A Palazzo Bisaccioni di Jesi l'arte astratta e informale tra guerra e rinascita


Dal 7 dicembre 2024 al 4 maggio 2025, Palazzo Bisaccioni espone oltre 40 opere astratte e informali delle collezioni Intesa Sanpaolo. La mostra omaggia la rinascita artistica dell’Italia negli anni Cinquanta.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi organizza, presso Palazzo Bisaccioni a Jesi, dal 7 dicembre 2024 al 4 maggio 2025, la mostra La libera maniera - Arte astratta e informale nelle collezioni Intesa Sanpaolo. Promossa in collaborazione con Gallerie d’Italia e la Fondazione Casa Museo Ivan Bruschi di Arezzo, e patrocinata dalla Regione Marche, l’esposizione è curata da Marco Bazzini, uno dei maggiori esperti di cultura figurativa contemporanea, con il coordinamento di Mauro Tarantino, direttore della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. L’evento si avvale delle prestigiose collezioni di Intesa Sanpaolo, frutto di una consolidata sinergia con la Fondazione marchigiana. Quest’anno, questa partnership ha prodotto una nuova esposizione, che è stata già presentata ad Arezzo, presso la Fondazione Ivan Bruschi, dal 2 marzo al 21 luglio 2024. La mostra di Jesi include oltre quaranta opere attentamente selezionate, esplorando un periodo cruciale della storia italiana, tra la fine della Seconda guerra mondiale e l’avvento degli anni Sessanta.

“È difficile pensare agli anni Cinquanta come a un tempo in cui tutto si svolge con un progresso lineare perché sono anni in cui il divenire è caotico, soprattutto nell’arte che ne è lo specchio; anni in cui si seguono più direzioni, dove tutto sgorga da una dialettica tra più fuochi tra loro talvolta prossimi altre volte molto lontani. Una massa eterogenea di opinioni e pratiche contrastanti lascito di valori ed esperienze che, come api, impollinano il decennio successivo”, scrive il curatore Marco Bazzini.

In questo arco temporale, il Paese attraversa una fase di ricostruzione non solo materiale ma anche culturale, superando le macerie fisiche e morali lasciate dal conflitto e dalle limitazioni del Fascismo. Gli anni Cinquanta segnano la rinascita della Repubblica e delle arti, tra nuove dinamiche sociali e vivaci sperimentazioni artistiche, spesso accompagnate da accesi dibattiti. La mostra si apre con artisti come Alberto Magnelli e Corrado Cagli, pionieri dell’astrattismo tra le due guerre, che rientrarono in Italia dopo l’esilio, portando nuove influenze stilistiche. Da qui si sviluppano diverse “maniere” espressive, richiamando il termine caro a Giorgio Vasari, di cui quest’anno ricorre il 450° anniversario dalla morte. Tra i protagonisti spiccano Alberto Burri, con la sua sensibilità polimaterica, e Lucio Fontana, esploratore di nuove dimensioni spaziali, affiancato da giovani talenti come Edmondo Bacci, Tancredi Parmeggiani, Cesare Peverelli e Gianni Dova.

Gli artisti emergenti degli anni Quaranta e Cinquanta sperimentano nuovi linguaggi. Carla Accardi, Achille Perilli e Antonio Sanfilippo (Gruppo Forma di Roma) esplorano il segno, mentre Emilio Vedova carica il gesto di significati rivoluzionari. Afro Basaldella e Mario Nanni indagano le potenzialità del colore, mentre altri, come Gillo Dorfles, Bruno Munari e Atanasio Soldati, aderenti al Movimento Arte Concreta di Milano, cercano una realtà oggettiva e astratta, lontana da riferimenti al reale. Al contempo, artisti come Renato Birolli, Ennio Morlotti e Antonio Corpora continuano a trarre ispirazione dalla natura, sviluppando superfici pittoriche dense, mentre altri, come Enrico Baj, Guido Biasi e Mario Persico, si lasciano influenzare dall’universo atomico e scientifico del tempo.

Anche le artiste partecipano attivamente a questa stagione creativa, portando un contributo autonomo e significativo. Tra le opere esposte figurano quelle di Carol Rama, Renata Boero, Regina, Paola Levi Montalcini e una giovanissima Grazia Varisco. Inoltre, la mostra include lavori di artisti che, pur formatisi in questi anni, superarono l’Informale per aprire la strada alle ricerche del decennio successivo: Toti Scialoja, Gastone Novelli, Mario Nigro, Enrico Castellani, Gianni Colombo e Agostino Bonalumi. Altri nomi presenti nell’esposizione comprendono Piero Dorazio, Giulio Turcato, Arnaldo Pomodoro (nelle sue prime esperienze pittoriche) e Plinio Mesciulam. La libera maniera vuole sottolineare la varietà e la ricchezza delle sperimentazioni artistiche che caratterizzarono gli anni del miracolo economico, tracciando un quadro del fervore creativo di un’Italia in piena trasformazione.

Cesare Peverelli, Pittura (1952; Collezione Intesa Sanpaolo)
Cesare Peverelli, Pittura (1952; Collezione Intesa Sanpaolo)
Gastone Novelli, Per ricordare la vita (1959; Collezione Intesa Sanpaolo)
Gastone Novelli, Per ricordare la vita (1959; Collezione Intesa Sanpaolo)
Regina, Struttura (Celiporto) (1952; Collezione Intesa Sanpaolo)
Regina, Struttura (Celiporto) (1952; Collezione Intesa Sanpaolo)
Emilio Vedova, Spagna Omaggio a Machado (1959-1960; Collezione Intesa Sanpaolo)
Emilio Vedova, Spagna Omaggio a Machado (1959-1960; Collezione Intesa Sanpaolo)
Gianni Colombo, O.V. Grigio 02 (1959; Collezione Intesa Sanpaolo)
Gianni Colombo, O.V. Grigio 02 (1959; Collezione Intesa Sanpaolo)
Grazia Varisco, C come Corda (1958; Collezione Intesa Sanpaolo)
Grazia Varisco, C come Corda (1958; Collezione Intesa Sanpaolo)

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraLa libera maniera - Arte astratta e informale nelle collezioni Intesa Sanpaolo
CittàJesi
SedePalazzo Bisaccioni
DateDal 07/12/2024 al 04/05/2025
ArtistiArtisti vari
CuratoriMarco Bazzini
TemiArte contamporanea, Jesi, Arte Informale, Anni Cinquanta, Arte Astratta, Palazzo Bisaccioni

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