione”, ha dichiarato la sindaca Vittoria Ferdinandi. “Ringrazio l’assessore Pierini per averci regalato l’opera straordinaria di Dorothea Lange, un’icona della fotografia che ha saputo catturare e raccontare la realtà di un’epoca difficile attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica. Le immagini esposte non sono semplicemente istantanee di vita quotidiana, ma veri e propri racconti umani che parlano di speranza, dignità e resilienza. Il lavoro di Lange trascende il mero reportage; riesce a cogliere l’umanità dei suoi soggetti, a trasmettere emozioni che vanno oltre le parole. Le sue fotografie diventano un potente veicolo di comunicazione, capaci di farci riflettere sulle sfide e sulle speranze di chi vive situazioni di vulnerabilità. La nobiltà che traspare dai volti degli adulti e la profondità degli sguardi dei bambini ci parlano di un’umanità autentica, di un desiderio di riscatto che è universale e senza tempo. In un periodo in cui ci troviamo a fronteggiare sfide globali e locali, la mostra di oggi ci ricorda l’importanza di ascoltare le storie degli altri, di comprendere le esperienze di chi ci circonda e di non dimenticare mai il valore della solidarietà e dell’inclusione”.
“Palazzo della Penna riafferma con forza la sua vocazione di polo dell’arte contemporanea aprendo le porte alla produzione di una figura di assoluto spicco nella storia della fotografia a livello mondiale”, ha affermato il vicesindaco con delega alla cultura Marco Pierini. “Colei che è considerata la madre della fotografia sociale americana, con stile unico ed emozionante, ci porta nel cuore dei risvolti socio-economici della Grande Depressione, a contatto con drammi e miserie umane trattati sempre con empatia e sincerità attraverso immagini diventate simbolo di un’epoca. La serie realizzata a metà degli anni Trenta sull’emigrazione dei lavoratori dell’agricoltura californiani, in particolare, rappresenta un corpus straordinario in grado di documentare con efficacia fatti e condizioni e di fissare, allo stesso tempo, moti dell’animo che parlano ancora oggi alla nostra coscienza. Crediamo che questa iniziativa possa contribuire a posizionare al meglio il capoluogo umbro nel panorama italiano delle grandi mostre”.
“Siamo onorati di contribuire alla ripartenza di uno spazio con potenzialità enormi come Palazzo della Penna attraverso la collaborazione con l’amministrazione perugina”, ha commentato il segretario generale di Camera, Carlo Spinelli. “La nostra Fondazione è nata dieci anni fa con una precisa missione: la divulgazione e la promozione dell’arte fotografica, anche nella particolare accezione della educazione all’immagine. Un’attività che siamo felici di proporre anche in questo territorio. A tal fine, prossimamente sarà pubblicizzato un programma di incontri finalizzati ad approfondire i contenuti di attualità che la mostra porta con sé”.
"La sfida è stata uscire dal tracciato più classico andando anche oltre immagini iconiche come Migrant Mother", ha concluso la curatrice Monica Poggi. “Ci siamo concentrati su dieci anni particolarmente intensi in cui Lange ha lavorato per il governo Usa allo scopo di documentare le condizioni dei migranti della grande crisi economica e ambientale. Il messaggio che l’autrice ci consegna, ad ogni modo, non è solo drammatico, ma testimonia come la fotografia possa innescare cambiamenti sociali concreti. Un aspetto di cui rimanere consapevoli”.
Titolo mostra | Dorothea Lange | Città | Perugia | Sede | Palazzo della Penna | Date | Dal 14/12/2024 al 23/03/2025 | Artisti | Dorothea Lange | Curatori | Walter Guadagnini, Monica Poggi | Temi | Novecento, Fotografia |