Fino al 26 febbraio 2023 Palazzo Cipolla a Roma ospita nelle sue sale la mostra Raoul Dufy. Il pittore della gioia, a cura di Sophie Krebs, conservatrice generale del Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale; è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, e ideata dal Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. Si tratta di una grande esposizione dedicata a Raoul Dufy (Le Havre, 1877 - Forcalquier, 1953).
Autore di opere monumentali come La Fée Electricité (1937 - 1938), uno dei dipinti più grandi al mondo, di una lunghezza complessiva di 6 metri, composto da 250 pannelli e commissionatogli dalla Compagnie parisienne de distribution d’électricité per essere esposto nel Padiglione dell’elettricità al World’s World del 1937, Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio Novecento che, per la sua capacità di catturare sulla tela le atmosfere, i colori e l’intensità della luce, divenne il pittore della gioia e della luce.
Nato da una famiglia di modeste condizioni economiche, ebbe un padre organista che trasferì in particolare a Raoul la sua stessa passione per la musica. In seguito a una crisi finanziaria della famiglia, nel 1891 il giovane Raoul fu costretto a cercare lavoro a Le Havre. A Parigi si avvicinò a due maestri quali Monet e Pissarro ma, nel 1905, lo scandalo dei Fauves gli rivelò una pittura moderna che lo condusse ad avvicinarsi a Matisse. Il 1903 fu l’anno della sua prima volta al Salon des Indépendants, nel quale espose fino al 1936 e poi fu accettato nel 1906 al Salon d’Automne (fino al 1943). La sua attività artistica non conobbe interruzioni e, dal 1910, ampliò la sua attività nel campo delle arti decorative affermandosi con successo in una vasta produzione, dalla xilografia alla pittura e alla grafica, dalle ceramiche ai tessuti, dalle illustrazioni alle scenografie.
Sono esposte in mostra oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private francesi, come il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre Pompidou, Palais Galliera, la Bibliothèque Forney e la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet, tutte a Parigi, insieme al Musée de la Loire, Musée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza e al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles. Attraverso queste opere si intende raccontare la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità. La rassegna presenta i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi più significativi che caratterizzano le sue opere.
Suddivisa in quattordici sezioni tematiche, la mostra racconta l’intero percorso artistico del pittore francese, attraverso opere che abbracciano varie tecniche nei diversi decenni del Novecento, dagli inizi fino agli anni Cinquanta, quando Dufy cercò nuovi temi a causa della guerra e della malattia che lo costrinse a rimanere nel suo studio nel sud della Francia. Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia del colore. Un’evoluzione che vede l’artista inizialmente prosecutore di quella tradizione impressionista nata con Monet proprio nella sua città natale di Le Havre e poi insieme ai Fauve che, riuniti attorno alla figura di Matisse, reagiranno presto alla pittura d’atmosfera per poi giungere ad abbracciare l’austerità cezanniana con la quale le forme, le zone piatte di colori accesi sono indipendenti dalla linea.
Onde a V rovesciata, nuvole e un mondo di forme: bagnanti, uccelli, cavalli, paesaggi ispirati sia dalla modernità che dal classicismo. Sensibile all’aria del proprio tempo, si interessa alla società dell’intrattenimento con le sue corse, le regate, gli spettacoli elitari e popolari al contempo che Dufy riproduce con brio e vivacità. Un artista alla costante ricerca di stimoli e sperimentazione, in grado di rendere l’arte impegnata ma allo stesso tempo apparentemente leggera, il cui scopo dichiarato era di arrecare piacere.
“Sono molto lieto di ospitare, presso lo spazio espositivo di Palazzo Cipolla, una mostra su Raoul Dufy, che viene riproposta a Roma dopo quasi quarant’anni di oblio (la prima ed unica esposizione su Dufy nella Capitale, prima di oggi, è stata infatti quella del 1984 a Villa Medici)”, ha dichiarato Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale. “Spesso non compreso a fondo, a causa dell’apparente semplicità del suo tratto pittorico, che gli ha fatto non di rado attribuire la patente di superficialità e mondanità, Raoul Dufy in realtà ebbe una formazione articolata e complessa: fu inizialmente influenzato dall’Impressionismo, perpetuando con maestria la tradizione di Monet e contando sulla peculiarità di essere un ’colorista per temperamento’; successivamente, si accostò al Fauvismo ispirandosi alle figure di Matisse, Braque e Cézanne. La particolarità di Dufy risiede nel dissociare gradualmente, nel corso della sua maturazione artistica, il colore dal disegno, semplificando il più possibile ed anteponendo in tal modo la forma al contenuto. Egli, seguendo la propria teoria che il colore servisse ai pittori per captare la luce, viaggiò a lungo nel Mediterraneo, in particolare in Provenza (dove si stabilì) e nel Sud Italia. Da qui i celebri paesaggi, i bagnanti, i campi di grano, e poi le sale da concerto e soprattutto le regate, le corse dei cavalli e gli ippodromi, a raffigurare la società del tempo libero degli anni Venti e Trenta, che lo renderanno popolare tra il pubblico”
Titolo mostra | Raoul Dufy. Il pittore della gioia | Città | Roma | Sede | Palazzo Cipolla | Date | Dal 14/10/2022 al 26/02/2023 | Artisti | Raoul Dufy | Curatori | Sophie Krebs | Temi | Novecento, Ottocento |
Roma, a Palazzo Cipolla una grande mostra dedicata a Raoul Dufy, pittore della gioia |