A Padova una mostra sulle illusioni e sugli inganni della percezione: “L'occhio in gioco”


Dal 24 settembre 2022 al 26 febbraio 2023, il Palazzo del Monte di Pietà di Padova ospita “L’occhio in gioco”, mostra dedicata alle illusioni e agli inganni del senso della percezione con opere di artisti come Boccioni, Kandinskij, Klee, Apollonio, Chiggio e altri.

Una mostra dedicata alle illusioni e agli inganni del nostro senso della percezione: è L’occhio in gioco. Percezione, impressioni e illusioni nell’arte, in programma dal 24 settembre 2022 al 26 febbraio 2023 al Palazzo del Monte di Pietà di Padova. Curata da Luca Massimo Barbero per la parte storica e da Guido Bartorelli, Giovanni Galfano, Andrea Bobbio e Massimo Grassi dell’Università di Padova per la parte dedicata al Gruppo N e alla psicologia della percezione, si tratta di una ricca esposizione fortemente voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che l’ha accolta nella sua sede e l’ha proposta in collaborazione con l’Università di Padova nell’ambito delle celebrazioni per gli 800 anni di storia ed attività di uno degli atenei più antichi al mondo, nel solco dell’indagine del rapporto tra arte e scienza già inaugurato nel 2017 con la mostra Rivoluzione Galileo, l’arte incontra la scienza.

Nel percorso di L’occhio in gioco il pubblico troverà arte, fotografia, miniatura, scultura, scienza e tecnica per assistere all’inganno del movimento e dello stesso colore, con occhio e mente condotti a percepire come un unicum ciò che nella realtà fattuale è composito. Fenomeni che erano già ben noti ad artisti, alchimisti e filosofi dei tempi lontani, come testimoniano le antiche miniature e le mappe celesti presenti in mostra, esempi primigeni della necessità e abilità dell’uomo di accostare colori dando vita a una sorta di caleidoscopio magico. Immagini del mondo e antiche sfere armillari sono accostate a costruzioni Bauhaus e contemporanee, a rivelare una continuità inaspettata. Arte e scienza, nelle sue svariate accezioni dagli studi sull’ottica alla teoria del colore, insieme per dar vita ad un confronto affascinante di concetti, movimenti, miraggi. Gli studi di Goethe, Runge e Henry saranno accostati in mostra con le opere dei grandi maestri che hanno affrontato, ciascuno a proprio modo, il tema della percezione visiva: da Seurat a Kandinsky, da Klee a Boccioni.

Umberto Boccioni, Bozzetto per La città che sale (1910; Milano, Pinacoteca di Brera)
Umberto Boccioni, Bozzetto per La città che sale (1910; Milano, Pinacoteca di Brera)
Marina Apollonio, Dinamica circolare 6Z+H (1968; diametro 100 cm; Padova, collezione dell’artista)
Marina Apollonio, Dinamica circolare 6Z+H (1968; diametro 100 cm; Padova, collezione dell’artista)
Vasilij Kandinskij, Wechselstreifen (1933; acquerello su carta, 35 x 25 cm; Collezione Intesa Sanpaolo) © Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano
Vasilij Kandinskij, Wechselstreifen (1933; acquerello su carta, 35 x 25 cm; Collezione Intesa Sanpaolo) © Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano
Ennio Chiggio, Tondo (1966; Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo)
Ennio Chiggio, Tondo (1966; Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo)
Manfredo Massironi, Alveare (Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo)
Manfredo Massironi, Alveare (Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo)

Dal movimento rappresentato agli oggetti in movimento, un vorticoso alternarsi di strumenti scientifico-tecnologici e oggetti artistici porteranno il visitatore a scoprire gli albori del cinema (dai fratelli Lumière a Man Ray) e della fotografia sperimentale (da Bragaglia a Muybridge). In un percorso che alterna i grandi protagonisti del secolo breve, da Calder a Munari, da Duchamp a Vasarely, si scoprirà che anche senza l’uso del colore l’occhio umano può essere ingannato, che il ritmo e la geometria, concetti così apparentemente immutabili, possono distorcere e ridisegnare la realtà. Non mancheranno, infine, le incursioni dell’optical nel mondo del costume, della moda e del design.

Nella città dove insegnò a lungo Galileo, non poteva inoltre non trovare spazio la tradizione di studi e sperimentazioni condotte, fin dal 1919, dalla scuola della psicologia della percezione dell’Università degli Studi di Padova. Ricerche nel campo della visione che hanno avuto uno straordinario impatto innovativo e che, travalicando l’ambito accademico e disciplinare, hanno contribuito a stimolare, a partire dagli anni Sessanta, un ambiente artistico-culturale d’avanguardia proiettando la città di Padova e i suoi artisti sulla scena internazionale.

Questa seconda parte dell’esposizione mette a confronto un’accurata selezione di documenti e studi accademici con le opere del Gruppo N, costituito proprio a Padova da Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi, e di Marina Apollonio: tutti protagonisti indiscussi della “nuova tendenza” ottico-cinetica. La mostra troverà così completezza in un ampio approfondimento monografico che riproporrà le opere, gli ambienti e gli allestimenti degli anni Sessanta. Grande rilievo verrà dato anche alla scuola di psicologia della percezione sviluppata all’interno dell’Università di Padova. Nello specifico, saranno approfondite le figure di Cesare Musatti, Fabio Metelli e Gaetano Kanizsa. In particolare, saranno esaminati i loro principali temi di studio e i rapporti fra la loro ricerca scientifica e quella artistica delle avanguardie ottico-cinetiche.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraL'occhio in gioco
CittàPadova
SedePalazzo del Monte di Pietà
DateDal 24/09/2022 al 26/02/2023
CuratoriLuca Massimo Barbero

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